di Alessandra Pierini
L’impianto natatorio a Fontescodella continua ad essere un sogno per i maceratesi. L’attesa si prolunga, i mesi passano e il vuoto resta. «Una volta iniziati i lavori – ci spiega Aldo Birrozzi, membro del “Consorzio stabile maceratese”, il gruppo di aziende che si è aggiudicato i lavori – contiamo di consegnare l’impianto in 18 mesi» Solo 18 miseri mesi per ultimare un’opera che in origine era stata presentata come futuristica e qualificante per l’intera città ma i lavori non iniziano. «Purtroppo non siamo capitati in un momento felice – racconta Birrozzi – l’amministrazione comunale è cambiata da poco e abbiamo voluto lasciare alla giunta il tempo di integrarsi. Ora anche l’Università di Macerata, partner dell’iniziativa, ha cambiato Rettore.» I problemi non sono però solo quelli legati agli amministratori “di ruolo” ma anche alle caratteristiche specifiche dell’impianto: «L’iter è partito con l’approvazione dei progetti, poi sono intervenuti fattori geologici e necessità di altro tipo che hanno portato ad innalzare gli standard della struttura perché sia competitiva e assicuri una fruibilità massima ai cittadini. Questa sarà un’opera moderna che offrirà servizi superiori rispetto al progetto iniziale, sarà un complesso integrato che contempla sport e salute. Tutto ciò ha comportato dei costi superiori.»
Chi dovrebbe sostenere queste spese ulteriori? «Abbiamo proposto varie soluzioni perché le spese non gravino sull’amministrazione – va avanti Aldo Birrozzi -. Le nostre richieste sono ragionevoli e da bravi maceratesi stiamo facendo il nostro meglio per il bene della città, tutelando allo stesso tempo le istituzioni e il consorzio. Ci sono sul piatto varie ipotesi che l’amministrazione sta valutando e abbiamo lasciato loro tutto il tempo necessario per farlo.»
In effetti in questo ultimo periodo i cambiamenti che hanno interessato le figure guida della nostra città sono stati diversi ma l’iter che riguarda la costruzione del polo natatorio di Fontescodella parte da lontano.
Nel luglio del 2004 Comune di Macerata e Università firmarono un accordo che prevedeva la concessione gratuita di aree in diritto di superficie dall’Amministrazione all’Ateneo nella zona di Fontescodella per ospitare nuovi impianti sportivi e in particolare una piscina.
L’accordo sottoscritto dall’allora rettore Roberto Sani e dall’allora sindaco Giorgio Meschini prevedeva un complesso dotato di tre vasche, con relativi servizi e spogliatoi. Nel novembre 2007, Giorgio Meschini rispose ad un’interpellanza del consigliere Riccardo Sacchi (allora An) sui ritardi per la realizzazione dichiarò: « Gli uffici hanno quasi completato la predisposizione degli atti e del bando di gara. Entro questa settimana è prevista la pubblicazione del bando per un importo di lavori pari a 6 milioni 500 mila euro, di cui 4 assistiti dal contributo del Comune e dell’Università. Il resto sarà a carico del privato che si aggiudicherà la gara. Il bando prevede la formula della costruzione e della gestione da parte dell’aggiudicatario.» Il bando fu pubblicato il 19 novembre 2007 con scadenza 3 gennaio 2008. Tra le offerte presentate fu scelta quella del raggruppamento temporaneo di imprese formato da Sielpa srl, Sardellini costruzioni srl, Pipponzi srl, Crucianelli Rest-Edil srl, Eredi Paci Gerardo srl e Cipriani costruzioni srl, che nel luglio del 2009 ha firmato il contratto per l’affidamento della concessione di costruzione e gestione del complesso sportivo.
Al raggruppamento di imprese, dalla stipula del contratto, furono concessi 144 giorni di tempo per presentare il progetto esecutivo che, una volta approvato, doveva dare il via alla costruzione. Il contratto prevede che la durata della concessione per la progettazione esecutiva, la realizzazione e gestione delle opere è di 32 anni.
Il progetto indicativo del polo natatorio prevedeva a grandi linee tre vasche, la prima di 34,50 mt x 21 mt coperta per le attività sportive quali nuoto, pallanuoto, salvamento e nuoto sincronizzato, la seconda di 16,50 mt x 12 mt e la terza, scoperta, di 25 mt x 12,50 mt, due locali per gli spogliatoi riservati agli atleti, altri due per istruttori e giudici, ambienti ad uso infermeria e pronto soccorso, un locale per la ginnastica pre-natatoria, un altro locale adibito a magazzino, una tribuna per 530 spettatori circa, un bar-ristorante e un terrazzo con relative aree verdi e percorsi adiacente alla vasca scoperta e a suo servizio. Poi però sono sopraggiunti nuovi elementi come aveva confermato lo scorso luglio l’assessore allo sport Alferio Canesin: «Abbiamo incontrato gli imprenditori che si sono aggiudicati la gara e che dovrebbero iniziare i lavori. Ci hanno proposto ulteriori ampliamenti rispetto al progetto iniziale e questi richiederebbero un ulteriore finanziamento. Quindi ci siamo riservati di valutare le loro proposte quanto prima. Stiamo cercando di chiudere prima possibile per poter iniziare i lavori.»
Il finale dell’odissea della piscina maceratese resta ancora da scrivere.
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Me fate ride, chi se aggiudica l’appalto invece de costruì vole maggiori lavori e lu comune ce sta. Oh! Come se dice: l’ete voluti e adesso piagnete pure!!!
Il solito bla bla bla, il tempo passa e macerata dorme!!! L’unico capoluogo d’ Italia senza piscine, una vergogna.
Ridicoli!
Ce ne sarebbero di cose da dire…..
Non solo è l’unico capoluogo senza piscina ma è anche l’unica città del circondario a non averla: infatti ce l’ha Tolentino, Matelica, San Severino, Camerino, Civitanova, ecc. Macerata no! In compenso c’ha tanti palazzi, c’ha Valleverde. Sarà perchè c’ha certi amministratori?
Interessante che prima parte l’iter e poi dopo ci si accorge di fattori idrogeologici.
Un pò come a dire costruiamo qui (prendendo un punto a casaccio sulla carta) e solo dopo, quando oramai è quasi tutto pronto ed il progetto è in dirittura d’arrivio, ci accorgiamo che si vuole costruire in mezzo al lago…
Inoltre innalzare gli standard della struttura (cioè???? che significa????), renderla più competitiva (presumibilmente più competitiva -rispetto a prima- significa che -prima- faceva quasi schifo????) e renderla più fruibile (cioè prima si doveva entrare in ginocchio ed ora in piedi? prima c’era da arrmpicarsi sull’Everest prima di entrare??? Non si comprende) tradotto in soldoni: cosa significa????
Quanto ci verrà a costare di più???
E soprattutto, visto che verrà data in gestione, chi deciderà (quando finita) il prezzo di ingresso??????
Si potranno vedere, al contrario dello Sferisterio, i conti? i bilanci? I costi?
Stecca tanto i maceratesi fa spallucce e continua imperterriti!!!!!
Non solo è ridicolo ma anche inesatto. La vicenda della piscina nasce nel 1998 da un accordo tra l’amministrazione menghi e il rettore Febbrajo. Quest’ultimo incarica un professionista per fare il progetto. Questo progetto viene gettato alle ortiche dal nuovo rettore Sani con il silenzio assenso di Meschini. I due si accordano su un nuovo progetto più grandioso e costoso, ampliando gli spazi per renumerare meglio la gestione. Si affida l’appalto -nei modi che sappiamo essere tradizionali per Macerata- al consorzio stabile che subito si rivela meno stabile e “robusto” del previsto. E’ colpa della crisi finanziaria dicono all’inizio, poi bisogna aggiornare il progetto e renderlo maggiormente remunerativo (anche questo è tradizione consolidata), infine è colpa del ricambio degli amministratori dei due Enti promotori che “hanno la libertà e tutto il tempo a disposizione per valutare le proposte “migliorative” che l’appaltatore ha fatto all’appaltante. E’ tutto così in questa città, dalle strade alle opere pubbliche dove il governo locale, quello riconosciuto istituzionalmente, in sostanza non conta nulla. E’ su queste cose che si deve mostrare la consistenza della “nuova storia di Carancini”, non sulle scale mobili, l’urbanistica o la composizione della Giunta.
@abelardo
INconsistenza, mi sembrerebbe più esatto dire….
se cera il progetto e se ci sono gli imprenditori che hanno vinto il bando , si deve fare e basta . poi se i loro geologhi hanno sbagliato le spese in piu le fate sostenere a loro. oppure abbandonate il progetto e si rifarà un altra asta per la costruzione. ma purtroppo le regole non sono cosi e giustamente prima si prendono gli appalti e poi dio provvede. ma sta per arrivare il federalismo e dopo ci sarà da ridere. chi sbaglia paga.
geoligi . mi scuso.
il progetto originario delle piscine di fontescodella fu ampliato in modo faraonico perché, al tempo, i committenti pensarono di poter usufruire dei fondi destinati ai mondiali di nuoto avvenuti quest’anno. Il tempismo progettuale non ha però rispettato i tempi necessari per la richiesta dei fondi del coni.
scegliere la zona di fontescodella, ricca di acqua nell’immediato sottosuolo, come sito per le piscine evidenzia, più che una ingenuità-errore progettuale, una forte determinazione politico-urbanistica nel costruire nelle immediate vicinanze del centro di macerata. d’altra parte, come sottolineato da abelardo, anche i progettisti-imprenditori appartengono alla cerchia di chi costruisce via trento, valleverde, etc
E’ vero i comuni mortali non capiscono . Una cordata di aziende vince l’appalto dove vengono definite le caratteristiche del progetto che si sono impegnati a realizzare , senza che nessuno li obbligasse. Ora chiedono di “aggiungere” opere che non vengono spiegate e che richiedono incrementi di spesa.
Chi ci fa capire veramente di cosa si tratta ? Quale sarebbero i vantaggi per il pubblico e per la collettività? e quale è l’incremento di spesa ? E perchè solo ora e non prima ? L’amministrazione , data l’attuale situazione , non si può ASSOLUTAMENTE permettere di tirare fuori ancora soldi su di un progetto che era già stato definito con standard che dobbiamo credere almeno accettabili, altrimenti chi ci ha lavorato cambia mestiere , no ? Insomma queste cose non vanno più bene . Prima di tutto CHIAREZZA !
avendo valutato positivamente il progetto originale fino al punto di sottoporlo a gara di appalto (scelta politica/tecnica) perché non si obbliga la cordata a fare subito il lavoro alle condizione dell’offerta accettata pensando anche ad una possibile richiesta di risarcimento per il danno arrecato alla collettività?
@ebul ebul
Facciamo l’ipotesi che stiamo vivendo e discutendo di una ipotetica, inesistente, città nella Terra di Mezzo sulla Luna e che bisogna costruire una nuova semplice panchina nel Mare della Tranquillità
Ma se tu mi fai da sponsor e mi aiuti in una campagna elettorale è mai possibile che poi non sia riconoscente?
Siccome a me piace andare al ristorante, e tu copri i miei conti, e mai possibile che poi io faccia il tirchio, soprattutto se i soldi non sono i miei?
Se tu mi fai il piacere di fare sconti fuori mercato se un mio cugino, di quarto grado, acquista da te un bene e mai possibile che poi, se vieni a chiedere tu un piacere, io dica no?
Se, per un deprecabilissimo errore, parte del tuo nero è casualmente finito in un conto corrente di mia zia credi che sia possibile poi che io non sia favorevolmente impressionato se tu migliori un progetto?
Chissà come saranno contenti i pronipoti dei figli di mia nipote, quando si inaugurerà questo celeberrimo polo natatorio! Io poi, dal Cielo, potrò fare delle bellissime foto… naturalmente se, prima, non sarà tornato Nostro Signore coi suoi angeli e i suoi santi per la fine del mondo.
@Davoli
Mi pecchi di superbia…
Chi te lo assicura che sarai in Cielo??? 🙂
Forse ci è sfuggito che il Consorzio ha proposto all’amministrazione varie soluzioni per non far gravare sulla collettività le “maggiori spese”. quali siano queste modalità non lo sappiamo ma possiamo provarre ad immaginarlo. I maggiori costi si coprono con maggiori ricavi e tenendo conto delle caratteristiche del progetto i maggiori ricavi possono venire dalla vendita di qualche unità immobiliare o dall’incremento delle entrate della gestione o da un mix dei due. Le imprese che ricercano il profitto, come è giusto che sia, devono farlo , a parere di molti anche se non di tutti, rispettando le regole del gioco (e qui si cambia la posta in palio a competizione avvenuta) , gli interessi della collettività (che viene tenuta in “ostaggio” utilizzando la sua giusta richiesta per un servizio importante come fattore di pressione) e la trasparenza (e della “trattativa” in corso se ne conoscono pubblicamente solo alcuni aspetti). Insomma la richiesta credo debba essere che su questo argomento si vada a fondo come giustamente è stato fatto in altri casi recenti
Come sempre, per evitare brutte sorprese, viene da chiedersi “Chi c’è dietro”? E poi scegliere secondo i propri gusti.Quando si fa sera e la notte allunga le ombre le paure possono svanire anche in una risatina.
Solita storia, la classe politica volutamente presa per il collo da imprenditori che dettano legge.
Ce li dovete fà stà, no come accaduto in passato per esempio per via Trento che dopo aver fatto i loro porci comodi non hanno portato avanti la riqualificazione della schiera di casette con i cessi in bella vista!
Tirate fuori le [email protected]@e!
… unica certezza, il polo natatorio, rimane un mancato impegno elettorale per tanti personaggi di questa politica nostrana (tutta) incapace di amministrare e garantire un servizio necessario alla collettività maceratese … certo è che se il Consorzio avesse chiuso la stessa trattativa con un soggetto privato il committente sarebbe con i piedi a mollo da tempo, perché prima di sottoscrivere un accordo, chi lo fa’con responsabilità dirette, valuta per tempo e con dovuta perizia il progetto (contenuto/necessità) limitandolo all’ interno di un investimento possibile (costo/benefici), e firma un contratto solo dopo aver visto garantiti tempi e qualità attraverso vincoli ben precisi (capacità/obbiettivi) … è inaccettabile leggere che a valle di un accordo definito da tempo tra Amministrazione e Consorzio, ci si nasconda dietro una patetica scusa di avvicendamenti e rimescolando le carte si consenta a chi si è assunto un onere di non far niente, in attesa di “grazia”