Casette Verdini: abbattuti
13 alberi d’alto fusto

I cittadini non ci stanno

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di Nicola Prenna
Ricevo una segnalazione da parte di alcuni abitanti di Casette Verdini e Sforzacosta che ritengo giusto rendere nota.
“Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto la cena dei suoi rondinini”. Così cantano i versi pascoliani, ma in questo caso a morire non sono solo gli uccelli che il nido non lo trovano più perchè caduto insieme agli alberi che gli uomini hanno tagliato per costruire l’ennesimo edificio. Sono stati abbattuti di notte gli alberi, perché a tale scempio qualcuno sicuramente si sarebbe opposto e non sarebbe occorsa molta sensibilità ambientale per farlo. Alcune notti fa circa tredici pini dell’YImalaya, alberi di alto fusto di trenta forse quarant’anni, purtroppo non protetti, giacevano a terra, troncati di netto, senza vita. Credetemi, vedere quegli alberi stesi sul terreno è stato straziante e il pensiero non va solo agli uccelli che agli alberi affidano la propria sopravvivenza, ma all’ossigeno che le piante rilasciano, lo smog che esse assorbono (le piante abbattute si trovavano sulla nazionale), alla bellezza del paesaggio. Gli alberi hanno la capacità di assorbire l’inquinamento, abbatterli vuol dire lasciare respirare a noi il veleno. Non si vuole tanto contestare l’innegabile ius aedificandi del cittadino che decide di abbattere alberi per cementificare: non vogliamo frenare la crescita o la produzione, anche se a questo punto ci si chiede se non  sarebbe meglio una sana decrescita piuttosto che continuare a crescere a scapito di tutto.
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Quello che qui ci preme sottolineare è perchè l’amministrazione comunale di Pollenza,  che dovrebbe fare delle scelte anche a tutela dell’ambiente, lasci Casette Verdini in balia di speculazioni edilizie con piani regolatori disarmonici, mancanza totale di verde e piante perché quelle poche esistenti si trovano all’interno di proprietà private, come nel caso degli alberi abbattuti. Come mai con tanta facilità si rilasciano concessioni per abbattere alberi e non si pensa invece a valorizzare il centro abitato riqualificandolo con il verde? E’ possibile che la pianificazione urbanistica in zone residenziali non preveda il rispetto per le essenze esistenti che costituiscono a tutti gli effetti, arredo del paesaggio e non solo legname da abbattere? Ricordiamo che il rispetto dell’esistente è anche incentivato e normato dal protocollo di Kyoto e non solo a vantaggio della bellezza del luogo ma per una maggiore salubrità dell’aria. E qui entriamo nel merito. Casette Verdini  insieme a Sforzacosta sono i centri che più subiscono l’impatto ambientale del Cosmari: il cattivo odore soprattutto d’estate è nauseante. La qualità della vita è già compromessa dall’inceneritore, perché renderla ancora più intollerabile con brutture edilizie, capannoni, cemento ovunque, nessun albero e poco verde? Premettendo che Pollenza fa parte dei Comuni che percepiscono l’eco-indennizzo per l’esternalità negativa del Cosmari, ricordiamo al Sindaco e alla sua giunta che il centro di Casette Verdini conta un numero di residenti superiore a quello del suo capoluogo pertanto meriterebbe lo stesso livello di attenzione con scelte chiare e coscienziose nella valorizzazione e tutela dell’ambiente a beneficio di tutti.
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Lo scorso aprile alberi improvvisamente spariti a Macerata, nel quartiere Pace:

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