di Laura Boccanera
Maceratesi pistacoppi e civitanovesi pesciaroli: gli stereotipi che derivano dall’antica rivalità fra la cittadina costiera e la “granne” città della collina sono ancora oggetto di interesse, tanto da essere al centro del convegno organizzato per i 125 anni del Carlino. Una lotta pari a quella tra Atene e Sparta, tanto per esagerare, sinonimo di cultura una e di lavoro l’altra, arroccata, chiusa dalle mura e un po’ snob Macerata, aperta sul mare e dal carattere rude e spigoloso Civitanova. Testa e stomaco, potremmo dire per semplificare: <<Siamo dei corsari, senza legge e un po’ pirati>> mi disse una volta un’amica molto legata alla sua città, e forse un po’ è anche vero, ma a distanza di anni, nell’era digitale in cui i confini sono impalpabili, labili e sfilacciati ha ancora senso parlare di rivalità? Se l’è chiesto anche Hermas Ercoli intervenuto al convegno con una specie di breve “lectio magistralis” con diversi spunti di riflessione nonostante il dibattito leggero.
<<Nessuno pensava all’inizio del secolo che quel villaggio di pescatori potesse insediare Macerata, la città delle città, la più grande delle Marche – ha esordito Ercoli – fatta eccezione per un sociologo e giornalista tedesco che nel 1962 prefigurò uno scenario che si materializzò come reale con gli anni. Quella ferrovia, che dopo l’unità d’Italia stavano costruendo, avrebbe cambiato l’assetto urbanistico di questa terra e avrebbe costretto Macerata a scendere dal colle ed aprirsi al mondo per mettersi in contatto con la vita>>. Da quel momento in poi le due città si formarono sulla scorta di alcune tendenze: culturale, intellettuale, di pensiero Macerata, operosa, lavoratrice e un po’ ignorante Civitanova. <<Ma gli equilibri sono cambiati – continua Ercoli – TuttoinGioco è stato l’effetto e non la causa di un cambiamento. Gli equilibri si sono compromessi, quella complementarietà che le lasciava distinte oggi si è infranta anche se Macerata ancora gode delle rendite culturali che ha accumulato nel tempo con la presenza dei gruppi dirigenti, gli organigrammi, le università, ma il futuro è qui, Civitanova si sta riscattando, la guerra fra Macerata e Civitanova è finita, purtroppo è finita male per Macerata e bene per Civitanova>>. L’eterno derby torna dunque a segnare un vantaggio, e se lo dice un maceratese.
Foto di Guido Picchio
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Spero di aver capito quello che ha detto… soprattutto da abitante della città alta!!!
Prima di stilare classifiche e graduatorie occorre stabilire i criteri di valutazione. Se prendiamo come parametro la cultura e la “signorilita'” Macerata sta anni luce avanti. Se si confrontanotano invece le ricchezze materiali Civitanova sta avanti, forse. Dico forse perchè il Civitanovese è portato ad ostentare, all’opposto del Maceratese più incline alla riservatezza.
Un maceratese dice, embrerebbe a a Citanò, che la città è avanti a Macerata….
…..E quale istrione che è Ercoli come poteva essere altrimenti?
Soltanto che dimentica di dire, parlando di TuttoinGioco, che basterebbe che venisse spostata in collina e Citanò tornerebbe ancora indietro, quindi cioè non è questone di cità collinare o costiera ma è solo qustione di programmi culturali.
Ed in fatto di cultura Macerata non credo sia seconda nessuno, ne in Regione ne in Provincia.
MACERATA PROVINCIA ITALIANA::CITANO’………..!!!!!
Ritengo che l’abbia davvero sparata grossa Ercoli! sono nato e vissuto a Macerata per 30 anni, da due anni sto a civitanova, tra un anno se Dio vuole torno a Macerata, e in questi due anni ho visto un’arretratezza culturale senza pari. Se poi parliamo dei locali notturni, delle pizzerie e dei ristoranti, allora è un altro discorso; ma non penso che siano questi i parametri per misurare il grado di cultura e di civilizzazione di una comunità.
Per fortuna che la festa del carlino non si è svolta a Pitino,sarebbe stato brutto sentirsi dire che Pitino da frazione avanza e conquista l’Europa