Da oggi pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale di Macerata è esposto il Crocifisso. Una breve cerimonia si è svolta alla presenza del presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci, dei Consiglieri provinciali che fanno parte della Commissione “Affari istituzionali” e di diversi dipendenti provinciali addetti agli uffici del Consiglio, della Giunta e della Presidenza.. Per la Giunta provinciale è intervenuto l’assessore Giorgio Bottacchiari. E’ stato proprio lui, in rappresentanza del presidente Franco Capponi, impossibilitato ad essere presente per un imprevisto dell’ultimo momento, ad esporre il Crocifisso. Benedetto da Don Gianluca Merlini sacerdote della segretaria della Diocesi di Macerata, il Crocifisso ligneo di artigianato locale è stato posto al centro delle parete sopra lo scanno più alto della Presidenza.
L’esposizione per la prima volta del simbolo delle Cristianità nella sala del Consiglio provinciale è avvenuta esattamente un mese dopo l’approvazione della relativa mozione, a suo tempo presentata dal consigliere Enzo Marangoni, anche lui oggi presente alla cerimonia. Il 18 gennaio scorso, infatti, il Consiglio provinciale e con esso la Giunta, attraverso il voto favorevole del presidente Capponi, aveva approvato il documento che impegnava l’Amministrazione all’ostensione, nell’aula consiliare, del Crocifisso “che – si leggeva nella mozione – potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente stimolante, a prescindere dalla religione professata dai consiglieri”.
(Foto di Guido Picchio)
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La decisione ha fatto molto parlare e non sono mancate le polemiche. Riportiamo l’articolo dell’annuncio dell’esposizione del crocifisso nella Sala consiliare con il conseguente dibattito tra i lettori:
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patetici…
……”POTRA’ SVOLGERE ANCHE IN UN ORIZZONTE LAICO, DIVERSO DA QUELLO RELIGIOSO, UNA FUNZIONE SIMBOLICA ALTAMENTE STIMOLANTE”….
Non credo che si possa parlare di sanità mentale se qualcuno riesce a partorire simili aborti pseudo-culturali linguistici.
Più che in raccoglimento sembra si raccomandino… un aspetto pagano della religiosità. Un misto tra i tre magi e aldo giovanni e giacomo.
C’imo più chiese che cristià. La Madonna che te guardà su la piazza (c’è rmasta solo essa), quando bbochi a Macerata te nforma che stai a passà drendro la “Città della Pace” (e Civitas Mariae, nel caso non l’aveste ancora capito), la radio cittadina trasmette , il provvedimento più importante in questo momento era votare pe piccà l’ennesimo crocefisso in un luogo istituzionale. Che almeno non si parli di laicità, per favore. L’Iran è molto meno ipocrita.
la parte mancante sulla radio è che trasmette dalle proprietà della curia di via Cincinelli, ovviamente!
Ho sempre creduto nel crocifisso,nell’Immagine della Madonna e di Don Bosco. Mi hanno tanto aiutato nella vita. Le nostre radici cristiane sono queste e portano tanta serenità. Giusto che sia rappresentato anche in Provincia, può portare riflessione durante le discussioni, richiamando qualcuno alla coerenza politica nel rispetto degli impegni presi con il popolo sovrano che li viene amministrato.
Signor Tacconi, se il crocefisso porta tanta serenita’ nell’Ente Provincia, propongo al mio consigliere di riferimento Fabio Corvatta di emendare la delibera chiedendo l’affissione di ben due crocefissi. Potrebbe bastare, potrebbe…
La Provincia con quella foto pubblicata su cronache M, più che un ente pubblico mi pare una stanza di sacrestia!!! manca solo un prete! Ma lasciamo da parte i crocifissi per favore e pensiamo a lavorare, tanto se uno vuole lavora con serenità, anche senza crocifisso si può fare ugualmente magari con una semplice preghiera mattutina a nostro Signore prima di entrare nel posto di lavoro.
Che patetico spot pubblicitario-elettorale. Definirei lo spettacolo osceno, anzi, decisamente pornografico, feticista. La religiosità è davvero altro e ben difficilmente mi sembra albergare tra quelle foto.
Concludo come sempre: se fossi cattolico mi incazzerei davvero.
Vorrei postare una considerazione circa le parole del Sig. Tacconi: premesso che rispetto il suo credo e sono davvero contento che abbia raggiunto la serenità grazie alla fede religiosa, qui non è in discussione o meno il crocefisso in sé, ma il fatto che un simbolo religioso venga, per l’ennesima volta, esposto in una sede istituzionale.
Il discorso delle radici è assai pernicioso, a mio modo di vedere. Non vedo perché non si debba risalire alle nostre radici romane ed edificare un altare a Venere davanti allo Sferisterio, o a Cerere dalle parti di Montalbano. In Sicilia, dove permangono fortissime testimonianze della colonizzazione fenicia/cartaginese, come all’isola di Mothia, potrebbero quindi richiamarsi a quelle radici e dedicare una statua al Dio Baal da porsi nell’ingresso di un qualsivoglia municipio del posto.
Se uno stato è laico e aconfessionale deve rispettare i suoi cittadini. Tutti. E ci sono cittadini italiani che non sono cattolici, cristiani, ma anche ebrei, musulmani, animisti, testimoni di Geova, agnostici, atei. Uno stato laico non privilegia una religione a discapito delle altre. Se un politico ha bisogno di vedere due linee che si intersecano attaccate al muro per riflettere, per agire secondo coscienza, per essere ispirato allora a mio avviso non è un buon politico (posto che comunque il crocifisso abbia tale potere di suggerire tali profonde riflessioni. Io metterei delle foto dei paesi da cui provengono i “clandestini” oggi tanto demonizzati, per far vedere le condizioni in cui “vivono”. Darebbe un sacco di spunti al legislatore, ma è una mia idea).
Se uno è cristiano, cattolico, il crocifisso ce l’avrà sicuramente in testa, nel cuore, ed è giusto che ispiri le sue idee e la sua azione politica. Ed è giusto che nel privato ne esponga quanti vuole: a casa mio sono liberissimo anche di ricreare una via crucis. In pubblico, no. E Macerata fa invidia alla Città del Vaticano in quanto a simboli religiosi, stiamo sfiorando la superstizione…
condivido con tutti gli intervenuti, si poteva esporre in silenzio, senza folclore fotografico e con devota religiosità visto largomento molto dibattuto e troppo politicizzato.
Se non ricordo male quando ci sono i jamboree internazionali del scout ( http://it.wikipedia.org/wiki/Jamboree_(scout)) e ci sono ragazzi provenienti da ogni anglo dela Terra c’è un luogo riservato alla preghiera e alla meditazione.
Prorpio perchè i partecipanti professano moltereligioni differenti, ed alcuni sono anche laici, il luogo di preghiera e meditazione è un luogo spoglio, senza alcun simbolo religioso.
Io credo che se credi (scusate il gioco di parole) Dio è sempre con te, indipendentemente se c’è un crocifisso o c’è la foto del Presidente della Republica o il simbolo della Pace oppure l’immagine di Ganesh (http://images.google.it/images?hl=it&source=hp&q=ganesh&oq=ganes&um=1&ie=UTF-8&ei=vMt-S7m7D4qUsQaJi8XHDQ&sa=X&oi=image_result_group&ct=title&resnum=4&ved=0CCUQsAQwAw )
Io vorrei ricondurre la riflessione su binari più politici. Come sostiene Adelio Bravi, tralascerei il feticismo per dedicarmi a questioni più serie: vi rendete conto che la provincia, in otto mesi di amministrazione, va sui giornali e, in generale, sui mezzi di comunicazione (con tanto di foto di gruppo) per aver esposto un crocefisso in sala consiliare? Perchè non iniziamo a riflettere sull’inerzia, sull’ignavia, sulla pochezza dell’amministrazione Capponi piuttosto che parlare di dettagli? Non c’è un solo progetto attivato, gli stessi progetti regionali (attorno ai quali circolano milioni di euro) vengono snobbati o, nella migliore delle ipotesi, trascurati, le tante cose avviate in precedenza sono state tutte gettate alle ortiche. Questo è Capponi, questa è la sua amministrazione. Tanti dipendenti – credetemi – sono frustrati perchè passano intere giornate a non far nulla e questi bellimbusti posano davanti ad un crocefisso come se avessero fatto chissà che cosa…
L’hanno messo in croce un’altra volta, ecco cosa hanno fatto. A me ovviamente un crocifisso appeso in un luogo pubblico non dà alcun fastidio, mentre me ne danno molto tutti quelli che ce l’appendono non per amore a Lui ma per amore a sé stessi. E qui, oggi come oggi, non si contano…