«Taglio di corse, pochi autisti
e bus sempre più vecchi.
Così Apm mette a rischio il servizio»

MACERATA - L'allarme dei sindacati che chiedono un confronto con Comune e azienda: «Non c’è un piano industriale, una visione ed investimenti su mezzi e risorse umane per programmare un tpl all’altezza»

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La conferenza stampa dei sindacati

di Mauro Giustozzi

«A rischio il tpl gestito da Apm: taglio di corse, mancano gli autisti, i bus sono sempre più vecchi ed inadeguati. Non c’è un piano industriale, una visione ed investimenti su mezzi e risorse umane per programmare un servizio che sia all’altezza delle richieste di utenti, in maggioranza studenti, lavoratori delle fasce più deboli e anziani». E’ il grido di allarme che viene lanciato dai sindacati che chiedono urgentemente un confronto diretto con Comune di Macerata ed Apm per affrontare le tante problematiche sul tavolo che, invece, vengono sempre rinviate o derubricate da chi gestisce il servizio urbano di trasporto.

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All’iniziativa hanno partecipato tutte le segreterie provinciali del settore trasporti dell’azienda Apm, Angelo Ceccarelli segretario Filt Cgil, Giovanni Guglielmo coordinatore Fit Cisl, Roberto Guazzarotti segretario Faisa Cisal ed i rappresentanti delle rsu Fabio Fattinnanzi (Filt), Alessandro Merlini (Cisl) e Roberto Scarponi (Faisa). Presenti anche Rocco Gravina responsabile Cisl Macerata e Daniele Principi segretario Cgil provinciale. Il quadro prospettato dai sindacalisti è preoccupante perché vede un servizio urbano di trasporto pubblico in affanno, dove si tagliano le corse, 12 le linee pomeridiane che sono state tagliate, altre 4 o 5 hanno subito accorpamenti. Le Marche ricevono risorse dal Fondo nazionale trasporti, ma sono ultime per finanziamento del tpl col 2,17% dei fondi: la Regione eroga all’Apm circa 1 milione 250 mila euro, che equivale a 1,53 euro al chilometro. A questa somma si aggiunge un contributo di 860 mila euro che eroga il Comune di Macerata, il che fa salire a 2,50 euro il contributo chilometrico.

Conferenza-stampa-sindacati-trasporto-4-min-650x367Ebbene mentre le società di trasporto limitrofe fanno investimenti come il rinnovo della flotta autobus, accordi sindacali di secondo livello, cosa che invece non accade in Apm, nonostante i sindacati si siano battuti per cercare di suggerire soluzioni da prendere assieme per migliorare e potenziare il servizio.

«Il parco bus è datato, parliamo di mezzi che hanno 20 o 25 anni di attività, privi di aria condizionata o pedane a norma per far salire e scendere i disabili, e pare che non ci sia alcuna intenzione di acquistare veicoli nuovi da parte di Apm – sottolinea Giovanni Gugliemo – poi non ci sono trattative di secondo livello. Abbiamo chiesto a più riprese ad Apm e Comune un incontro congiunto per discutere di queste problematiche, ma i pochi incontri fatti sono stati parziali con un rimpallo di responsabilità tra Comune e Apm. Sono mancati il sindaco e il presidente di Apm. A questo aggiungiamo la carenza di autisti, un problema generale, però altrove vediamo che li trovano. E invece in Apm si fanno tagli di servizi perché non ci sono autisti. Come dimostra la delibera 432 dello scorso 14 novembre dove si prevede un taglio netto di 12 corse negli orari pomeridiani e altre vengono accorpate. Viene giustificato come riorganizzazione per il periodo natalizio, in realtà è perché manca il personale. Scelte fatte in maniera unilaterale senza alcun coinvolgimento dei lavoratori».

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Da sinistra Fabio Fattinnanzi, Angelo Ceccarelli e Giovanni Guglielmo

Dal canto suo Angelo Ceccarelli, segretario Filt Cgil, ha sottolineato come il parco autobus sia oramai vetusto e come l’organico sia sottodimensionato già oggi e, con i futuri pensionamenti ad inizio 2026 mancheranno circa 6 unità nella pianta organica dei conducenti. «Sono stati fatti dei concorsi per autisti, all’ultimo hanno partecipato in sei ma nessuno di loro è poi voluto venire in Apm, scegliendo altre collocazione nel privato – ha ribadito Ceccarelli -. I bus che ci sono hanno oltre 20 anni di attività, molti di questi mezzi ha raggiunto e superato la percorrenza di un milione di chilometri con tutto quello che ne consegue sulla tenuta strutturale e motoristica, sicurezza dei veicoli. Quello che è più grave è che non ci sono risposte, non ci sono prospettive, non ci sono strategie industriali di Apm che continua ad avere perdite in questo servizio di 400/600 mila euro l’anno. L’utenza non usa il bus, quindi i ricavi da abbonamenti e biglietti sono modesti».

Roberto Guazzarotti, segretario Faisa Cisal, ha puntato il dito sulla difficoltà a reperire autisti che porta poi ad un taglio dei servizi e delle corse. «Il problema del calo dell’utenza è scoppiato drammaticamente dopo il Covid – ha detto – che ha allontanato le persone dall’uso dei bus che servono soprattutto a studenti, anziani e lavoratori disagiati. Tagli che hanno ripercussioni per l’utenza, anche nel rispetto degli orari. La realtà è che non si vuole investire nel tpl: non si fanno le corsie preferenziali, la viabilità è problematica per dei bus molto grandi, le auto a Macerata arrivano ovunque, non c’è una ztl in centro storico. Il tpl urbano è un fatto anche sociale: il Comune deve intervenire e occuparsi di ciò che non funziona in Apm. Invece sinora i pochi incontri effettuati sono stati inconcludenti».

La richiesta che arriva dai sindacati è che subito dopo il periodo delle festività Comune e Apm convochino un incontro alla presenza delle segreterie sindacali per affrontare tutte queste problematiche che sono irrisolte. In conclusione il segretario Cgil Daniele Principi ha detto che «è necessario capire che futuro ha in mente Apm sul tpl in città, dove si vuol andare a parare» mentre Rocco Gravina della Cisl ha rimarcato che «è necessario fare chiarezza su quale piano industriale ha in mente Apm nel rispetto dell’utenza e dei maceratesi che usufruiscono di questo indispensabile servizio per muoversi in città».



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