
Roberto Cherubini e il presidente della Provincia e sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli
«Riunione dell’Ato sull’acqua: la verità viene a galla». Inizia così la nota diffusa da Roberto Cherubini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Macerata, a poche ore dalla seduta di stamattina dell’Assemblea dell’Ambito territoriale ottimale 3. Al centro, la questione della gestione del servizio idrico e delle consulenze affidate nel processo di istituzione del gestore unico.
«Nella seduta odierna dell’Ato 3 – scrive Cherubini – il presidente della Provincia Sandro Parcaroli ha dato lettura di una e-mail a dir poco inquietante che rivendica il raggiungimento di un segreto obiettivo: “L’aver portato a termine l’operazione Gattopardo”. Essere riusciti quindi a cambiare tutto per non cambiare niente. È difficile immaginare una confessione più esplicita. Diventa allora evidente il ruolo di alcuni consulenti chiamati ufficialmente “per risolvere il problema”, ma che nei fatti hanno lavorato per mantenere assetti, incarichi e parcelle. Non il bene comune, non l’interesse dei cittadini, ma la difesa delle proprie prebende».
«L’acqua pubblica – continua Cherubini – significa trasparenza, controllo democratico, meno intermediazioni e meno parcelle. Ed è proprio per questo che viene ostacolata. Chi avrebbe dovuto garantire competenza e soluzioni ha invece contribuito a conservare un sistema che favorisce pochi a scapito di tutti. A questo punto si pone un tema che non può più essere eluso: la richiesta di risarcimento dei danni. Se consulenti pagati con risorse pubbliche hanno remato contro l’interesse generale, ostacolando soluzioni più efficienti e coerenti con la gestione pubblica dell’acqua, è legittimo chiedere che rispondano anche economicamente del danno prodotto».
«Non a caso – conclude – l’opposizione maceratese si astenne su quella delibera, segnalando criticità che allora furono liquidate con sufficienza ma che oggi trovano piena conferma in quanto successivamente rilevato dalla Corte dei conti. I rilievi non erano strumentali: erano fondati. Di fronte a tutto questo, il silenzio non è più accettabile. I cittadini hanno il diritto – e il dovere – di ribellarsi politicamente a questo modello: pretendere acqua davvero pubblica, decisioni limpide, e professionisti al servizio della comunità, non il contrario».
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Blablablabla...blablablabla....blablablabla...
A Cherubini.....ma quando ci sono le elezioni!!!!
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Eppure avevamo vinto un referendum per l’acqua pubblica! Povero Alex Zanotelli, il missionario che ha lasciato i suoi protetti per venire in Italia a “salvare l’uomo bianco”!
Non solo i cittadini hanno il diritto di venire risarciti, ma anche quello di vedere consiglieri e rappresentanti portare tutto alla corte dei conti!
Hanno il diritto di partecipare al direttivo in qualità di cittadini (associazioni) e l’organigramma trasparente.
Un vizio italico la polverizzazione delle poltrone per mantenere il potere, ma chi paga quello che C. Banfield ha chiamato familismo amorale e che oggi si banalizza chiamandolo amichettismo?