Riapre il municipio di Loro Piceno,
il Comune torna a casa.
«Portiamo vita al centro»

TAGLIO DEL NASTRO - Conclusi i lavori di miglioramento sismico finanziati con 1,5 milioni di euro. Il commissario alla Ricostruzione, Guido Castelli: «Interventi come questo dimostrano che il territorio sta rinascendo nel segno della sicurezza e della qualità»

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La riapertura del municipio di Loro Piceno

Dopo anni di trasferimento provvisorio nei locali della scuola secondaria, la sede comunale di Loro Piceno torna nel cuore del paese. È stata inaugurata questa mattina la storica sede municipale, restituita alla comunità al termine di un complesso intervento di riparazione dei danni e miglioramento sismico avviato dopo il sisma del 2016. L’opera, finanziata dalla Struttura commissariale con un contributo complessivo di 1.506.200 euro, restituisce ai cittadini un edificio che, per la sua storia e collocazione, rappresenta un punto centrale della vita amministrativa e civile del paese.

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Il sindaco Robertino Paoloni e, con il microfono, il commissario alla Ricostruzione, Guido Castelli

L’attività amministrativa rientra così nel palazzo eretto nel 1624 e ridisegnato dall’architetto Pietro Augustoni nel 1780, posto tra la chiesa di Santa Maria di Piazza e il Castello. Il restauro ha seguito criteri conservativi, privilegiando interventi poco invasivi e rispettosi dell’autenticità originaria.

«La consegna di un edificio pubblico storico, restituito alla sua comunità più sicuro, più funzionale e pienamente adeguato dal punto di vista sismico, testimonia l’efficacia e la concretezza della ricostruzione in corso. Interventi come questo dimostrano che il patrimonio pubblico dei territori colpiti sta rinascendo nel segno della sicurezza e della qualità, riportando la vita nel cuore di borghi e paesi. Ringrazio il sindaco Paoloni, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’Usr Marche», ha commentato il Commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli.

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Il sindaco Robertino Paoloni ha sottolineato il valore simbolico del rientro nella sede originaria: «Ringrazio il Commissario Guido Castelli e tutta la Struttura per la vicinanza e per il lavoro svolto che ci ha permesso di rientrare nel nostro Municipio. Il mio pensiero va ai cittadini, perché questo edificio rappresenta la casa comune, un tassello fondamentale della ricostruzione ormai ben avviata nel nostro territorio. Negli ultimi due anni abbiamo registrato una forte accelerazione anche sulla ricostruzione pubblica, oltre alla privata che procede da tempo. Il Palazzo comunale è il luogo in cui si esercita la democrazia e il lavoro quotidiano della nostra comunità. Tornare nel centro storico significa riportare vita nel cuore del paese. In questi anni sono entrati nuovi dipendenti assunti per la ricostruzione, che non avevano mai lavorato nella sede storica: oggi possono finalmente riconoscere e vivere gli spazi che identificano il nostro Municipio. Ritroviamo le stanze storiche impreziosite da affreschi e decori restituiti alla loro bellezza. Alcune opere d’arte – ha spiegato – rientreranno prossimamente quando ci saranno tutte le condizioni ideali per evitare sbalzi termici alle stesse tele».

L’intervento ha riguardato il ripristino della continuità muraria, il consolidamento delle volte in canna e gesso, la ricostruzione di parti della copertura, l’inserimento di cordoli e tramezzi strutturali, il rafforzamento del torrino e la riorganizzazione funzionale degli spazi, con nuovi collegamenti interni, servizi igienici, aggiornamento degli impianti e nuove finiture. Particolare attenzione è stata dedicata al restauro degli affreschi presenti nelle sale del Sindaco e del Consiglio, riportati alla piena leggibilità. Data la complessità del bene storico, l’opera ha beneficiato anche delle risorse aggiuntive del fondo integrativo per la ricostruzione pubblica e del fondo speciale previsto dall’ordinanza 126/2022.

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Il Palazzo comunale custodisce un patrimonio artistico significativo. Nella Sala Consiliare sono presenti il ritratto del cardinale Giuseppe Mori, quello di Padre Donato Camacci e una serie di ritratti dei cardinali protettori della Comunità di Loro dal XVI al XIX secolo. Completano gli arredi un leggio proveniente dal convento dei Cappuccini, un lampadario in cristallo ottocentesco e panche lignee provenienti dalla chiesa di San Francesco e dal palazzo della Comunità. Nello studio del Sindaco si trovano invece una Madonna con Bambino in terracotta invetriata della scuola di Andrea della Robbia, specchiere sette-ottocentesche, un inginocchiatoio seicentesco, un dipinto settecentesco di San Giorgio e il Drago e un tavolo in legno con piano in marmo verde del XVIII secolo.

Non sono ancora rientrate due opere che restano temporaneamente esposte nella chiesa di Santa Maria di Piazza: L’Assunzione della Vergine di Ercole Ramazzani e un dipinto settecentesco raffigurante San Liberato con i Beati Umile e Pacifico.

Di grande valore anche l’archivio storico comunale, riordinato nei primi anni Duemila, che raccoglie documenti dal XIII secolo: registri, catasti, carteggi e una copia quattrocentesca, in caratteri gotici, dell’iscrizione bronzea rinvenuta durante i restauri del nucleo feudale, dedicata a Valerio Arunzio, figura legata alla restaurazione di un’antica fortificazione locale.

La ricostruzione a Loro Piceno presenta un quadro in forte avanzamento: oltre il 70% delle pratiche private con contributo concesso ha già portato all’apertura di un cantiere, e più della metà è stata conclusa. L’importo liquidato si avvicina ai 30 milioni di euro. Anche la ricostruzione pubblica procede: su 28 opere in programma, metà sono tra cantieri conclusi, avviati o in progettazione avanzata, tra scuole, beni culturali, edilizia residenziale pubblica e interventi in ordinanza speciale.



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