Giardini Diaz, critiche sullo stemma
in cemento e non istituzionale.
Interrogazione sull’area verde

MACERATA - E' stato riprodotto quello vecchio, un tempo era realizzato con i fiori. La consigliera Stefania Monteverde: «Ho chiesto all’amministrazione un confronto pubblico per valutare alcune migliorie. Hanno risposto che non ce n’è bisogno perché tutto è bello e perfetto»

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Stemma degli anni Settanta

di Luca Patrassi

La plastica è di sinistra, il cemento di destra? Non siamo alla rivisitazione del testo di un pezzo di storia a firma Giorgio Gaber (“Cos’è la destra, cos’è la sinistra) ma pure vanno colti i segnali e il cambio di visione in base al piccolo particolare legato all’essere al governo o all’opposizione.

Anni fa il centrodestra maceratese quasi insorse per la ristrutturazione – a cura dell’amministrazione allora di centrosinistra – della torre civica con inserimento dell’orologio sulla facciata (“un maxi Swatch plastificato” sintetizzò l’architetto maceratese, ora assessore, Silvano Iommi). Sono passati alcuni anni e si è arrivati al restyling dei Giardini Diaz. Fondi Pnrr reputati provvidenziali dalla giunta di centrodestra per mettere mano all’area che qualche tempo fa era anche nota per essere un centro di spaccio, si è messo mano (e motosega) al patrimonio arboreo, si sono cambiati i materiali inserendo quelli rispondenti alle norme di sicurezza, in particolare nelle aree di gioco. Un punto, secondario ma pure identitario, non è sfuggito a molti maceratesi.

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E’ stato sì mantenuto lo spazio per lo stemma del Comune ma le novità introdotte stanno registrando critiche. La prima contestazione è legata al materiale usato: cemento. Nulla contro il cemento ma in passato il concetto di identità cittadina si coniugava ai fiori e lo stemma era realizzato appunto con i fiori bianchi e rossi.

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Addirittura a fianco dello stemma ogni giorno era anche indicata la data, sempre con i fiori. Altra divagazione sul tema Giardini Diaz: lo stemma indicato non è quello istituzionale, si tratta di una riproduzione dello stemma vecchio, antecedente alle variazioni fatte alcuni anni fa con il titolo di Città. Per carità, nulla di allarmante ma pure si ricorda che per festeggiare il titolo di città il Comune ha speso decine di migliaia di euro, ha cambiato i simboli grafici, il gonfalone. Per carità, non sarà un dramma ma pure i piccoli segni hanno un loro valore. “Ditelo con i fiori” era l’appello di una volta, adesso si è passati al cemento dopo la plastica.

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Stefania Monteverde, consigliera comunale di Macerata Bene Comune ed ex assessora alla cultura, ieri ha anche presentato una mozione sulla questione Giardini Diaz ed osserva: «Ho chiesto all’amministrazione di dare la disponibilità a un confronto pubblico per valutare alcune possibili migliorie. Hanno risposto che non ce n’è bisogno perché tutto è bello e perfetto. Non so se sia di cemento o plastica, cioè gomma colata come l’area giochi, ma certamente una miglioria allo stemma sarebbe utile. Poi più panchine con lo schienale, ripristinare il giardino degli aromi, modernizzare con un sistema di riciclo delle acque, giochi in legno invece della plastica grigia, sistemare il lavoro alle giunture della pavimentazione dei viali fatte in sembra-cemento, molto disordinato; togliere anche il giardino delle rocce e senza ombra vicino all’area giochi. Ovviamente più siepi, piante, fiori. Ma per tutto questo dobbiamo aspettare il cambio di amministrazione».

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