Il murales diventa un meme,
Morden Gore: «Opera più amata di prima»
E Iommi lancia un concorso di idee

MACERATA - Ilarità e sdegno dopo la notizia della cancellazione dell'opera "Gates no Frontiers" di Morden Gore. Dalle frasi canzonatorie agli interventi più seri sul significato dell'arte e degli spazi pubblici. Attacchi all'unisono dall'opposizione con una interrogazione che sarà presentata da Strada Comune. La deputata Irene Manzi: «Questo dimostra cos'è la cultura per la destra»

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Il mame prende in giro le parole dell’assessore Iommi: “Si può sempre rifare”

di Marco Ribechi

Murales sbiancato in corso Cavour, il web si scatena a colpi di meme. Ha suscitato una intensa reazione collettiva la notizia riportata da Cronache della cancellazione del murales “Gates no Frontiers” del writer  Morden Gore. Sui social si infittiscono i commenti dei cittadini colpiti dalla distruzione di quello che, evidentemente, non era solamente un muro colorato ma un vero e proprio segno distintivo della città (leggi l’articolo). La quasi totalità degli interventi, anche quelli da persone più o meno vicine all’amministrazione comunale, evidenziano un tono di critica, a volte più velato a volte aspro e pungente.

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Com’era il sottopasso e nel riquadro com’è oggi

Il murales stesso però è divenuto un meme su cui lanciare i propri messaggi digitali. L’opera quindi, con la sua cancellazione, ha travalicato i confini dell’opera stessa, un po’ come l’opera autodistrutta di Bansky, diventando collettiva e contenitore per nuovi messaggi la maggior parte ironici e canzonatori.

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A vincere il primo posto per incisività e satira è “Casomai Lu Rfacimo” che fa da parafrasi dialettale alle dichiarazioni su Cm dell’assessore Iommi: “Si può sempre rifare”. Assessore che cercando una scappatoia in zona Cesarini ha dichiarato, sempre tramite social, “Che il muro bianco sarà oggetto di un concorso di idee di artisti selezionati da una giuria qualificata”. Insomma ancora siamo lontani dal riconoscere la responsabilità della decisione nonostante le chiarissime dichiarazioni dello stesso progettista Mario Montalboddi (leggi l’articolo).

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La pungente immagine postata da Cherubini

Sempre sul fronte web capeggiano altri due fotomontaggi: “Iommi No Renzo Piano” come a fare un parallelismo tra l’assessore e l’archistar, e infine: “Ignorant not Politicians” diffuso dal consigliere dei 5Stelle Roberto Cherubini che ha commentato: “Cancellano una meravigliosa opera di Morden Gore per il nulla. Del resto Parcaroli è compare di quello del “mondo al contrario” e forse ancora non è riuscito a leggere il messaggio dell’artista.”

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Fa ironia anche il fotografo maceratese Andrea Del Brutto, famoso per i suoi imprevedibili scorci della città, che postando una foto del murales dei compositori d’opera sempre di Morden Gore commenta: “se … fosse avanzata un pò di tinta bianca … potremmo avere una visione della città monocromatica, sarebbe suggestiva incrementerebbe così il turismo”.

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Sul fronte della politica aspro l’intervento della deputata Pd Irene Manzi che coglie l’occasione per fare delle considerazioni sul valore della cultura per l’amministrazione maceratese e per il Governo in generale: “Invece di valorizzarlo si è pensato bene di passarci una mano di bianco, come se la qualità degli spazi pubblici, il loro decoro non sia anch’esso parte di una strategia più ampia di sicurezza e vivibilità della città. Di qualità della vita che si respira al suo interno. Di idee ed obiettivi da consegnare alla città. Quel muro ora bianco non è muto, dice molte cose se ci pensate. A me dice quello che per la destra di governo- ad ogni livello-  è la cultura”.

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Contemporaneamente il consigliere comunale di Strada Comune Alberto Cicaré ha presentato una interrogazione scritta a risposta orale per chiedere delucidazioni alla giunta sulla responsabilità della cancellazione dell’opera. “Ma l’oltraggio all’opera di Morden Gore non esaurisce l’incredibile serie di scandali legati a questo investimento di soldi pubblici, 850.000 euro – si legge nella pagina Facebook di Strada Comune – Lo sapete che la ditta doveva finire i lavori entro il 7 novembre 2024? Lo sapete che se non finiscono entro il 31 dicembre 2025 c’è il serio rischio di perdere il finanziamento Pnrr? E allora con quali soldi finiremo l’opera? Chi ha deciso di imbiancare sopra l’opera di Morden Gore? La ditta appaltatrice che è in evidente affanno, il direttore dei lavori che è un architetto pagato 85.000 scelto con affidamento diretto, oppure qualcuno dentro il Comune? Forse l’assessore Iommi, considerato l’intellettuale di questa giunta, che ha detto che per lui l’importante è finire presto i lavori? Sono tutte cose che verranno chieste dal nostro Alberto Cicarè con una interrogazione già depositata in consiglio”.

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Dalla società civile anche molti altri spunti di riflessioni su come un luogo possa essere vissuto e su quale sia la relazione tra una cittadinanza e i propri spazi, troppo spesso trattati senza la dovuta accortezza. Così il poeta Filippo Davoli si interroga sul rispetto della professionalità degli artisti: “…mi chiederei se la proposta eventuale di “rifare” non sia ancora più offensiva della cancellazione. E’ un problema di rispetto delle professionalità; davvero non si capisce perché a Macerata si continui a pensare che ciò che viene dal territorio non può essere di valore, quell’insana esterofilia che è propria del più deteriore provincialismo. Silvano, non ti fa onore: sei uno dei pochissimi, in questa maggioranza sghemba e approssimativa, che ha un bagaglio culturale ampio e consolidato. Abbiate almeno la dignità di chiedere scusa all’artista” altri come Fabiola Monachesi e Lorenzo Molinari ricordano come in tanti anni l’opera di Gore, a differenza di molti altri murales “nessuno si era permesso di sporcare quell’opera proprio in segno dei un’approvazione al suo messaggio universale e positivo”.

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Infine in molti ricordano anche che l’opera era stata realizzata con soldi pubblici e quindi l’amministrazione avrebbe dovuto avere più riguardo nei confronti della stessa cittadinanza. «Non mi aspettavo questa ondata di affetto – chiude Morden Gore – quando avevo realizzato l’opera non avevo ricevuto così tanti apprezzamenti come ora. Mi fa estremo piacere vedere che il murales ha portato una partecipazione attiva delle persone. Spesso si dà tutto per scontato ma poi quando si perde qualcosa ci si fa caso. E’ la testimonianza che l’opera aveva effettivamente trasformato un punto di passaggio anonimo in un’esperienza come era il suo obiettivo originario».

 

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