Discarica a Santa Maria Apparente:
c’è il no della Giunta

CIVITANOVA - Il Comune boccia il progetto. L'assessore Roberta Belletti: «Zona residenziale e di pregio storico, non compatibile con attività industriali. Tuteleremo la salute dei cittadini e il piano urbanistico». Contrario anche l'assessore Ermanno Carassai: «a rischio acquedotto in zona già ricadente nell'area contaminata del basso bacino del Chienti»

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Il santuario di Santa Maria Apparente

La proposta di realizzare una discarica per il recupero di materiale inerte nel territorio di Santa Maria Apparente è stata bocciata dalla Giunta comunale di Civitanova, che nella riunione di martedì scorso, ha espresso parere contrario all’unanimità.

La zona del santuario di Santa Maria Apparente è «Area residenziale e di pregio storico, non compatibile con attività industriali». Questa in sintesi la motivazione con cui la giunta ha rigettato la richiesta e il progetto presentato dalla ditta Frantumazioni srl di Penna San Giovanni che prevede un impianto di trattamento di rifiuti edili non pericolosi in via del Torrione.

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Roberta Belletti assessore all’urbanistica

In particolare, è stato esaminato l’iter autorizzativo di richiesta di variante allo strumento urbanistico che, nel caso in esame, è di competenza della Provincia che dovrà acquisire i pareri nella conferenza dei servizi ancora da convocare da parte degli organi competenti. In questo contesto tutti gli assessori presenti hanno espresso il proprio dissenso.

«L’amministrazione comunale ha dichiarato in maniera chiara e inequivocabile la propria contrarietà a tutela di un’area che, per le sue caratteristiche e per le scelte urbanistiche già compiute, ha una destinazione diversa e non compatibile con attività industriali – ha detto l’assessora all’urbanistica Roberta Belletti -. La zona ospita il santuario mariano, numerose abitazioni e piccole attività, e rappresenta un contesto urbano e ambientale che richiede tutele specifiche. Già la scorsa settimana ho contattato personalmente il titolare dell’impresa per comunicare il “no” dell’amministrazione a questa ipotesi, aprendo comunque un confronto per approfondire gli aspetti tecnici e procedurali del progetto. Siamo pronti a formulare osservazioni e rilievi tecnici per garantire il rispetto del nostro piano urbanistico e tutelare la qualità della vita dei cittadini. La chiarezza e la trasparenza nei rapporti istituzionali sono fondamentali, ma altrettanto fondamentale è ribadire che la pianificazione comunale per quell’area prevede un diverso indirizzo e che l’amministrazione intende farlo valere in tutte le sedi opportune e necessarie.

Il Comune utilizzerà tutti gli strumenti normativi e amministrativi a sua disposizione per difendere le proprie scelte di pianificazione e, se necessario, si opporrà in ogni sede a eventuali decisioni che non rispettino la volontà della città e la visione di sviluppo che abbiamo delineato. Questa è una vicenda che richiede fermezza, chiarezza e senso di responsabilità. L’amministrazione continuerà a operare con serietà e rigore, nel pieno rispetto delle regole e dell’interesse della città».

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Ermanno Carassai assessore ai Lavori pubblici

Motiva il suo no anche l’assessore ai lavori pubblici Ermanno Carassai ricordando come l’area è anche oggetto di contaminazione e ricadente sotto l’area del basso bacino del Chienti: «Ribadisco la mia totale contrarietà alla richiesta per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti in prossimità del nucleo urbano e da insediare in una zona a destinazione abitativa, in una parte del territorio comunale che è compresa nel basso bacino del fiume Chienti che è stato purtroppo oggetto di una rilevante contaminazione della falda idrica a causa della superficialità e della totale mancanza di impegno morale e saggezza di alcuni imprenditori locali. Un inquinamento di cui purtroppo la collettività ha dovuto prendere atto e sopportare le conseguenze igienico sanitarie ed economiche. Inoltre l’impianto dovrebbe essere realizzato in una località a monte dell’area di rispetto dell’acquedotto comunale con i conseguenti rischi per le falde idriche ed in una zona della città con problematiche rilevanti relative alla viabilità».

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