Si è concluso oggi a Kastela, in Croazia, il quarto incontro in presenza del progetto europeo “Archaeodigit – Archaeological Digital Paths for an inclusive and sustainable tourism”, che vede il Comune di Macerata nel ruolo di capofila. L’evento ha rappresentato un momento strategico per la condivisione dei primi risultati progettuali e per il rafforzamento della rete di cooperazione transfrontaliera finalizzata alla valorizzazione sostenibile e digitale dei parchi archeologici, tra cui spicca l’area di Helvia Ricina, in territorio maceratese.
L’assessora Katiuscia Cassetta
«Tre giorni di scambi e confronti ci hanno permesso di riflettere su come pensare a uno sviluppo reale e sostenibile dell’area archeologica di Helvia Ricina – commenta l’assessora alla Cultura Katiuscia Cassetta – che auspichiamo possa diventare non solo un luogo da visitare, ma un vero e proprio ecosistema culturale vivo e dinamico. È importante condividere competenze e buone pratiche con realtà europee che affrontano sfide simili, per costruire insieme il futuro dei nostri territori».
Durante le tre giornate si sono svolte visite di studio, sessioni tecniche incentrate sulla digitalizzazione e promozione delle aree archeologiche, e la conferenza intermedia di disseminazione dei risultati, ospitata ieri nella suggestiva cornice del castello di Kastela. Hanno preso parte ai lavori, oltre ai partner progettuali, numerosi stakeholder dei settori culturale e turistico, che nel corso dei mesi hanno contribuito attivamente alle attività. Per il Comune di Macerata, oltre all’assessore Cassetta, al dirigente del Servizio welfare, culture e risorse umane Simone Ciattaglia e i funzionari dell’Ufficio Europa, erano presenti gli esperti della cooperativa L’Orologio e della Fondazione Marche Cultura, partner tecnico del progetto, che ha messo a disposizione il proprio know-how nella comunicazione e valorizzazione dei beni culturali. «Dopo il successo del progetto europeo “Next Museum” – ha sottolineato Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura – oggi mettiamo la nostra esperienza al servizio di Archaeodigit, contribuendo alla costruzione di uno storytelling in grado di valorizzare l’identità locale e promuovere Helvia Ricina in una rete culturale e turistica ampia e integrata».
Roberto Perna, professore di archeologia classica dell’Università di Macerata, ha evidenziato invece l’importanza della formazione affermando che «“Archaeodigit” pone al centro della sua azione la pianificazione strategica per lo sviluppo turistico dei parchi archeologici. Ora entriamo nella fase formativa rivolta a giovani archeologi, con laboratori su pianificazione, sistemi informativi territoriali e storytelling, integrati nel percorso della laurea magistrale in Archeologia e sviluppo dei territori dell’ateneo».
Le attività del progetto proseguiranno con il percorso formativo “Competenze innovative per la gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico”, promosso dall’Università di Macerata in collaborazione con il Comune. Il corso, in programma dal 27 ottobre al 15 dicembre, ha l’obiettivo di fornire competenze interdisciplinari per una gestione sostenibile e consapevole dei beni archeologici. La scadenza per la presentazione delle domande per partecipare al corso è fissata per il 25 ottobre. Informazioni e modulistica disponibili al link: https://studiumanistici.unimc.it/it/site-news/ARCHAEODIGIT_Avviso_Percorsoformazione_DEF.pdf.
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La “suggestiva cornice” è quella del castello di Castelvecchio, dacché il giornalista l’articolo lo ha scritto in italiano e non in serbo-croato, e in italiano il paese che i Croati chiamano Kastela si chiama appunto Castelvecchio.
“Si chiama”, non “si chiamava”; come si chiama, se scrivi o se parli in italiano, “Londra” quella che gli Inglesi chiamano “London” o si chiama “Vienna” quella che i germanofoni chiamano “Wien”.
A ricapitolare, dunque, e gratis, senza che il giornalista debba alcunché per questo bignamino linguistico/toponomastico che gli viene fornito, “Castelvecchio” (e non “Kastela”), regione Spalatino-Dalmata, fra “Traù” (non “Trogir” in croato) e “Spalato” (e non “Split”).