Agricoltori in festa all’Abbadia:
«Possono pure arrivare i robot,
ma senza di noi non si va avanti»

TAGLIO DEL NASTRO per la due giorni promossa da Copagri Marche: focus su biologico, intelligenza artificiale, futuro dei giovani e filiere locali. Tra gli ospiti la neo consigliera regionale Silvia Luconi, Giovanni Bernardini e Andrea Passacantando. Lettera dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Il luogo che vi accoglie da secoli custodisce un messaggio di equilibrio tra spiritualità e lavoro. Qui la regola benedettina dell'Ora et Labora si è incarnata»

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Il taglio del nastro con la neo consigliera regionale Silvia Luconi

di Francesca Marsili (foto di Fabio Falcioni)

Taglio del nastro per la due giorni di “Agricoltura in festa”, l’evento di Copagri Marche all’Abbadia di Fiastra: un week end, 4 e 5 ottobre, sotto il segno della terra e dei suoi custodi. «L’agricoltura pian piano si avvicinerà all’intelligenza artificiale – ha esordito Gian Luigi Silvestri, presidente regionale di Copagri -, arriveranno i robot, ma senza agricoltori che lavorano la terra e curano il prodotto in tutte le sue fasi sarà difficile andare avanti».

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Tanti gli eventi e i temi al centro dell’iniziativa con l’obiettivo di avvicinare il consumatore al mondo dei coltivatori, come pure gli ospiti presenti all’apertura sottolineata da un caldo sole ottobrino. Il pro rettore di Unicam Andrea Spaterna: «L’agricoltura è un aspetto caro all’università di Camerino e sul quale ha investito molto in questi anni con nuovi corsi di laurea. Portiamo avanti anche un buon livello di ricerca per attenzione sempre nuovi prodotti agricoli e la loro valorizzazione». Sull’intelligenza artificiale applicata all’agricoltura ha aggiunto: «È meglio governarla che subirla, bisogna utilizzarla al meglio evitando gli aspetti meno opportuni».

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Presente anche la neo eletta consigliera regionale Silvia Luconi: «L’agricoltura marchigiana è un insieme di tradizione e innovazione, cultura e lavoro, giovani e nuove tecnologie. Fondamentale portare avanti la strada tracciata dalla regione Marche puntando su accesso a fondi europei, sostegno all’innovazione, tutela delle produzioni tradizionali e del meraviglioso paesaggio. Sono convinta – ha concluso -, che l’agricoltura sia uno dei settori primari e l’obiettivo è quello di far sì che i giovani continuino a crederci e ad investirci portando avanti le aziende di famiglia se del caso e creandone di nuove».

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Arrivato in ritardo al taglio del nastro, suo malgrado, il vice presidente di Copagri nazionale Giovanni Bernardini, che prima del suo intervento si è lasciato andare ad uno sfogo personale: «Ho impegnato due ore per arrivare da Ascoli per i lavori in autostrada, un incidente a Grottammare che mi ha costretto ad uscire e una deviazione sulla superstrada: è probabilmente ora che il governo nazionale e regionale si facciano sentire con Anas e Società autostrade, perché i cittadini marchigiani non possono essere trattati in questo modo per quanto riguarda a mobilità. Ben vengano – ha aggiunto – iniziative di continuità territoriale come i voli da Padova a Roma, che sono però per poche persone, non certo per quel milione e trecentomila abitanti che popolano questa regione».

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Tema al centro del primo degli eventi in programma in questa prima giornata: il Distretto biologico Marche. Riconosciuto ufficialmente dalla Regione nel 2021, con quasi 100mila ettari destinata all’agricoltura biologica il Distretto delle Marche unisce 2mila imprese agricole della regione, impegnate a promuovere e diffondere l’agricoltura biologica come modello sostenibile e di qualità. «Ho vissuto in prima persona la costituzione – ha esordito Bernardini -, è il Distretto più grande d’Europa, non per superficie, ma perché siamo riusciti ad avere in tutta la regione un’unica rappresentanza con tutte le organizzazioni e dobbiamo saper sfruttare questa grande opportunità».

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Dopo una spiegazione sull’inquadramento giuridico dei distretti a cura di Ferruccio Luciani, funzionario referente regionale per i Distretti delle Marche, a relazionare sul tema è stato Andrea Passacantando, presidente del Distretto biologico Marche. «Da che era una nicchia, il biologico sta diventando un fenomeno importante e propositivo, che genera una reazione a catena non solo per l’agricoltura, ma anche per il turismo, la cultura, l’enogastronomia e molto altro – ha sottolineato -. Col Distretto abbiamo costruito una bella scatola, ora occorre riempirla. Siamo quasi a 2mila imprese su 4mila che fanno biologico – ha sottolineato invitando chi fa bio a credere nel progetto -, l’obiettivo è di portare in questo contenitore tutti gli operatori del bio. Più del 50% dei terreni destinati all’agricoltura nella nostra regione sono coltivati in bio, questo fa capire quanto il biologico è importante nelle Marche e quanto può esserlo in prospettiva». Il Distretto biologico delle Marche ha già ottenuto 400mila euro dal Ministero: «Nella fase di medio periodo cercheremo di mettere in piedi delle campagne di informazione, nel lungo cercheremo di formare quanti più ambasciatori del bio».

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Per l’occasione, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inviato una lettera, letta durante il convegno: «Il luogo che vi accoglie, l’Abbadia di Fiastra, da secoli custodisce un messaggio di equilibrio tra spiritualità e lavoro. Qui la regola benedettina dell’Ora et Labora si è incarnata e ha saputo fornire l’esempio anche a chi viveva al di fuori delle regole monastiche trasformando le aree rurali in territori vivi e rigogliosi. Ancora oggi, infatti, i nostri agricoltori, sono testimoni concreti di una civiltà del lavoro che fonda le sue radici nel passato e può guardare con fiducia al futuro. Le Marche sono un territorio operoso e concreto che incarna alla perfezione questo spirito: dai cereali all’olio, dal vino alla zootecnia, dalle eccellenze del biologico fino al ruolo crescente dei distretti. Questa terra dimostra quanto il lavoro degli agricoltori sia essenziale per custodire identità e valori, e al tempo stesso per competere nei mercati internazionali. In Europa, l’Italia continuerà a difendere con fermezza la Politica agricola comune e gli agricoltori, opponendosi a ipotesi che rappresentano un deciso passo indietro rispetto agli ultimi sessant’anni di politica agricola europea. Difendere la Pac significa proteggere il reddito degli agricoltori e dunque i territori, le filiere e la sovranità alimentare».

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Tanti gli espositori presenti lungo la passeggiata all’ingresso dell’Abbadia, tanti gli itinerari del gusto tra le eccellenze locali: dalla mela rosa dei Sibillini alla castagna di Montemonaco, dal miele al ciauscolo, dai formaggi all’olio passando per il vino. Un tripudio di profumi e sapori che incorniciano i tanti eventi in programma fino a domani pomeriggio. Sold out la cena mezzadra di questa sera. Nella mattinata di domani a sfilare saranno i motori d’epoca mentre alle 15,30 ospite del convegno “Parole che restano, messaggi che viaggiano”, il conduttore televisivo Beppe Convertini, al termine show cooking con lo chef Enrico Mazzaroni.

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Enrico Falistocco

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Giulia Maggi e Silvia Luconi

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Giorgio Menichelli

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Gian Luigi Silvestri e Andrea Passacantando



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