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Così lontani, così vicini:
Schlein e Conte in provincia per Ricci
ma non uno di fianco all’altro

DIARIO ELETTORALE - Singolare incrocio mercoledì per i leader dei due principali partiti della coalizione di centrosinistra: la segretaria dem sarà a Camerino e quasi in contemporanea il presidente 5 Stelle a Civitanova (dopo una mattinata a Macerata). Irene Manzi (Pd) chiede un tavolo sulla questione Link University, l'impegno di Lidia Mangani per la Palestina

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Elly Schlein e Giuseppe Conte

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Elly Schlein e Matteo Ricci la settimana scorsa a Potenza Picena

di Marco Pagliariccio

Chissà, forse si incroceranno lungo la superstrada. Magari si fermeranno per un caffè al volo in Autogrill, chi può dirlo. Quel che è certo è che i due principali leader del centrosinistra, la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, saranno mercoledì contemporaneamente nel Maceratese a sostenere la corsa verso Palazzo Raffaello di Matteo Ricci. Ma ognuno per conto proprio, non uno di fianco all’altro come ci si potrebbe aspettare tra due alleati della stessa coalizione.

Schlein, infatti, dopo il comizio della scorsa settimana a Potenza Picena, stavolta sarà a Camerino, all’agriturismo La finestrella, dove è attesa per le 15,30, da dove poi ripartirà alla volta del Fermano.

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Giuseppe Conte a Civitanova durante la campagna elettorale per le Comunali 2022

Quasi alla stessa ora (15,45) l’ex premier sarà invece a Civitanova: farà tappa al molo sud per chiudere la sua “passeggiata” al Cala Maretto. Per il leader pentastellato sarà però la seconda tappa provinciale della giornata, che per lui sarà iniziata alle 11 a Macerata con la visita allo Sferisterio e poi un blitz in centro storico che si chiuderà in piazza Li Madou. Insomma, starà a Ricci barcamenarsi tra gli impegni non coincidenti dei suoi due “principali azionisti”.

Sul fronte politico, torna a far parlare la questione Link University, dopo il via libera dell’agenzia Anvur all’apertura delle sedi di Fano e Macerata. La vicenda è tornata nel mirino di Irene Manzi, deputata del Pd.

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Irene Manzi, deputata del Pd

«È davvero preoccupante constatare come, nonostante la motivata contrarietà espressa dai vertici degli atenei pubblici marchigiani, dalle parti sociali e dai sindacati e senza che Regione e Ministero abbiano mai aperto un tavolo di confronto con il territorio, l’Anvur abbia deciso di dare il via libera all’apertura di due sedi della Link University nelle Marche, con corsi di Medicina a Fano e Odontoiatria a Macerata – dice la parlamentare maceratese – siamo di fronte a una scelta grave e miope, che non tiene conto delle esigenze del nostro sistema universitario pubblico, già duramente colpito dai tagli al Fondo di finanziamento ordinario, né delle osservazioni di chi ogni giorno lavora nella formazione e nella ricerca. Una scelta che mette a rischio il diritto allo studio. Le ragioni portate a sostegno di questa operazione, in particolare l’idea che possa contribuire a risolvere la carenza di medici, crollano davanti alla realtà: introdurre un ateneo privato non significa rafforzare la sanità marchigiana, ma indebolire ulteriormente gli atenei pubblici che garantiscono qualità e continuità formativa. Già nei mesi scorsi avevamo chiesto un ripensamento e la sospensione dell’accreditamento, proprio per valutare con serietà l’impatto sul sistema regionale. Invece si è scelto di forzare la mano, seguendo un disegno politico chiaro: smantellare il pubblico a favore dei privati. Il diritto allo studio e il futuro delle nostre università non possono essere sacrificati a queste logiche. Ci opponiamo con fermezza a questa decisione e difendiamo il valore dell’università pubblica, che resta un presidio essenziale di crescita e uguaglianza sociale. Chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto con università, sindacati e parti sociali per difendere e rilanciare il sistema accademico pubblico marchigiano».

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Lidia Mangani, candidata alla presidenza della Regione per il Pci

Impegno sulla questione Palestina, invece, per la candidata governatrice del Pci Lidia Mangani. Che ha sottoscritto l’impegno, in caso di elezione a presidente della Regione, al riconoscimento dello stato palestinese; la sospensione e il rifiuto di ogni collaborazione culturale, accademica, sportiva e turistica con istituzioni israeliane ufficiali o legate allo Stato di Israele; all’adozione di azioni economiche e civiche quali l’impegno affinché le aziende controllate o partecipate dalla Regione non intrattengano relazioni economiche con imprese coinvolte nella colonizzazione dei territori occupati o la promozione di un codice etico negli appalti pubblici che escluda soggetti coinvolti nelle gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e Gerusalemme Est; che venga esercitata una pressione politica e istituzionale nei confronti del Governo italiano.

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