Da sinistra: la segretaria regionale Pd Chantal Bomprezzi, il candidato governatore Matteo Ricci e la segretaria nazionale dem Elly Schlein
di Nicoletta Paciarotti
Dopo Matteo Renzi, tocca a Elly Schlein. La segretaria del Pd è tornata nelle Marche per affiancare Matteo Ricci nella corsa a Palazzo Raffaello, scegliendo come palcoscenico l’ospedale di Torrette. Non un luogo casuale: se ieri il leitmotiv era la velocità e le imprese, oggi il cuore della sfida è la sanità pubblica. E, rispetto alla sua ultima visita, Schlein si è mostrata anche più disponibile con i giornalisti, concedendo domande e risposte senza sottrarsi al confronto.
Non ha usato giri di parole: «I marchigiani hanno una grande possibilità: quella di cambiare. Non scegliere chi taglia la sanità e vuole curare in base al portafoglio». Ha smontato la narrazione di Giorgia Meloni sui «più grandi investimenti mai fatti», definendola «una bugia»: «In tutto il mondo la spesa sanitaria si calcola sul Pil. Da quando Meloni è presidente, la quota sul Pil è scesa, fino ai minimi degli ultimi 15 anni». Intanto qualcuno da dietro, un cittadino, grida: «Le liste d’attesa». Si va avanti. Per rendere plastico il dramma, Schlein ha portato due storie raccolte sul territorio: un medico di Osimo che «si sente come la rana bollita, in un ospedale svuotato di personale», e una signora di Pesaro costretta a pagare 500 euro dopo una diagnosi di tumore: «Lei mi ha detto: io quei soldi li ho trovati, ma mi preoccupo per chi non li ha. È per loro che ci battiamo». Il Pd mette sul tavolo cifre e soluzioni: cinque miliardi da destinare subito all’assunzione di medici e infermieri, per ridurre davvero le liste d’attesa e non con «decreti farsa come quello varato prima delle Europee senza un euro». E la sanità territoriale come priorità: guardie mediche, pronto soccorso, salute mentale («un giovane su sette ne soffre – Ricci fa parlare i numeri – metteremo psicologi di comunità e sportelli nelle scuole»). «Non possiamo accettare – ha incalzato Schlein – che la sanità diventi un lusso per chi ha la carta di credito».
Continua ancora Ricci: «Un marchigiano su 10 non si cura più. È come se città intere come Ancona e Fano fossero tagliate fuori dalle cure. È inaccettabile e non si può dare la colpa ai cittadini. Finché il sistema sanitario nazionale non sarà finanziato almeno al 7% del Pil, non potremo dare sollievo: questo è il nostro appello». Per il candidato governatore, la Regione non può limitarsi a dire “sì, signora” a Roma: deve alzare la voce, difendere l’ospedale di Torrette, presidio regionale oggi congestionato dalla mancanza di medici e di servizi territoriali. «Non si esce dalla crisi con università private come la Link, serve rafforzare il rapporto con le università marchigiane», ha aggiunto, rilanciando la necessità di investire anche sulla salute mentale. «Noi vogliamo la sanità di Tina Anselmi: universale, pubblica, che cura chi da solo non ce la fa», ribatte Schlein.
Prima di lasciare Ancona, la segretaria dem ha voluto anche anticipare uno dei temi che affronterà nel pomeriggio a Fabriano, dove incontrerà i lavoratori colpiti dalla crisi della Beko: «La Regione deve stare al fianco di chi difende non solo il proprio posto di lavoro, ma anche il futuro industriale delle Marche e dell’Italia. Non possiamo rinunciare alla manifattura: se qualcuno al governo pensa che il Paese possa vivere solo di turismo e servizi, si sbaglia di grosso». «I marchigiani possono voltare pagina», ha concluso Schlein, rilanciando la candidatura di Ricci come primo banco di prova contro la destra di Acquaroli e Meloni. Nel tardo pomeriggio, poi, la visita a Potenza Picena, il “feudo” del governatore uscente Francesco Acquaroli.
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Concordo in pieno ma vorrei sapere dove si prende il money perché questa è una cosa fondamentale o no?
Infatti la cosa maggiormente positiva che ho riscontrato nell’incontro di Ricci a Macerata e che ha rilevato 5 priorità (fra cui la sanità) su cui intervenire e per ognuna di queste ha specificato come avrebbe reperito i fondi necessari, cosa che normalmente non avviene da parte di chi si candida .
Provo a rispondere per una sanità regionale migliore:
1) Razionalizzazione delle spese, accentrandole sotto un’unica centrale di acquisti (migliore capacità contrattuale);
2) Unico Direttore Generale (e non cinque) che gestisce e valuta l’attività delle AST (con ampio mandato della politica);
3) Recupero di risorse con la chiusura dei plessi sanitari inutili (perchè senza specialità) e doppioni sul territorio;
4) Superamento degli steccati tra ospedalieri e medicina del territorio per una migliore redistribuzione del personale sanitario nel territorio;
5) Sistema effettivo di premialità e sanzione (legare una percentuale ampia del reddito percepito ai risultati).
Il campanilismo dell’attuale governo regionale si sposa male con l’efficacia, l’efficienza ed economicità, soprattutto quando le risorse sono scarse rispetto alle esigenze.
Quando i partiti tutelano gli interessi di chi non paga regolarmente le tasse con ripetuti condoni fiscali che sortiscono l’effetto di evadere di più, sono traditori della Patria e danneggiano tutti, persino loro stessi.
Soltanto il 13,94% dei contribuenti (che dichiara redditi da 35 mila euro lordi l’anno in su) garantisce i 2/3 del gettito complessivo, a fronte del 60% dei contribuenti italiani che non paga tasse, e di circa un 26% che versa quelle appena sufficienti per pagarsi i servizi di base.
Per garantire la sanità a questo 60 % (maggioranza del paese) che non paga, occorre usare i soldi dei pochi e quando non basta ci si indebita (debito pubblico 135% del PIL).
Sono sempre i pochi a pagare per i tanti, troppi comprensivi di una categoria molto speciale, quella degli evasori con le tasche piene, pronti a lamentarsi dei servizi che non sono all’altezza dei loro standard di arricchiti (pur continuando a servirsene). Un solo lusso non possono permettersi, quello di vergognarsi.
Per me queste elezioni regionali come le precedenti si giocheranno sulla sanità. Ceriscioli ce l’ha perse, Acquaroli non può vincercele. Un bel problema. Certo se non l’avesse peggiorata a livelli insopportabili… Di tutti gli altri problemi il “Buon Governo Acquaroli” conosciuto anche come ” Modello Marche” rimane fortemente legato alla parola d’ordine “Faremo!!” Non considero come amministratori che hanno fatto veramente ribrezzo tentano di strappare una poltrona a Palazzo Raffaello.
Schlein, Torrette come palco:
«Non scegliete chi taglia la sanità e vuole cure in base al portafoglio»
Questo è il virgolettato circa le parole del Segretario Dem. che in passato ha avuto una esperienza come assessore in Emilia Romagna (Welfare?).
Ma prima di parlare, glielo hanno detto che nelle Marche i tagli e le privatizzazioni sono iniziate e andate avanti a lungo con D’Ambrosio, Spacca e Ceriscioli?