Palazzo Sbarbati: a sinistra com’è, a destra come sarà
di Mauro Giustozzi
Finalmente ci siamo. A nove anni dal sisma del 2016 sarà demolito Palazzo Sbarbati in via Cincinelli 72, edificio fortemente danneggiato dal terremoto. L’operazione partirà mercoledì (anziché venerdì come ipotizzato inizialmente), con la chiusura della strada, per protrarsi per due settimane, sino al 7 settembre.
Il cartello stradale che annuncia la chiusura
Sono comparsi in questi giorni i cartelli che preavvisano i maceratesi di quello che li attenderà per una quindicina di giorni almeno, ossia lo stop alle auto, eccezion fatta per quelle di residenti, mezzi di soccorso, forze dell’ordine e vigili del fuoco, nel tratto che interessa l’edificio che dovrà essere prima abbattuto e poi ricostruito con standard qualitativi altamente prestazionali, apprezzabili anche come immagine architettonica. Per la demolizione e la ricostruzione dell’immobile è previsto un finanziamento della struttura commissariale di 9,4 milioni di euro. Rilevante anche l’aspetto socioeconomico dell’intervento visto che i proprietari non possono permettersi di perdere il Superbonus oltre al finanziamento sisma ordinario, considerato che il 110% scade a fine anno e per quella data devono dimostrare di aver eseguito almeno il 30% dell’opera di ricostruzione.
L’intervento, piuttosto complesso, impatterà anche sulla viabilità del quartiere. I cartelli informativi apposti dal Comune sono stati sistemati sia all’imbocco di via Cincinelli, all’altezza della rotatoria dell’Oasi, che dalla parte opposta lungo la strada Valteia e più avanti nella zona dell’incrocio dove insiste il campetto da basket, i giardini pubblici ed un’attività commerciale. Sono due gli step in cui ci sarà il divieto di transito per consentire la demolizione dell’immobile: dal 27 al 30 agosto, stop per la giornata del 31 che coincide con la festività di San Giuliano e poi di nuovo interdizione alle auto dall’1 al 7 settembre. L’obiettivo è quello di riuscire a demolire, portar via le macerie e ripristinare quindi la normale viabilità nell’arco di due settimane e su questo vigileranno anche gli stessi proprietari della palazzina per evitare che i tempi si dilatino troppo rispetto a quelli indicati dal Comune.
In attesa dell’ordinanza del comandante della Polizia locale, Danilo Doria, che indicherà tutti i provvedimenti adottati, durante le operazioni di demolizione dal 27 agosto al 7 settembre la strada dovrebbe essere chiusa al traffico dalle 6 alle 22. Dalle 22 alle 6 la strada sarà riaperta con il senso unico alternato, regolato da un semaforo. La ditta dovrebbe lavorare ininterrottamente nel cantiere per accorciare i tempi. I lavori di ricostruzione, effettuati dalla RestEdil Crucianelli, che per la demolizione si è affidata alla ditta Papa Nicola, dureranno due settimane: la speranza dei proprietari è di rimettere piede nei loro appartamenti tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028.
Il cantiere che sta per partire, l’ennesimo in città, preoccupa molto i residenti di Corneto, che dovranno fare i conti con la chiusura della strada per un paio di settimane. Una prospettiva che ha già suscitato qualche malumore. Ma non ci sono alternative: da anni i tecnici sono al lavoro su questa pratica, ma per la viabilità non si poteva fare diversamente. E una volta conclusi i lavori, ne guadagnerà tutto il quartiere. Anche la viabilità del capoluogo risulterà penalizzata, in quanto tramite la strada di Corneto, direzione Piediripa, viene smaltito parte del traffico in entrata e uscita che altrimenti si riverserebbe completamente su via Pancalducci già di per sé spesso intasata.
Palazzo Sbarbati sarà ricostruito nella stessa sede dove è attualmente, con identico numero di unità abitative esistenti esattamente 34 alloggi su sette piani a monte e nove a valle, che hanno una superficie media ciascuno di 63 metri quadrati, mentre per i garage si passerà dagli attuali quattro a otto per la trasformazione di alcuni magazzini. La tecnica di demolizione sarà la stessa attuata per gli edifici di via Pantaleoni, ossia utilizzando delle gru munite di pinze che sgretoleranno le strutture murarie. Il palazzo di via Cincinelli fu costruito sul finire degli anni Cinquanta per favorire l’edilizia popolare nella fase di ricostruzione postbellica, incrementando l’afflusso delle persone dalla campagna alla città con affitti a prezzi contenuti.
«Condominio in via Cincinelli, ritardi da imputare a tecnici e Comune»
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