Una delle stazioni nei rendering di quattro anni fa
Sono passati quattro anni dall’inaugurazione del parcheggio scambiatore di Fontescodella e con esso delle cinque postazioni per il bike sharing. Ma le bici non sono mai arrivate.
Roberto Cherubini, leader del Movimento 5 Stelle cittadino, la butta sull’ironia sul mancato completamento dell’intervento candidando Macerata al “Nun’esco” per le “biciclette invisibili”.
«Un genio visionario quello dell’amministrazione – dice Cherubini – Macerata potrebbe presto ricevere un prestigioso riconoscimento internazionale: il titolo di “Patrimonio dell’umanità per le infrastrutture dedicate alla mobilità invisibile”. A comunicarlo fonti vicinissime all’Assessorato all’innovazione ciclabile, invisibile anch’esso. L’origine del miracolo risale al luglio 2021, quando l’attuale amministrazione di centrodestra presentò in pompa magna un progetto che, con lungimiranza e spirito pionieristico, prevedeva alcuni stalli per biciclette. Un gesto nobile, se non fosse per il fatto che, a quattro anni di distanza, di biciclette non se n’è vista nemmeno l’ombra. E forse è proprio questo il punto. Secondo quanto riferito dall’assessore competente, le biciclette ci sono eccome, solo che sono invisibili. Una rivoluzione.
Una nuova frontiera della mobilità sostenibile: zero emissioni, zero occupazione di suolo, zero costi di manutenzione. E soprattutto, zero biciclette. Nel frattempo, gli stalli per la sosta, ormai trasformatisi in riserve naturali di flora urbana spontanea, restano lì, come installazioni artistiche post-moderne che interrogano l’anima e il senso stesso della mobilità. C’è chi li fotografa, chi li ignora e chi, romanticamente, ci parcheggia la speranza».
Roberto Cherubini (M5S)
Ma il colpo di teatro arriva ora, secondo il divertito Cherubini. «Secondo indiscrezioni non confermate, il Comune sarebbe stato contattato da una commissione Nun’esco incuriosita da questo nuovo modello di “urbanismo evocativo”, in cui si celebra la mobilità immaginaria come forma suprema di rispetto ambientale. “Macerata è all’avanguardia,” avrebbe dichiarato l’assessore. “Abbiamo superato l’idea obsoleta di muoversi. Noi sogniamo. E chi sogna, vola. O pedala senza farsi vedere”».
Il finale è più prosaico. «Nel frattempo, i cittadini si interrogano – chiude il pentastellato – quando arriveranno le bici vere? Chi le gestirà? Ma soprattutto: chi le vedrà? Intanto, Macerata resta sospesa tra la realtà e la dimensione eterea del ridicolo istituzionale. Ma se davvero l’Unesco ci premierà, potremo dire di aver fatto scuola. Una scuola per fantasmi su due ruote».
Soldi buttati via come sempre
Cherubini premiato per lapp invisibile per il commercio
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A monte San giusto hanno copiato la splendida idea mettendo ben due postazioni che naturalmente non serviranno a niente ma tanto sono solo soldi pubblici buttati.
ironico l’intervento di Cherubini , ma niente al confronto, con quelli di alcuni assessori che elogiavano nel 2021 il progetto in corso di realizzazione . basta rileggerei l’articolo raggiungibile con il link messo a disposizione qui sopra dalla redazione di CM. Fuffa sparsa a piene mani.
E’ risaputo che Macerata ha un’orografia che si presta benissimo all’uso diffuso della bicicletta, prova ne è che a differenza di comuni come Senigallia o della pianura Padana è fin troppo affollata di biciclette …
Per il sig. Munafò. Non esistono solo le biciclette a pedalata muscolare, ma anche quelle elettriche e quelle a pedalata assistita, pertanto la presenza di salite non costituisce di per sé un limite.
Bello pedalare in sella all’idea metafisicomaceratese di bicicletta,la pedalata è platonicamente assistita e non c’è neanche da sudare.
@ Jacobini – È risaputo che ci sono in commercio biciclette cosiddette assistite che utilizzano batterie al litio, ma nell’ipotesi del loro utilizzo diffuso per riduzione i gas serra (inquinamento) mi permetto di farle tre domande: 1. ha avuto modo di valutare l’impatto ambientale di queste biciclette (LCA) e valutarne la riciclabilità dei materiali e la produzione di rifiuti non riciclabili classificabili come speciali? 2. Si è posto il problema del costo di queste biciclette (dai 3 ai 7 mila euro ad es.) per le famiglie, per i pensionati, ecc.? Come mai in alternativa a questa scelta che definirei eco-ideologica, non si valuta in alternativa il potenziamento di un servizio pubblico efficiente ed efficace oltre e soprattutto flessibile, anziché cullarsi immaginandosi in sella e in bella mostra su una costosa bicicletta con batterie in nome di una fantomatica ecosostenibilità?
Macerata paese di scalatori da maglia rosa! Ce l’abbiamo a Camerino…che te pare…che Macerata è na mujica???
Adesso tutto torna e si capisce meglio anche l’idea di Macerata città astratta ed il marchio “visionario” di Sonnarelli.
Il bike sharing che c’è ma non troppo è solo un diversivo per condurci tutti alla vera mobilità sostenibile le motofette a propulsione T.S. (tacco e suola).
Non è facile comprendere questa amministrazione ma se facciamo tutti uno sforzo …..