Raffaele, controcorrente a vent’anni,
«L’estero? No, il mio futuro è a Fiastra»

GIOVANI - La storia del figlio dei gestori della spiaggia del lago. Dopo il diploma ha deciso di restare nell'entroterra e lavorare nell'attività di famiglia: «Nelle città ci sono più servizi, ma io amo il mio territorio e quando vedo tutta questa bellezza sono felice»

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Raffaele Bellini

di Giulia Sancricca

Controcorrente a vent’anni. Mentre tanti suoi coetanei fanno le valigie per cercare altrove studio, lavoro e futuro, lui ha scelto di restare. Nel cuore dell’entroterra maceratese, dove i servizi scarseggiano e i paesi si svuotano, Raffaele Bellini, appena ventenne, ha deciso che il suo posto è lì, tra le montagne che lo hanno visto crescere. Nessuna fuga verso la città, nessuna rincorsa al “meglio altrove”. La sua sfida è un’altra: dare nuova vita al territorio attraverso l’attività turistica della sua famiglia, trasformando radici e appartenenza in risorse. Raffaele è il figlio di Emanuela Leli, presidente di Cna Turismo Marche, anima della spiaggia del lago di Fiastra e imprenditrice nel settore ricettivo dell’entroterra. Sono stati proprio la passione che i suoi genitori hanno per il territorio e il loro impegno nell’accoglienza di visitatori e turisti a convincere il giovane che il successo non è lontano, ma semplicemente dove le cose si fanno con amore. 

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Raffaele (al centro) con i suoi genitori

È per questo che, finiti gli studi, Raffaele ha sin da subito avuto le idee chiare: «Niente università, resto a Fiastra e lavoro al progetto di famiglia». Ma nei piccoli centri dell’entroterra, un progetto non è mai solo di qualcuno, ma di tutto il paese. Lo stesso paese in cui il giovane è cresciuto e ha deciso di restare. «Mi sono diplomato lo scorso anno all’Ipsia di Camerino – racconta Raffaele -. Da quando avevo 14 anni, nel periodo estivo, ho sempre aiutato i miei genitori nella gestione della spiaggia del lago di Fiastra. L’università? Sebbene io sia consapevole dell’importanza della formazione ho sempre saputo che quella non sarebbe stata la mia strada. Avrebbe significato finire, come molti altri giovani laureati e precari, a fare un lavoro che non mi piaceva e che non mi dava soddisfazione. La mia soddisfazione è nel continuare quello che la mia famiglia ha creato e su cui continua a investire». Poco importa se questo significa rinunciare a una città piena di servizi e divertimento, per Raffaele i valori sono altri: «Quando mi sveglio al mattino e vedo la bellezza che mi circonda sono felice e mi reputo fortunato – confida -. Sono innamorato di questi luoghi e del lago. È vero, le città hanno più servizi, più gente, più movida, ma non è quello che cerco io. Quando ci siamo trasferiti temporaneamente a Porto Recanati, dopo il terremoto del 2016, non vedevo l’ora di tornare a Fiastra».

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Raffaele al lavoro al lago di Fiastra

Ed è con la stessa consapevolezza che Raffaele ammette: «Purtroppo però l’entroterra non è per tutti. Quasi tutti i miei coetanei hanno scelto di andare a studiare fuori. Il legame con i luoghi di montagna è viscerale, innato: se non c’è non può essere creato. Sì, con la valorizzazione e i servizi si potrebbero portare molte più persone, ma non si può convincere a venire e a restare chi cerca folla e movida». Ma non per questo il futuro dell’entroterra dev’essere in declino: «Io immagino l’avvenire di queste zone molto rigoglioso – dice Raffaele -. Ci sono tante idee per ripartire, basti guardare il progetto I Lake finanziato con i fondi del Pnrr per valorizzare e rendere più accessibile il lago di Fiastra. Poi, come è successo ai miei genitori, l’ispirazione arriva lavorando». Così, dopo un primo di maggio in cui la spiaggia del lago di Fiastra è stata scelta da tanti visitatori per trascorrere una giornata all’aria aperta, ancora una volta la luce per il domani dei luoghi feriti dal sisma arriva dalle persone. Da chi si sente un tutt’uno con queste terre ed è convinto che l’amore per la bellezza sia la chiave di tutto.

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Il lago di Fiastra

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La spiaggia del lago

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