«Molto delusi, vaghe promesse e approccio paternalistico». Chiusi gli spiragli di apertura sulla bonifica del basso bacino del Chienti dopo gli interventi del comitato civico Civitanova unita e di Nova urbs.
L’associazione e il movimento politico con Giuliana Venturini e Paolo Squadroni avevano sperato in una riapertura della Conferenza dei servizi per affrontare una volta per tutte il problema della bonifica del basso bacino del Chienti. I segnali di interesse da parte del presidente del consiglio regionale Dino Latini però si sono affievoliti nel tempo fino ad oggi quando i responsabili delle due associazioni siglano un comunicato di grande rammarico e delusione nei confronti della politica.
I due movimenti hanno anche presentato diversi esposti (archiviati) per i quali c’è attualmente una richiesta di opposizione e parallelamente avevano tentato la via “politica” per tentare una risoluzione del problema attraverso alcune lettere ai sindaci dei comuni interessati e alla regione. Unico a rispondere Latini che aveva promesso una conferenza dei servizi ridimensionata poi a tavolo tecnico. Ma anche questa strada è arenata dopo le perplessità dei comitati rispetto alla strategia presentata dalla Regione che sostanzialmente ipotizza di parcellizzare gli interventi di bonifica e di richiedere ai proprietari di intervenire e solo in seguito coinvolgere gli uffici tecnici dei vari comuni per verificare se i proprietari delle aree contaminate vogliano provvedere in autonomia ai lavori di bonifica. Se i proprietari non fossero disponibili si dovrebbero sostituire i comuni, e qualora anche questi impossibilitati, la Regione.
Il basso bacino del Chienti
«Per niente convinti di questo approccio – dicono Paolo Squadroni e Giuliana Venturini – probabilmente già in atto da tempo, senza che se ne vedano risultati tangibili abbiamo inviamo via pec un comunicato alle istituzioni regionali (giunta e consiglio), alle province ed ai comuni del sito, in cui critichiamo la scelta di adottare questa modalità operativa invece di percorrere, da subito, la strada di un accordo di programma tra le parti. Gli uffici si sono molto irritati a seguito di questa pec e attualmente sono irrintracciabili al telefono. Una situazione che ci porta a delle conclusioni: mancava forse già dall’inizio l’intenzione di affrontare il problema dell’inquinamento del basso bacino del Chienti in modo consono. Forse, gli amministratori regionali pensavano di trovarsi di fronte a cittadini impreparati e ad associazioni improvvisate, contando di rabbonire gli interlocutori con vaghe promesse ed un approccio paternalistico, salvo poi irritarsi e defilarsi di fronte a domande precise, osservazioni pertinenti e richieste circostanziate. L’immagine del palazzo del potere interessato ai reali problemi dei cittadini e aperto al dialogo è presto svanita, il problema dell’inquinamento del rimane inaffrontato, ieri per colpa del centro-sinistra, oggi per quella del centro-destra. La tanto decantata filiera dal Governo alle amministrazioni locali forse non è quello che si vuole far credere ma potrebbe essere la riproposizione a tutti i livelli del medesimo modus operandi, cioè quello di un gruppo che gestisce la cosa pubblica senza ascoltare i cittadini. Ne abbiamo un esempio a Civitanova trasformata in una sorta di “paese dei balocchi” con appartamenti di lusso, centri commerciali e locali alla moda».
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Dimitri Papiri Infatti... bisogna pretenderla
La conferenza dei servi c'è stata tanto tempo fa , richiedete le carte, tocca al comune pretenderla
COMUNICATO STAMPA QUANDO ARRIVA LA FILIERA LA FACCENDA SI FA NERA! Il giorno dopo lincontro, il Capo di Gabinetto ci informa che, a fine mese (febbraio) sarà indetta una conferenza dei servizi tra Regione Marche, Province di Fermo e Macerata ed i cinque Comuni dellarea (Civitanova Marche, Montecosaro, Morrovalle, Porto SantElpidio e SantElpidio a Mare) per affrontare largomento. Pensiamo: «Bene, è un segnale positivo, lultima conferenza in merito al problema fu quella del 2009, quando si arrivò a definire un accordo di programma e venne presentato un progetto preliminare di bonifica del BBC». Tutto bene, quindi? Neanche per sogno, perché, da qui in avanti, comincia un altro film, che adesso illustreremo. Nellultima settimana di febbraio, contattiamo telefonicamente la d.ssa Bordoni che, alla richiesta di conoscere la data della conferenza dei servizi, ci informa che la persona incaricata di convocarla è momentaneamente fuori sede e che, quindi, la cosa slitterà al mese successivo. Ai primi di marzo, allora, chiamiamo di nuovo la d.ssa Bordoni, la quale ci mette al corrente del fatto che, in sostituzione della già annunciata conferenza dei servizi, si è tenuto un tavolo di lavoro tecnico preliminare tra non meglio specificate persone. Chiediamo di conoscere le decisioni prese nel corso del medesimo e lei ci invita ad una teleconferenza con lIngegner Sbriscia, responsabile dellufficio tecnico regionale, per essere informati da lui sulle decisioni prese in quelloccasione. Parliamo dunque con lingegner Sbriscia, il quale ci illustra le modalità operative che sembra si voglia adottare per affrontare la bonifica dellex sito di interesse nazionale; pare ci sia, da parte della Regione, lintenzione di parcellizzare gli interventi di bonifica e di richiedere ai proprietari di intervenire in prima battuta; questa prima fase vedrebbe coinvolti gli uffici tecnici dei vari Comuni, che dovrebbero verificare se i proprietari delle aree contaminate vogliano provvedere in autonomia ai lavori di bonifica delle medesime, operazione che potrebbe richiedere unulteriore caratterizzazione dal punto di vista dei contaminanti. Se i proprietari non fossero disponibili si dovrebbero sostituire i Comuni, e qualora anche questi impossibilitati, la Regione Marche. Per niente convinti di questo approccio, probabilmente già in atto da tempo, senza che se ne vedano risultati tangibili (le aree inquinate non bonificate indicate per il Basso Bacino del Chienti nel sito della Regione Marche sono le stesse da anni), inviamo via PEC un comunicato alle istituzioni regionali (Giunta e Consiglio), alle Province ed ai Comuni del sito, in cui critichiamo la scelta di adottare questa modalità operativa (repetita iuvant, probabilmente già attuata negli anni scorsi senza apparenti risultati tangibili, dal momento che le aree inquinate non bonificate indicate per il Basso Bacino del Chienti nel sito della Regione Marche sono le stesse da anni) invece di percorrere, da subito, la strada di un accordo di programma tra le parti, come nel 2009, e di un progetto preliminare di bonifica, da raggiungere attraverso la convocazione della suddetta Conferenza dei Servizi, strumento contemplato dalle norme in materia di bonifica dei siti inquinati e lunico, a nostro avviso, utilizzabile per i problemi di natura complessa, come quello in questione. Riusciamo a sentire unultima volta la d.ssa Bordoni, che ci informa che lingegner Sbriscia si è molto irritato per quanto da noi scritto. Chiediamo comunque, sempre via PEC, di conoscere la data del prossimo tavolo tecnico di lavoro preannunciato dallingegnere e, a questo punto, il Capo di Gabinetto si eclissa, diventando irrintracciabile al telefono! GIUNGIAMO ALLORA ALLE SEGUENTI CONCLUSIONI: 1. ci domandiamo quale interesse ci fosse verso di noi da parte del Presidente del Consiglio Regionale dott. Latini, dal momento che, forse, mancava già dallinizio lintenzione di affrontare il problema dellinquinamento del Basso Bacino del Chienti in modo consono. Forse, gli amministratori regionali pensavano di trovarsi di fronte a cittadini impreparati e ad associazioni improvvisate, contando di rabbonire gli interlocutori con vaghe promesse ed un approccio paternalistico, salvo poi irritarsi e defilarsi di fronte a domande precise, osservazioni pertinenti e richieste circostanziate. 2. Limmagine del Palazzo del Potere interessato ai reali problemi dei cittadini e aperto al dialogo è presto svanita, i suoi inquilini tornano alle loro quotidiane faccende al riparo da occhi ed orecchie indiscreti. Il problema dellinquinamento del Basso Bacino del Chienti rimane inaffrontato, ieri per colpa del centro-sinistra, oggi per quella del centro-destra. 3. La tanto decantata cosiddetta FILIERA, che dalla Regione si articola attraverso le Province fino alle amministrazioni locali, forse non è quello che si vuole far credere ma potrebbe essere la riproposizione a tutti i livelli del medesimo modus operandi, cioè quello di un gruppo che gestisce la cosa pubblica aggiustando le faccende a modo proprio, senza ascoltare i cittadini. 4. Noi di Civitanova ne abbiamo un esempio lampante nellamministrazione comunale, rappresentata da gente senza scrupoli, senza cultura, senza senso del bello, sprezzante di tutte le regole del vivere. Essa, intenta a sfruttare a proprio vantaggio ogni opportunità concessa dallinterpretazione di leggi e normative, condiziona in modo devastante e forse irreparabile il destino urbanistico della città, trasformata in una fantasmagoria di appartamenti di lusso, centri commerciali e locali alla moda, in una sorta di paese dei balocchi, forse attrattivo per le persone di passaggio ma esiziale per i residenti, e che ogni tanto cerca di darsi una ripulita promuovendo caffè filosofici, eventi culturali alla moda e progetti finto green. 5. Lopposizione non esiste e finte sono anche le sedicenti associazioni ambientaliste, completamenti assenti nella faccenda, la prima anche quando è maggioranza, le seconde, tranne casi lodevoli, da sempre. La rappresentante del comitato civico Civitanova Unita prof.ssa Giuliana Venturini Il rappresentante della lista civica Nova Urbs dott. Paolo Maria Squadroni
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@Streppa: La normativa prevede che il soggetto obbligato sia la Regione, poiché non sono stati individuati gli inquinatori ed i Comuni non hanno le risorse.
Comunque, ci sono otto amministrazioni coinvolte (5 Comuni, 2 Province, 1 Regione) e serve una conferenza dei servizi.
COMUNICATO STAMPA
QUANDO ARRIVA LA FILIERA LA FACCENDA SI FA NERA!
Desideriamo, innanzitutto, condividere un breve riassunto delle puntate precedenti: il 5 Febbraio scorso, invitati dal Presidente del Consiglio Regionale dott. Dino Latini, partecipiamo ad un incontro con il Capo di Gabinetto della Regione Marche, d.ssa Monica Bordoni, nel quale chiediamo alle autorità di farsi nuovamente carico, dopo anni di stallo, del problema della bonifica dell’inquinamento dell’area del Basso Bacino del Chienti, per la quale il rapporto Sentieri 6, istruito dal Ministero della Salute, denuncia un eccesso di mortalità e morbilità per i principali tipi di malattie.
Il giorno dopo l’incontro, il Capo di Gabinetto ci informa che, a fine mese (febbraio) sarà indetta una conferenza dei servizi tra Regione Marche, Province di Fermo e Macerata ed i cinque Comuni dell’area (Civitanova Marche, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare) per affrontare l’argomento.
Pensiamo: «Bene, è un segnale positivo, l’ultima conferenza in merito al problema fu quella del 2009, quando si arrivò a definire un accordo di programma e venne presentato un progetto preliminare di bonifica del BBC».
Tutto bene, quindi? Neanche per sogno, perché, da qui in avanti, comincia un altro film, che adesso illustreremo.
Nell’ultima settimana di febbraio, contattiamo telefonicamente la d.ssa Bordoni che, alla richiesta di conoscere la data della conferenza dei servizi, ci informa che la persona incaricata di convocarla è momentaneamente fuori sede e che, quindi, la cosa slitterà al mese successivo.
Ai primi di marzo, allora, chiamiamo di nuovo la d.ssa Bordoni, la quale ci mette al corrente del fatto che, in sostituzione della già annunciata conferenza dei servizi, si è tenuto un tavolo di lavoro tecnico preliminare tra non meglio specificate persone. Chiediamo di conoscere le decisioni prese nel corso del medesimo e lei ci invita ad una teleconferenza con l’Ingegner Sbriscia, responsabile dell’ufficio tecnico regionale, per essere informati da lui sulle decisioni prese in quell’occasione.
Parliamo dunque con l’ingegner Sbriscia, il quale ci illustra le modalità operative che sembra si voglia adottare per affrontare la bonifica dell’ex sito di interesse nazionale; pare ci sia, da parte della Regione, l’intenzione di parcellizzare gli interventi di bonifica e di richiedere ai proprietari di intervenire in prima battuta; questa prima fase vedrebbe coinvolti gli uffici tecnici dei vari Comuni, che dovrebbero verificare se i proprietari delle aree contaminate vogliano provvedere in autonomia ai lavori di bonifica delle medesime, operazione che potrebbe richiedere un’ulteriore caratterizzazione dal punto di vista dei contaminanti. Se i proprietari non fossero disponibili si dovrebbero sostituire i Comuni, e qualora anche questi impossibilitati, la Regione Marche.
Per niente convinti di questo approccio, probabilmente già in atto da tempo, senza che se ne vedano risultati tangibili (le aree inquinate non bonificate indicate per il Basso Bacino del Chienti nel sito della Regione Marche sono le stesse da anni), inviamo via PEC un comunicato alle istituzioni regionali (Giunta e Consiglio), alle Province ed ai Comuni del sito, in cui critichiamo la scelta di adottare questa modalità operativa (repetita iuvant, probabilmente già attuata negli anni scorsi senza apparenti risultati tangibili, dal momento che le aree inquinate non bonificate indicate per il Basso Bacino del Chienti nel sito della Regione Marche sono le stesse da anni) invece di percorrere, da subito, la strada di un accordo di programma tra le parti, come nel 2009, e di un progetto preliminare di bonifica, da raggiungere attraverso la convocazione della suddetta Conferenza dei Servizi, strumento contemplato dalle norme in materia di bonifica dei siti inquinati e l’unico, a nostro avviso, utilizzabile per i problemi di natura complessa, come quello in questione.
Riusciamo a sentire un’ultima volta la d.ssa Bordoni, che ci informa che l’ingegner Sbriscia si è molto irritato per quanto da noi scritto. Chiediamo comunque, sempre via PEC, di conoscere la data del prossimo tavolo tecnico di lavoro preannunciato dall’ingegnere e, a questo punto, il Capo di Gabinetto si eclissa, diventando irrintracciabile al telefono!
GIUNGIAMO ALLORA ALLE SEGUENTI CONCLUSIONI:
1. ci domandiamo quale interesse ci fosse verso di noi da parte del Presidente del Consiglio Regionale dott. Latini, dal momento che, forse, mancava già dall’inizio l’intenzione di affrontare il problema dell’inquinamento del Basso Bacino del Chienti in modo consono. Forse, gli amministratori regionali pensavano di trovarsi di fronte a cittadini impreparati e ad associazioni improvvisate, contando di rabbonire gli interlocutori con vaghe promesse ed un approccio paternalistico, salvo poi irritarsi e defilarsi di fronte a domande precise, osservazioni pertinenti e richieste circostanziate.
2. L’immagine del Palazzo del Potere interessato ai reali problemi dei cittadini e aperto al dialogo è presto svanita, i suoi inquilini tornano alle loro quotidiane faccende al riparo da occhi ed orecchie indiscreti. Il problema dell’inquinamento del Basso Bacino del Chienti rimane inaffrontato, ieri per colpa del centro-sinistra, oggi per quella del centro-destra.
3. La tanto decantata cosiddetta “FILIERA”, che dalla Regione si articola attraverso le Province fino alle amministrazioni locali, forse non è quello che si vuole far credere ma potrebbe essere la
riproposizione a tutti i livelli del medesimo modus operandi, cioè quello di un gruppo che gestisce la cosa pubblica aggiustando le faccende a modo proprio, senza ascoltare i cittadini.
4. Noi di Civitanova ne abbiamo un esempio lampante nell’amministrazione comunale, rappresentata da gente senza scrupoli, senza cultura, senza senso del bello, sprezzante di
tutte le regole del vivere. Essa, intenta a sfruttare a proprio vantaggio ogni opportunità concessa dall’interpretazione di leggi e normative, condiziona in modo devastante e forse irreparabile il
destino urbanistico della città, trasformata in una fantasmagoria di appartamenti di lusso, centri commerciali e locali alla moda, in una sorta di “paese dei balocchi”, forse attrattivo per le persone
di passaggio ma esiziale per i residenti, e che ogni tanto cerca di “darsi una ripulita” promuovendo caffè filosofici, eventi culturali alla moda e progetti finto green.
5. L’opposizione non esiste e finte sono anche le sedicenti associazioni ambientaliste, completamenti assenti nella faccenda, la prima anche quando è maggioranza, le seconde, tranne casi lodevoli, da sempre.
La rappresentante del comitato civico “Civitanova Unita” prof.ssa Giuliana Venturini
Il rappresentante della lista civica “Nova Urbs” dott. Paolo Maria Squadroni