Basso bacino del Chienti,
comitati davanti ad un muro:
«Delusi e ignorati dalla politica»

CIVITANOVA - Nova Urbs e Civitanova Unita intervengono dopo il nulla di fatto prodotto dalle interlocuzioni che vanno avanti da mesi con la Regione. Non piace la strategia di parcellizzare interventi e far ricadere sui privati l'onere della bonifica: «Promesse vaghe e approccio paternalistico»

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squadroni-luzi-bevilacqua-giuliana-venturini«Molto delusi, vaghe promesse e approccio paternalistico». Chiusi gli spiragli di apertura sulla bonifica del basso bacino del Chienti dopo gli interventi del comitato civico Civitanova unita e di Nova urbs.

L’associazione e il movimento politico con Giuliana Venturini e Paolo Squadroni avevano sperato in una riapertura della Conferenza dei servizi per affrontare una volta per tutte il problema della bonifica del basso bacino del Chienti. I segnali di interesse da parte del presidente del consiglio regionale Dino Latini però si sono affievoliti nel tempo fino ad oggi quando i responsabili delle due associazioni siglano un comunicato di grande rammarico e delusione nei confronti della politica.

I due movimenti hanno anche presentato diversi esposti (archiviati) per i quali c’è attualmente una richiesta di opposizione e parallelamente avevano tentato la via “politica” per tentare una risoluzione del problema attraverso alcune lettere ai sindaci dei comuni interessati e alla regione. Unico a rispondere Latini che aveva promesso una conferenza dei servizi ridimensionata poi a tavolo tecnico. Ma anche questa strada è arenata dopo le perplessità dei comitati rispetto alla strategia presentata dalla Regione che sostanzialmente ipotizza di parcellizzare gli interventi di bonifica e di richiedere ai proprietari di intervenire e solo in seguito coinvolgere gli uffici tecnici dei vari comuni per verificare se i proprietari delle aree contaminate vogliano provvedere in autonomia ai lavori di bonifica. Se i proprietari non fossero disponibili si dovrebbero sostituire i comuni, e qualora anche questi impossibilitati, la Regione.

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Il basso bacino del Chienti

«Per niente convinti di questo approccio – dicono Paolo Squadroni e Giuliana Venturini –  probabilmente già in atto da tempo, senza che se ne vedano risultati tangibili abbiamo inviamo via pec un comunicato alle istituzioni regionali (giunta e consiglio), alle province ed ai comuni del sito, in cui critichiamo la scelta di adottare questa modalità operativa invece di percorrere, da  subito, la strada di un accordo di programma tra le parti. Gli uffici si sono molto irritati a seguito di questa pec e attualmente sono irrintracciabili al telefono. Una situazione che ci porta a delle conclusioni: mancava forse già dall’inizio l’intenzione di affrontare il problema dell’inquinamento del basso bacino del Chienti in modo consono. Forse, gli amministratori regionali pensavano di trovarsi di fronte a cittadini impreparati e ad associazioni improvvisate, contando di rabbonire gli interlocutori con vaghe promesse ed un approccio paternalistico, salvo poi irritarsi e defilarsi di fronte a domande precise, osservazioni pertinenti e richieste circostanziate.  L’immagine del palazzo del potere interessato ai reali problemi dei cittadini e aperto al dialogo è presto svanita, il problema dell’inquinamento del rimane inaffrontato, ieri per colpa del centro-sinistra, oggi per quella del centro-destra. La tanto decantata filiera dal Governo alle amministrazioni locali forse non è quello che si vuole far credere ma potrebbe essere la riproposizione a tutti i livelli del medesimo modus operandi, cioè quello di un gruppo che gestisce la cosa pubblica senza ascoltare i cittadini. Ne abbiamo un esempio a Civitanova trasformata in una sorta di “paese dei balocchi” con appartamenti di lusso, centri commerciali e locali alla moda».

 

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