Mega donazione della Carima all’Ast:
apparecchiature per 1,6 milioni di euro.
Saltamartini: «No a guerre di campanile»

MACERATA - Il presidente della Fondazione, Francesco Sabatucci: «Nonostante Banca Marche non ci sia più abbiamo lo stesso portafoglio, anzi lo stiamo aumentando». Il direttore generale della Ast Alessandro Marini ha osservato come dal suo arrivo, da gennaio ad oggi, la dotazione di personale sia cresciuta di 96 professionisti tra medici, infermieri e oss. Il sindaco Sandro Parcaroli sul nuovo ospedale ha annunciato come siano imminenti il passaggio di proprietà dell’area alla Pieve

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Il dg dell’Ast Alessandro Marini

di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)

Sala della biblioteca dell’ospedale di Macerata gremita questa mattina per la presentazione della serie di donazioni di apparecchiature a cura della Fondazione Carima. Donazioni per 1,6 milioni di euro a diversi ospedali maceratesi, nove le apparecchiature fornite ad altrettanti reparti dell’ospedale di Macerata. Una donazione importante nella ultradecennale tradizione della Fondazione Carima, ridottasi di intensità per le conseguenze legate alle vicende della ex Banca Marche.

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L’assessore Filippo Saltamartini

I primari delle varie unità hanno spiegato le caratteristiche degli ecografi donati. Un ecografo Samsung V5 è stato destinato al Pronto Soccorso guidato da Emanuele Rossi: un apparecchio di ultima generazione che ha consentito di aumentare le potenzialità diagnostico-terapeutiche relativamente allo studio delle patologie toraco-addominali.

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Il prefetto Isabella Fusiello, il questore Gianpaolo Patruno e il colonnello Raffaele Ruocco

Analogamente l’ecografo ha consentito, con le sonde in dotazione, di ampliare l’offerta nell’ambito della medicina vascolare permettendo uno studio arterioso e venoso di molteplici distretti e contribuendo così alla netta riduzione delle liste di attesa per esami diagnostici doppler correlati.

Un ecografo Philips Elite è andato alla Radiodiagnostica guidata da Leonardo Costarelli. Si tratta di uno strumento dotato di sonda convex per ecografie internistiche e di due sonde lineari di cui una per tessuti molli ed esami articolari, l’altra per studi vascolari.

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Un ecografo Philips Epiq 7C è andato alla Cardiologia diretta da Mario Luzi. Le macchine di ultima generazione permettono di eseguire esami di livello avanzato mirati alla precisa caratterizzazione di una cardiopatia sia nel setting acuto che cronico, tra cui lo scompenso cardiaco, il danno cardiaco da chemioterapici, le valvulopatie, l’ipertrofia ventricolare, le cardiomiopatie, le cardiopatie congenite, lo shock cardiogeno. Un ecografo Philips Epiq 7C è stato asssgnato alla Emodinamica, in particolare alla unità operativa guidata da Francesco Pellone.

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Lo strumento messo a disposizione della Cardiologia interventistica, permette sia di ottimizzare quanto già eseguito con la precedente strumentazione con maggior accuratezza ed affidabilità, sia di eseguire lo studio preliminare e il monitoraggio intra-procedurale per molteplici interventi con l’utilizzo del 3D in real time. Un ecografo Samsung V5 e un ecografo palmare GE Healthcare Vscan air è nella disponibilità del Blocco Operatorio.

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Il sindaco Sandro Parcaroli

Con la donazione per l’attività del Team accessi vascolari, il cui responsabile è Daniele Elisei, si è potuto implementare il posizionamento di cateteri vascolari sia nell’ambito intraospedaliero sia nel supporto alle cure domiciliari permettendo il posizionamento di cateteri vascolari periferici in pazienti fragili direttamente al loro domicilio. Un ecografo ecocolordoppler Samsung Hera i10 e un ecografo Samsung HM70Evo sono andati alla Ginecologia e Ostetricia guidata da Mauro Pelagalli.

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Francesco Sabatucci

Questa macchina è stata scelta per la sua capacità di diagnosi precoce delle lesioni anche molto piccole dell’ovaio nell’ambito della diagnosi e cura del tumore ovarico. Consente anche una diagnosi dettagliata del carcinoma dell’endometrio e della cervice negli stadi iniziali e avanzati e la stadiazione pre operatoria di tutte queste patologie neoplastiche. L’intelligenza artificiale esprime il suo apice con riconoscimenti automatici delle strutture fetali in particolar modo di quelle cardiache, dove effettua misure automatiche non operatore dipendente. In ginecologia i software evoluti per la visualizzazione del microcircolo permettono di avere una diagnosi sempre più precoce andando a studiare la neoangiogenesi anche di strutture di pochi millimetri.

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Evidenziato il lato tecnico, diversi dei primari intervenuti hanno evidenziato la qualità dell’offerta sanitaria in uscita ( anche in entrata per i pazienti) dall’ospedale di Macerata.

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Il primario Mauro Pelagalli

Una sintesi l’ha fatta, evidenziando grandi doti diplomatiche, il direttore della Ginecologia Mauro Pelagalli: «Vedere Macerata inserita nelle statistiche scientifiche inserita tra i migliori centri italiani suscita grande emozione. Sono arrivato nel ’95 e in quel giorno ho cominciato a chiedere il robot. Le risposte erano facciamo, vedremo. Oggi lo abbiamo.

Quelli che hanno fatto questo lavoro sono quelli che oggi sono seduti qui, ci hanno dato una tecnologia che non è soltanto iconica perchè cambia l’immagine dell’ospedale ma è pratica perchè fa la differenza. Si sente dire sempre di queste liste di attesa ma l’ospedale di Macerata queste liste di attesa non potrà mai evaderle tutte perchè è un ospedale desiderato, le persone che sono qui sono professionisti di un livello altissimo. Se io dovessi operarmi, mi opererei qui, se dovessi farmi una chemioterapia la farei qui, se volessi un cardiologo lo cercherei qui. Io vengo dal Gemelli ma questo ospedale ha delle eccellenze che sono identiche al di fuori dei grandi reparti ultratecnologici. Pertanto possiamo sicuramente evadere molte delle liste di attesa ma il desiderio è più forte di quello che possiamo fare e dunque dobbiamo rassegnarci a portare avanti il nostro lavoro con serietà».

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A sinistra Daniela Corsi

Una riflessione condivisibile quella del dottor Pelagalli, nella speranza che quando si parla di desideri non si sia riferito a quante – magari residenti nel territorio di competenza della Ast – chiedono di accedere ai servizi ospedalieri in questione. Gremita la sala dell’ospedale a conferma dell’interesse per la donazione della Fondazione Carima rappresentata per l’occasione dal presidente Francesco Sabatucci e dal direttore Gianni Fermanelli.

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Alessandro Marini

Il direttore generale Alessandro Marini ha perfino detto alcune parole generali su cosa sta facendo l’Ast: «Relativamente alle nostre dotazioni e per sostenere questa grande qualità che abbiamo e che diventa grande attrattività, l’atto aziendale sarà adeguato alle necessità e comprenderà anche una unità di chirurgia vascolare che serve a completare il nostro percorso».

Un passaggio, l’ultimo, interrotto dall’applauso lanciato dall’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini. L’apertura di unità operative a Civitanova ha suscitato proteste a Macerata e, in generale, l’assessore Saltamartini ha invitato tutti a «superare le visioni si campanile, non torniamo al Medio Evo». Ritorno a Marini: «Siamo nella prospettiva di un contenitore in cui dovremmo agire con dei contenuti di grande qualità, quella che sappiamo esprimere».

Quanto al nuovo ospedale il sindaco Sandro Parcaroli ha annunciato come siano imminenti il passaggio di proprietà (esproprio o accordo che sia) dell’area individuata alla Pieve ed anche la presentazione della progettazione.

Il dg Alessandro Marini: «Siamo facendo tante cose, non ci fermiamo mai. Valorizzazione di quello che stiamo facendo con la collaborazione e la vicinanza delle istituzioni. Sul fronte dell’acquisizione del personale dal mio arrivo, da gennaio ad oggi, abbiamo assunto 96 nuovi operatori tra medici infermieri e oss. Stiamo facendo cose rilevanti, stiamo investendo molto non solo nelle strutture ospedaliere ma anche sul territorio. Non posso infine non ricordare la presenza della Fondazione Carima».

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Francesco Sabatucci

Il presidente Carima Francesco Sabatucci: «La Fondazione è un ente che dona soltanto, riesce a mantenersi viva grazie al lavoro del direttore Fermanelli e dello staff. Nonostante Banca Marche non ci sia più, noi abbiamo lo stesso portafoglio, anzi lo stiamo aumentando pur donando milioni di euro ogni anno».

A chiudere la serie di interventi l’assessore Filippo Saltamartini che ha sottolineato gli interventi fatti per l’acquisto di nuove tecnologie, per finanziare la formazione dei medici «Nel momento in cui si fanno “referendum” tutti i giorni sui vari aspetti della sanità marchigiana bisogna però tenere in considerazione da dove siamo partiti e cosa abbiamo fatto in questi anni. Siamo arrivati con il Covid, le liste di attesa ci sono da venti anni, c’erano le province del Nord che vanno a curarsi in Emilia Romagna, 50 milioni di mobilità, dal 2012 al 2020 non è stato finanziato il sistema finanziario, non sono stati firmati i medici». Le cose fatte: «Ora sappiamo esattamente  la domanda sanitaria grazie al piano fatto con l’Università Politecnica. Abbiamo fatto la legge di riforma della sanità che consente ai sindaci di verificare l’attuazione dei programmi, abbiamo fatto l’atto aziendale, finanziamo 150 borse di specializzazione per i medici mentre prima ne sostenevano cinque.

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Il prefetto Isabella Fusiello

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Emanuele Rossi

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