Silvano Iommi, assessore all’urbanistica
di Luca Patrassi
Oltre 600 cantieri in arrivo in città tra il 2025 e il 2026 e si parla solo di edilizia privata. In più i lavori pubblici. Pensare che fino a qualche anno fa l’edilizia sembrava una attività cancellata dall’economia non solo cittadina, una gru era una visione rara. Da dove arrivano i numeri citati? Dall’ufficio tecnico del Comune.
In seguito al terremoto del 2016 e alle verifiche tecniche successive, furono controllati 2553 edifici privati e di questi 820 quelli che risultarono danneggiati. Danni di vario tipo, da lesioni lievi fino ad arrivare alla inagibilità, risultò quindi danneggiato il 32% del patrimonio verificato. Come ha avuto modo di evidenziare recentemente, nel corso di un incontro pubblico, l’assessore all’urbanistica Silvano Iommi, le pratiche presentate in Comune fino allo scorso 11 marzo sono state 800. Di queste 800 schede, sono 456 quelle in mano all’Ufficio ricostruzione per via della presentazione di un progetto e 300 quelle che hanno già registrato la concessione del contributo per la ricostruzione o per il restauro. Dei 300 contributi concessi, 135 sono i cantieri già ultimati e dunque ci sono altri 165 cantieri in corso o ancora da avviare. Tornando agli oltre ottocento immobili schedati e ai 135 conclusi, ne deriva appunto un numero impressionante di cantieri prossimi (tra l’anno in corso e il prossimo) alla partenza.
Nei giorni scorsi il consiglio di quartiere de centro storico, guidato da Alberto Binanti, aveva promosso un incontro per discutere appunto il tema dei cantieri e del loro impatto. Per il centro storico i numeri dicono che ci sono 91 progetti, 66 sono quelli già finanziati e di questi ultimi 34 sono i lavori ultimati. Dunque, a nove anni dal terremoto, le statistiche dicono che la ricostruzione è entrata solo quest’anno nel vivo e si svilupperà per i prossimi due. A questi numeri legati all’edilizia privata vanno aggiunti i tanti e complessi lavori pubblici, sostenuti da Comune, Università, Erdis anche con canali finanziari diversi. Onde evitare allarmismi è bene specificare che non tutti i seicento cantieri avranno la necessità dell’occupazione di suolo pubblico, e dunque di togliere aree preziose di sosta. Considerazione finale: il patrimonio urbanistico cittadino uscirà riqualificato e migliorato da questa ondata di interventi e dunque i disagi di oggi dovrebbero essere ampiamente ricompensati dai risultati finali. Si spera in tempi brevi. A proposito di numeri, si può aggiungere un altro dato: a nove anni dal terremoto sono ancora 450 i maceratesi che incassano il Cas, il Contributo di autonoma sistemazione.
600 cantieri sono tanti. Troppi. Ma sono ancora di più se si pensa che dovreste essere voi a doverli gestirli con la vostra plateale competenza dimostrata....poveri maceratesi
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In questo modo la fate diventare sempre piu’ bella e piu’ ordinata la nostra città.
Ricostruire è un diritto ma anche un dovere per la sicurezza, però auspico che l’Ufficio Tecnico chiarisca e ribadisca che i termini per l’ultimazione dei lavori sono essenziali, ovvero, proprio per l’impatto ed il sacrificio chiesto agli altri cittadini, non può essere consentita l’apertura di cantieri che poi rimangono inerti per poi chiedere proroghe. In questo senso non sanzioni ma preventiva informazione.
Solo 600? Peccato. Speriamo almeno che vengano aperti tutti contemporaneamente!