Il Consiglio di Macerata
di Luca Patrassi
Nuova convocazione per il Consiglio comunale che tornerà a riunirsi il 24 febbraio alle 17 e il 25 febbraio alle 16. Ed ancora una volta una seduta che non ha delibere di rilievo all’ordine del giorno, la solita sequenza di mozioni ed interrogazioni, alcune peraltro su argomenti stradibattuti. Evidentemente ci sono i fondi in bilancio per sedute di Consiglio comunale che non appaiono di particolare urgenza, diversamente da quello che appare per altri settori come le manutenzioni, le attività culturali, i servizi sociali. Cinque in totale le interrogazioni che riguardano l’installazione tecnologica in viale dell’indipendenza (Roberto Spedaletti e Roberto Cherubini del Movimento 5 stelle), l’atto aziendale dell’Ast Macerata (Andrea Perticarari del Partito Democratico), la richiesta di chiarimenti in merito ai contenuti e alla forma della e – mail istituzionale dell’assessore Silvano Iommi (Giordano Ripa del Gruppo misto), lo stato dei lavori e le tempistiche relative alla scuola IV Novembre (Ninfa Contigiani del Partito democratico) e infine la questione inerente al progetto del Link University a Macerata (Stefania Monteverde di Macerata bene comune). L’interpellanza, invece, è concernente il miglioramento dell’accessibilità lungo via Diomede Pantaleoni (Alberto Cicarè di Strada comune – Potere al popolo). I lavori del Consiglio comunale proseguiranno con la discussione delle delibere relative all’approvazione del nuovo regolamento edilizio comunale (Rec) ai sensi della legge regionale n.8/2018 in adeguamento allo schema di regolamento edilizio tipo (Ret), al procedimento ordinario per l’ampliamento della superficie espositiva all’aperto in variante al Prg Zeta Macchine srl a Villa Potenza e all’approvazione della variante parziale al Prg che interessa la Pcl4 e l’area in via Pirandello. Infine, verranno affrontati l’ordine del giorno sull’adesione alla rete dell’Oms di Città Age Friendly (Antonella Fornaro dell’Udc) e la mozione sul contrasto alla istituzione di un corso di laurea della Link University nel territorio maceratese (Alberto Cicarè di Strada comune Potere al popolo e altri consiglieri di minoranza). Nel caso in cui la seduta del 25 febbraio dovesse andare deserta, la seconda convocazione è fissata per il 27 febbraio alle ore 16.
Giordano Ripa, consigliere del Gruppo misto
Sul fronte della polemica politica si registra l’intervento del consigliere Giordano Ripa (ex Lega, ex Fdi ed ora Gruppo misto) sul nuovo ospedale: «Le dichiarazioni fantasiose dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini circa le ruspe in cantiere per il nuovo ospedale di Macerata alla fine del 2025 o inizio 2026 sono una maldestra pezza elettorale su un buco che più nero non si può. Il voto si avvicina, le promesse sono andate a vuoto e Saltamartini cerca di buttare fumo negli occhi agli elettori con l’ennesima sparata dopo 4 anni e mezzo di immobilismo ed inerzia totale della Regione con la complicità e il silenzioso e passivo assenso del Sindaco Parcaroli. Non è ancora disponibile nemmeno il terreno su cui costruirlo l’ospedale ma Saltamartini vuol far credere che, per incantesimo, tutto procederà con ritmi supersonici recuperando anni perduti. I politici dicono che in campagna elettorale vale tutto, ma noi non siamo d’accordo: il coraggio di metterci la faccia quando si manca la parola data vale di più. Al momento l’unico dato reale è l’aggiudicazione della procedura per la progettazione del nuovo Ospedale con la recente stipula del contratto di appalto per la progettazione: anche chi è digiuno di ingegneria e architettura capisce che appaltare la progettazione non significa appaltare la costruzione dell’opera. Dopo questo appalto saranno necessari diversi mesi, se tutto filerà liscio, per la redazione degli elaborati progettuali e per la stesura definitiva del piano di fattibilità tecnico-economica. Una volta pronto questo documento possono essere avviate le procedure di esproprio del terreno dove dovrà sorgere l’Ospedale e che devono essere fatte dal comune di Macerata. Serve poi il parere del consiglio superiore dei lavori pubblici, che è vincolante. Durante la fase di esproprio potrebbero subentrare degli ostacoli:individuare un’area astrattamente idonea per l’insediamento di un ospedale o di altra importante opera pubblica non significa poi dare immediatamente corso ai lavori in quanto, in difetto di accordo con il proprietario per determinare amichevolmente l’indennità per l’esproprio, si dovrà procedere attivando la procedura di occupazione d’urgenza finalizzata al successivo esproprio onde intanto installare il cantiere, ma il privato può ricorrere al Tar prima ed al Consiglio di Stato poi per ottenere una sospensiva dell’efficacia del provvedimento della Pubblica Autorità, e se il ricorso venisse accolto passerebbero molti mesi, anche più di un anno, in attesa di una sentenza sul merito. Una volta approvato il progetto si puo avviare la procedura di esproprio, predisporre il bando europeo di gara per l’assegnazione dei lavori e poi dare corso alla gara di appalto integrato. Tale procedura , tra l’elaborazione e pubblicazione del bando europeo e l’assegnazione dell’appalto, richiede un tempo stimabile e senza intoppi di 280-300 giorni(vedi dati dell’osservatorio lavori pubblici ) prima dell’inizio dei lavori, salvo possibili ricorsi delle altre imprese concorrenti. Dopodiché vanno considerate eventuali e successive criticità(incremento dei prezzi con conseguente ricerca di altri finanziamenti o riduzione delle opere di progetto, varianti in corso d’opera per adeguamento a nuove norme)».
Ripa indica un’altra serie di questioni: «Infine non si possono tralasciare considerazioni sui molti punti oscuri che riguardano il finanziamento. Il costo dell’opera è stimato in 185 milioni di euro ma al momento la disponibilità della Regione Marche è di 158 milioni come dichiarato dall’Assessore Saltamartini (di cui 90 non certi in quanto dovrebbero provenire dall’ufficio speciale per la ricostruzione) Anche su questo, quindi, le carte, e i conti, non sono a posto, senza considerare la probabile lievitazione dei costi, come già avviene per la quasi totalità delle opere pubbliche. Tutto ciò per quanto riguarda il contenitore mentre al momento non viene considerato il costo di tutte le strumentazioni necessarie per un ospedale come quello di Macerata che è dotato di reparti e servizi che sono qualitativamente al di sopra di un ospedale di primo livello quindi provvisto di eccellenti strumentazioni. In conclusione i cittadini maceratesi continuano ad essere disinformati con notizie fuorvianti e non realistiche dopo le continue rassicurazioni sul nuovo ospedale ricevute in questi ultimi 4 anni e mezzo a cui non hanno fatto seguito azioni concrete da parte dell’amministrazione regionale e comunale: ritengo che passeranno molti anni prima che venga inaugurato il nuovo ospedale cittadino, altro che ruspe per Natale o la Befana».
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se vi serve una geologa per sondare il terreno dove deve sorgere il nuovo ospedale, ovviamente espropriando il malcapitato proprietario che è colpevole, sì colpevole di essere il proprietario del terreno, dicevo, tale geologa firma la fattibilità anche dove non c’è una fattibilità, eh si, la geologia non è matematica, non è sì o no, la geologia è una scienza quantistica, dipende dall’osservatore, capisciammè…
Chiedete:
– come mai hanno tolto la dicitura di “provinciale” all’ospedale.
Scoprirete che è il metodo per spargere i servizi di un ospedale di secondo livello su tre città. In tre non ne fanno uno di secondo livello (e sì, la qualità può solo calare). Alla presentazione dell’atto aziendale lo hanno anche dichiarato candidamente che nel territorio ci sono solo tre primi livelli.
– Quante provincie in Italia non hanno ospedali di secondo livello? Permettete che questo accada o li invitate caldamente a cambiare rotta?
– come mai si spostano unità operative funzionanti e prestanti?
Stanno facendo un chiaro depotenziamento. Parte dall’ospedale di Macerata, ma l’assenza di un centro di secondo livello in un punto baricentrico (che non è e non sarà mai la costa, dato che ci sono Fermo e Ancona a due passi) comporta un impoverimento per tutto il territorio. Tra l’altro non rispettano i criteri del dm 70 e quindi, di conseguenza, non si garantiscono gli standard assistenziali (per una popolazione di 220.000 abitanti è previsto avere un secondo livello).
Visto da fuori è assurdo, insensato, a tratti anche grottesco il modello che propongono. Non ci vuole tanto a capire che un ospedale funzionale non può avere una specialità in una città e un’altra in un’altra. E se il paziente ha bisogno di operazione alla tiroide, ma nel frattempo ha necessità di oncologo e oculista che fa? Un bel giro tra Macerata Civitanova e San Severino? O aspetta che siano i medici a venire invece che dal piano di sopra da un’altra città?
Motivazioni? Suppongo siano:
– mancanza di soldi (Meloni sta favorendo il privato e non finanzia la sanità).
– tentativo di mantenere elettorato (si fa confusione: meglio dare tre ospedaletti e dire che sia un sistema adeguato che fare centro Spoke in superstrada e hub nelle città vicine). Ripeto, qua non è una questione di campane, mettetelo sul territorio di corridonia o di tolentino così non è né a Macerata né a Civitanova ma fatene uno e che sia adeguato alle esigenze della popolazione più che dei politici!
Tra l’altro, tutto questo parlare del privato, ma il privato insiste sulle carenze esistenti.
Attenzione perché venisse un privato a fare un ospedale di secondo livello in posizione adeguata farebbe profitti milionari nel giro di 10 anni, facendo sicuramente le scarpe a un pubblico inadeguato (ovvero la rete ospedaliera che stanno propinandovi). Vi dice qualcosa il fatto che in tante regioni gli ospedali privati sono quelli più grandi e capaci di rispondere al fabbisogno della salute?
Vi sembra possibile che si arrivi a scoprire il fianco in questo modo coi soldi dei cittadini?