Direzione artistica dello Sferisterio,
tra i candidati Crescenzi e Bottacin.
Tecnici in fermento: «Si cambi rotta»

MACERATA - Domani colloquio finale per i cinque nomi rimasti in lizza: tra loro il direttore d’orchestra portorecanatese David Crescenzi e il direttore del teatro sociale di Rovigo. Intanto Mauricio Pasquali fa sentire la voce del collettivo Osa: «È indispensabile finire di “vivacchiare” con le sole rappresentazioni operistiche del Mof e cominciare ad avere un quadro di azione e prospettiva più allargato e a lungo termine»

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Il direttore d’orchestra David Crescenzi

di Luca Patrassi

Saranno ascoltati domani i cinque i candidati alla direzione artistica dello Sferisterio ammessi al colloquio con i consiglieri di amministrazione dell’associazione. Una prima selezione ha ridotto appunto a cinque i candidati, a fronte delle 41 domande che erano state presentate per l’incarico triennale. Si parla già di vecchie e nuove cordate sostenute anche da ex dirigenti dello Sferisterio. Tra i nomi circolati in questi giorni figurano quelli del direttore d’orchestra portorecanatese David Crescenzi e di Edoardo Bottacin, veneto di 28 anni, direttore del teatro sociale di Rovigo.

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Mauricio Pasquali

Non solo vertici in discussione. I tecnici chiedono di discutere questioni concrete legate all’Arena. Su questo versante si registra la presa di posizione di Mauricio Pasquali per conto del collettivo Osa che riunisce un gruppo di lavoratori: «È indispensabile, secondo noi, e da subito cambiare rotta e finire di “vivacchiare” con le sole rappresentazioni operistiche del Mof basandosi esclusivamente su quelli che sono finanziamenti, costi e ricavi annuali e cominciare ad avere un quadro di azione e prospettiva più allargato e a lungo termine. È doveroso constatare che lo Sferisterio fabbrica di artisti, artieri ed operai, monumento e vanto cittadino non ha mai avuto in tanti anni l’utilizzo , la considerazione e l’amore che si merita senza perciò arrivare mai ad esprimere a pieno il suo potenziale dentro e oltre quella che è la stagione lirica estiva. È mancata ,per quello che riguarda le attività, una idea di investimento pubblico elaborata , proposta e discussa a livello dirigenziale e politico che coinvolgesse la cittadinanza».

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Lo Sferisterio

L’esigenza di una struttura stabile: «L’Associazione Sferisterio – osserva il collettivo Osa – soggetto che gestisce gli spettacoli in Arena per il Festival lirico non ha infatti, e purtroppo da molto tempo, una struttura dirigenziale, tecnica ed organizzativa stabile e all’altezza della fama del nostro amato teatro cittadino e i risultati negli ultimi anni sono evidenti non solo dal punto di vista economico, ma anche lavorativo. Infatti, altri teatri marchigiani degni di rispetto e con una storia innegabile di successi, anche se non hanno la fama e lo splendore dello Sferisterio svolgono una attività propria e di collaborazione con altre realtà regionali progettando la realizzazione di costumi, scenografie ed interi spettacoli creando così, seppure in piccolo, un importante circolo virtuoso dal punto di vista sia economico che occupazionale».

La proposta: «Non sono più rimandabili a questo punto una presa d’atto e una contemporanea discussione pubblica che coinvolga anche le conoscenze delle maestranze, insieme a politici e cittadini per iniziare a guardare oltre la punta del proprio naso e parlare di sviluppo e progettazione. Per esempio, affrontando il tema del lavoro, la questione che riguarda i magazzini ormai colmi , dove viene alloggiato gran parte del patrimonio materiale (che consente l’elargizione di crediti) dell’Associazione Sferisterio, dovrebbe essere analizzata seriamente e da subito con l’intenzione di un ampliamento delle strutture, un necessario riordino e la creazione, dove possibile, di laboratori di sartoria, scenografia, illuminotecnica, attrezzeria ,trucco e parrucco ecc. magari con la collaborazione dell’Accademia cittadina. Altra questione importante, essenziale per svolgere tutti gli spettacoli in Arena e da effettuare prima dell’inizio della stagione è ad esempio, quella del rifacimento del tavolato del palcoscenico ormai logoro, lavoro per cui i tecnici e gli operai del Mof sono le figure più adatte per svolgerlo come si deve conoscendo bene la struttura . In quanto sempre alle maestranze tecniche bisogna considerare anche un lato umano, non è giusto, secondo noi ,che in alcuni casi, quando le condizioni di vita si fanno più difficili con il passare degli anni e si presentano gli inevitabili problemi fisici e di salute che questo faticoso lavoro comporta, non avere la possibilità di lavorare di più e più a lungo anche nel nostro capoluogo dopo il festival estivo viste le scarse possibilità che la città offre da questo punto di vista».

In sintesi «le nostre proposte sono quelle di un maggiore e migliore utilizzo dello Sferisterio e del Teatro Lauro Rossi o di altri spazi adibiti a spettacoli dal vivo, una collaborazione anche dal punto di vista tecnico con altri teatri nel territorio, la sistemazione adeguata dei magazzini, la creazione di laboratori e la adeguata cura di tutto ciò creando buona occupazione , con salari dignitosi e valorizzando di pari passo l’attività culturale maceratese».

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