Il Pd maceratese verso le elezioni,
assemblea con Ricci, Manzi e Carancini.
«Costruire un nuovo centrosinistra»

POLITICA - La riunione ieri all'hotel San Claudio di Corridonia, poi si rivedranno il 17 gennaio. L'analisi dell'europarlamentare: «La prossima volta per vincere non basterà parlare male della Meloni e di Acquaroli ma avremo bisogno di costruire una speranza, un progetto nuovo»

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Un momento dell’incontro. Da sinistra: Romano Carancini, Matteo Ricci, Osvaldo Messi, Angelo Sciapichetti, Irene Manzi

di Luca Patrassi

Il Pd maceratese sente odore di elezioni ed inizia a serrare le fila in vista di trovare il campo da gioco giusto, più o meno largo, il programma e le liste per competere. “Al lavoro per costruire l’alternativa” è il titolo scelto per un’assemblea provinciale del Pd di Macerata divisa in due fasi. La prima sessione è andata in scena ieri sera nella sala riunioni dell’hotel San Claudio di Corridonia ed è servita per fare il punto con gli eletti delle Marche nelle varie istituzioni (Europa, Parlamento, Regione), mentre la seconda è in cartellone il prossimo 17 gennaio e sarà focalizzata sull’organizzazione del partito in vista dell’anno delle elezioni regionali e comunali. Tre le relazioni svolte ieri e firmate dall’europarlamentare Matteo Ricci, dalla deputata Irene Manzi e dal consigliere regionale Romano Carancini.

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Irene Manzi ha osservato che «le elezioni in Emilia Romagna e in Umbria, ci dimostrano che la destra si può battere attraverso una strategia politica aperta e inclusiva verso le forze politiche ed associative di centrosinistra. Dobbiamo continuare a lavorare nei territori per stare vicini ai cittadini e ai loro problemi. Di fronte ad una sanità che vive una situazione di profonda crisi,ad una legge di bilancio che colpisce le famiglie, che taglia pesantemente agli enti locali abbiamo la necessità di costruire un’alternativa politica credibile frutto di ascolto e attenzione ai cittadini. E’ una responsabilità che abbiamo e che è ancora più urgente nelle Marche che stanno affrontando uno dei più drammatici periodi di crisi industriali della propria storia».

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Secondo Romano Carancini il compito del Pd in vista delle regionali è quello di «costruire ponti verso storie e culture diverse all’interno del Pd e di quel mondo civico che guarda con attenzione al centrosinistra. Tutti i marchigiani vivono sulla loro pelle i disastri del presidente Acquaroli dalla sanità ai trasporti, dalle aree interne alle opere pubbliche.  Ricostruire partendo dai bisogni delle persone con una proposta credibile e cercando attorno al Pd una alleanza aperta senza veti coinvolgendo i mondi e le esperienze del cattolicesimo dell”ambientalismo e del civismo, linfa vitale delle comunità. Sul versante sanità la giunta Acquaroli ha fallito totalmente, l’aumento delle liste di attesa, l’aumento della mobilità passiva verso altre regioni, le promesse ripetute e mai mantenute sul nuovo ospedale di Macerata, il fatto che un marchigiano su dieci rinuncia ormai a curarsi perché non ce la fa, è un fatto angoscioso che deve allarmarci tutti e rappresenta il più clamoroso tradimento della fiducia accordata dai marchigiani alla giunta Acquaroli».

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L’analisi di Matteo Ricci che ha esordito dicendo di aver votato a favore della nuova Commissione europea: «Ho dato un voto di responsabilità perché in un momento storico così complesso l’Europa ha bisogno di un governo. Per vincere le prossime elezioni abbiamo bisogno di costruire un nuovo centrosinistra. Dobbiamo costruire un programma alternativo che ci consenta di ritornare al governo. La prossima volta per vincere non basterà parlare male della Meloni e di Acquaroli ma avremo bisogno di costruire una speranza, un progetto nuovo, di prospettiva. La destra al governo delle Marche non fa altro che prendere ordini da Roma e questa giunta regionale ha deluso i marchigiani. Quattro anni fa i marchigiani hanno provato a cambiare ma tante di quelle persone oggi sono rimaste deluse. Alle prossime regionali sarà una battaglia durissima, noi dobbiamo proporre un’alternativa credibile, affinché alle Marche venga ridata un’ambizione,un progetto, un’obiettivo preciso, un sogno perché le Marche debbono tornare grandi e competitive, debbono tornare una regione europea, non una regione che prende gli ordini».



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