Civitanova viaggia come un treno
solo sull’edilizia speculativa.
Ritardi inspiegabili sulle case popolari

L'INTERVENTO dell'avvocato Giuseppe Bommarito sulla situazione abitativa nella città costiera, dopo le inchieste di Cm sulle conseguenze per la città del Piano casa e lo piscodramma vissuto dalla maggioranza dopo la bocciatura in Consiglio delle ultime due varianti urbanistiche

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito*

In questo periodo, grazie alle gravi e volute distorsioni del Piano Casa, sono in fase di costruzione almeno 500 nuove abitazioni a Civitanova, molte con prezzi notevolissimi, sino a 5/6mila euro al metro quadrato.

E’ un dato di fatto, anche se nessuno sa chi mai potrà acquistarle queste case, chi mai potrà soddisfare questo surplus di offerta a prezzi spesso inabbordabili per la maggioranza dei potenziali acquirenti, un surplus in gran parte – ormai è evidente – legato ad esigenze di riciclaggio di soldi sporchi provenienti dalla droga, come insegnano decine di esperienze analoghe sparse in tutta Italia dove il mattone con funzione di lavatrice spadroneggia.

D’altra parte la popolazione stanziale sulla costa civitanovese è stabilizzata da qualche anno, se non in leggero calo, e il fenomeno delle seconde case da tempo tende a spostarsi in Comuni limitrofi, dove i prezzi sono più bassi e la situazione di vita è complessivamente più tranquilla, sicché gran parte delle nuove case in costruzione rimarrà invenduta.

Comunque – è sotto gli occhi di tutti – a Civitanova si costruisce dappertutto, stile “sacco di Palermo”, senza riguardo alle reali esigenze, senza rispetto di alcune ville storicamente importanti nel contesto urbano, senza considerazione dei cittadini “frontisti” che da un giorno all’altro si vedono preclusa la visuale precedente, magari verso il mare, senza curarsi dell’inesistenza di parcheggi per le nuove abitazioni. Eppure, nonostante questa sovrabbondanza di appartamenti sulla piazza, nonostante questo eccesso di offerta extralusso, Civitanova è uno dei quattro Comuni della provincia di Macerata a più elevata tensione abitativa, cioè dove il problema “casa” è più sentito.

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Gli altri sono Macerata, Recanati e Potenza Picena, così individuati da una delibera della Giunta Regionale di alcuni anni fa. Ciò significa indubbiamente che in questi Comuni la richiesta abitativa in effetti esiste ed è anche piuttosto alta, ma concerne solamente abitazioni a prezzi abbordabili, soprattutto abitazioni di edilizia popolare e di edilizia agevolata, proprio quelle che sulla costa da diverso tempo non vengono messe sul mercato.

Quanto sopra trova conferma nell’elevato numero di domande che pervengono al Comune civitanovese in occasione della pubblicazione dei relativi bandi. Nell’ultima graduatoria definitiva pubblicata nel 2021 figuravano circa ben 170 nuclei familiari (ma le domande erano molte di più, in quanto vennero escluse circa 60-70 domande di nuclei extracomunitari sulla base di una particolare interpretazione della normativa).

Ebbene, sulla base di tale graduatoria del 2021, scaduta negli ultimi mesi del 2023 (le graduatorie hanno per legge regionale una validità biennale) sono stati assegnati dal Comune nel corso del 2023 solamente 13 alloggi di edilizia residenziale pubblica cosiddetti di risulta, ossia lasciati da precedenti assegnatari e ripristinati dall’Erap, di cui 8 di edilizia popolare e 5 di edilizia agevolata in via Cagni.

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Ad oggi il Comune non risulta aver pubblicato un nuovo bando per gli alloggi di risulta della vecchia graduatoria, nonostante vi sia ancora una decina di alloggi di questa tipologia sfitti in quanto rilasciati all’Erap dai rispettivi inquilini, che dovranno essere oggetto di ripristino da parte dell’Erap stesso per poi essere comunicati come disponibili al Comune (il ripristino, secondo prassi non avverrà ora, ma, come di consueto, solo una volta approvata dal Comune, quantomeno, la graduatoria provvisoria).

Sembra, addirittura, che l’ente comunale, prima di pubblicare un nuovo bando per questi benedetti alloggi di risulta, voglia procedere alla modifica del vigente regolamento per l’assegnazione, non si sa per quale specifico motivo, comunque anche in questo caso con un inevitabile allungamento dei tempi immotivato e ingiustificabile, a fronte delle esigenze di vita di tante famiglie bisognose di un alloggio decente.

Ciò fa ritenere, considerati anche i tempi occorrenti per la formulazione della graduatoria provvisoria e di quella definitiva e le necessarie verifiche sulla permanenza dei requisiti prima dell’assegnazione, che gli alloggi sfitti di risulta di cui sopra non potranno essere consegnati agli aventi diritto prima del 2026 (previsione ottimistica).

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Le case popolari di via Marchetti

Ma non basta. L’Erap Marche ha in corso di ultimazione, sempre a Civitanova, un intervento in via Marchetti per la realizzazione di 34 alloggi di edilizia agevolata (si tratta di edilizia destinata ad una fascia intermedia di popolazione, ossia a coloro che per reddito non rientrano nell’edilizia popolare, ma non riescono neppure a sostenere i canoni elevati di un affitto privato), tant’è che i canoni oscillano intorno ai 300 euro mensili e non sono rapportati ai redditi dei nuclei familiari (come avviene invece negli alloggi Erap). La disponibilità di tali alloggi per l’assegnazione non è ancora stata ancora ufficialmente comunicata dall’Erap al Comune in quanto necessitano ancora alcuni adempimenti burocratici, ma si prevede che ciò possa avvenire entro la fine del corrente anno.

Nel frattempo il Comune, anche a seguito di diversi “ruvidi” solleciti dell’Erap, ha finalmente pubblicato nel mese di marzo 2024 il nuovo bando di concorso, a seguito del quale sono pervenute poco più di 200 domande, che ancora però devono essere esaminate dall’apposita Commissione, a sua volta nominata dal Comune con notevole ritardo. Tanto per cambiare, tale Commissione, per allungare ancora di più il brodo, non ha ancora iniziato i propri lavori e non si sa quando li inizierà.

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L’ex hotel Adua in via Vittorio Veneto

Insomma, mentre sull’edilizia speculativa di alto livello (quella che consente di riciclare guadagnandoci sopra) Civitanova marcia come un treno, al punto che rischia di deragliare per eccesso di offerta, per questa edilizia destinata alle fasce di popolazione meno fortunate economicamente i ritardi inspiegabilmente si vanno accumulando sempre di più.

Va tenuto presente infatti che, sulla base di precedenti analoghe esperienze, anche in tal caso per la redazione della graduatoria provvisoria e poi di quella definitiva e per le necessarie verifiche prodromiche all’assegnazione, potrebbe essere necessario anche un anno, per cui la consegna degli alloggi agli aventi diritto slitterà quasi sicuramente al 2026. Un’attesa praticamente eterna.

Curiosa, poi, la circostanza che a Civitanova ad occuparsi del bando dell’edilizia Erap ordinaria sia l’ufficio tecnico, mentre il bando per l’edilizia agevolata risulta in carico ai servizi sociali, ossia due diversi uffici per una problematica che, per accelerare i tempi, dovrebbe essere invece trattata unitariamente, come avviene nella gran parte dei Comuni e come logica ed esigenza di celerità vorrebbero.

E’ evidente che la mancata o ritardata assegnazione degli alloggi, oltre alla omessa soddisfazione di un bisogno primario di famiglie indigenti, costrette nel frattempo a pagare affitti elevati, determina effetti negativi anche per l’Erap, che non incasserà i relativi canoni (per gli alloggi di via Marchetti circa 10mila euro al mese) e paga le spese di condominio in luogo degli inquilini per gli alloggi di risulta sfitti. Situazione da cui potrebbe scaturire anche un’ulteriore causa risarcitoria, destinata ad aggravare le già notevolissime spese del Comune per il contenzioso giudiziario.

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La palazzina studenti anziani dove ha sede la Spectre srls

Nell’ambito di questa complessiva problematica si inserisce di pieno diritto anche la situazione relativa alla ormai famosa palazzina di edilizia agevolata in via Mandela, ultimata nel 2012 dal Comune di Civitanova, comprendente 24 alloggi per anziani e 31 posti letto per studenti, che, in base al bando di finanziamento regionale, doveva essere destinata a studenti universitari (all’epoca presenti a Civitanova) ed anziani ultra 65enni autosufficienti, per la quale il Comune sta pagando 239mila euro al mese per la restituzione del leasing di durata trentennale, dal 2012 al 2042.

L’intervento, di carattere sperimentale, costato cinque milioni di euro, di cui due messi dalla Regione, si fondava su un possibile rapporto sinergico tra giovani e anziani, che, tuttavia, non ha raggiunto il suo scopo, sia a causa della successiva cessazione dei corsi universitari sia per la difficoltà di trovare anziani disposti a pagare circa 400-500 euro per un alloggio, comprese le spese condominiali piuttosto elevate.

Ad oggi gli spazi di tale fabbricato, rimasto completamente abbandonato per molti anni, salvo la farmacia comunale al piano terra, risultano occupati da vari enti, associazioni ed organismi (tra i quali spicca per il nome e le vaghe finalità la Spectre srls, che un po’ rimanda ai fasti di James Bond se non fosse che ha un capitale sociale ridicolo, solamente di tre euro) cui di recente sono stati concessi in uso dal Comune, ossia da tutti fuorché dalle categorie per le quali era stato realizzato l’immobile, in dispregio assoluto delle clausole del bando regionale di finanziamento, un vero e proprio scandalo nello scandalo oggetto anche di un recente infuocato dibattito in consiglio comunale e di un procedimento aperto in procura.

La concessione in uso a diversi soggetti, peraltro, sarebbe infatti avvenuta senza procedure di evidenza pubblica e senza autorizzazione della Regione, che probabilmente neppure ne è stata informata. Il Comune, invece, dato l’elevato fabbisogno abitativo esistente in loco, piuttosto che lasciare inutilizzato per anni l’immobile o concederlo a chissà chi, avrebbe ben potuto chiedere alla Regione Marche il cambio di destinazione delle categorie originarie, individuandone altre del tipo di quelle indicate nell’ultimo bando pubblicato a marzo di quest’anno con riferimento agli alloggi di edilizia agevolata di prossima ultimazione in via Marchetti, ovvero avrebbe potuto individuare gli alloggi lì realizzati come alloggi provvisori per particolari situazioni di emergenza (ad esempio, sul tipo degli alloggi- parcheggio che il Comune di Macerata ha in via Roma 395).

Insomma, per una serie di inspiegabili dilazioni e rinvii, il problema abitativo delle fasce meno abbienti sulla costa viene continuamente dilazionato, nell’indifferenza della istituzione comunale, che su tematiche sociali di questa rilevanza, con tante situazioni veramente drammatiche – anche di anziani soli e di soggetti con handicap – in attesa da anni di una qualche soluzione, dovrebbe invece mettere l’acceleratore. Ma, in realtà, questo problema non sembra affatto rientrare nelle priorità dell’Amministrazione.

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