«Aborto a ostacoli nelle Marche:
mozioni nei consigli comunali per escludere
i gruppi pro-vita dai consultori»

SALUTE - In occasione della Giornata internazionale per l'interruzione di gravidanza libera, sicura e gratuita, la conferenza delle donne del Pd scende in piazza. Manuela Bora, consigliera regionale: «La maternità deve rimanere una scelta libera e consapevole, continueremo a batterci per invertire la marcia indietro che la destra ha imposto nella nostra regione»

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Domani si celebra la Giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro e gratuito, diritto sancito dalla legge 194 del 1978. Le Marche sono al centro del dibattito per l’elevato numero di obiettori e obiettrici di coscienza, che di fatto, secondo molti, rendono complicata la piena applicazione della legge 194.

La Conferenza delle donne democratiche Marche si mobilita per ribadire la sua posizione a sostegno del diritto all’aborto. «La giunta Acquaroli si distingue per aver autorizzato l’ingresso delle associazioni pro-vita nei consultori, una decisione che solleva forti preoccupazioni – fa sapere il coordinamento – nella nostra regione non esiste un’emergenza Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza), ma praticare un aborto, sia farmacologico che chirurgico, sta diventando sempre più difficile. Nonostante ciò, molte cittadine, associazioni, sindacati, giovani donne e personale sanitario stanno continuando a mobilitarsi per difendere i consultori e i diritti delle donne».

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Luisa Cecarini, portavoce della Conferenza della donne democratiche Marche

Luisa Cecarini, portavoce delle Donne democratiche delle Marche, aggiunge: «L’autonomia riproduttiva delle donne è costantemente sotto attacco. Il corpo femminile diventa terreno di scontro ideologico per una destra sempre più legata a movimenti oscurantisti e integralisti. Come Conferenza delle donne democratiche, siamo al fianco delle associazioni, sia partecipando alle manifestazioni di domani, sia attraverso un’azione politica coordinata. Presenteremo, infatti, una mozione nei consigli comunali per chiedere alla giunta regionale di escludere i gruppi pro-vita dai consultori e di recepire le linee guida ministeriali per la somministrazione della pillola Ru486, che permetterebbero di evitare l’ospedalizzazione per l’Ivg».

In consiglio regionale, il Partito Democratico ha già sollevato la questione con un’interpellanza, presentata dalla consigliera Manuela Bora per chiedere all’assessore alla sanità Filippo Saltamartini quale fosse la posizione della giunta in merito alla presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori. «La giunta Acquaroli continua a marcare la sua avversione nei confronti dei diritti e della salute delle donne, come confermato dall’ingresso delle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici – rimarca Bora – nonostante le maggiori risorse assegnate dallo Stato alla nostra Regione negli ultimi quattro anni, non sono visibili miglioramenti sulla tutela della salute, sulla garanzia al diritto di aborto e sul rilancio dei consultori pubblici. La maternità deve rimanere una scelta libera e consapevole, e per questo, insieme continueremo a batterci per invertire la marcia indietro che la destra ha imposto alle Marche».

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La segretaria regionale del Pd, Chantal Bomprezzi, conclude: «Questa giunta, invece di garantire la presenza del personale sanitario previsto per legge, rifornire i consultori di strumentazioni moderne e potenziare i servizi, che rappresentano un presidio sanitario essenziale, preferisce smantellare le strutture e fare propaganda sul corpo delle donne. Domani scenderemo in piazza per ribadire, ancora una volta, che sui diritti non si torna indietro».

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