Antonio Bravi
Sarà una domenica di fuoco per la politica recanatese. Tanto Antonio Bravi quanto Francesco Fiordomo hanno posto nella giornata di domani il termine ultimo per trovare un accordo in vista del ballottaggio del 23-24 giugno.
Il sindaco uscente, candidato della coalizione di centrosinistra, dopo aver chiuso la porta in mattinata a nuovi incontri per appianare le divergenze, ha fatto retromarcia e tirato fuori il jolly a sorpresa: un’assemblea pubblica che si terrà domani pomeriggio alle 18 al Salone del Popolo. «Insieme alle mie liste, abbiamo deciso di convocare candidati ed elettori del Progetto Civico di Francesco Fiordomo ad un incontro aperto. Chiedo a quanti si riconoscono nei più alti valori della democrazia, che alimentano un proprio senso civico, un atto di responsabilità. Per non lasciare la nostra bellissima Recanati in mano a un’amministrazione di destra che per come si propone rappresenterebbe un arresto del progetto di crescita della città. Mi appello a quanto ci unisce, a quanto fatto per la città, a quanto ancora possiamo fare. Insieme».
Fiordomo invece pone la linea dell’ultimatum sei ore prima, alle 12 di domani. «Mercoledì, Antonio Bravi ci ha cercato e invitato ad un incontro in vista del ballottaggio – svela il gruppo di Fiordomo in una nota unitaria nella quale ricostruiscono le trattative febbrili degli ultimi giorni – da subito, non troppo accogliente, guardandoci dall’alto verso il basso, è apparso puntare solamente ad imporre la sua visione. Con pazienza e senso di responsabilità abbiano ascoltato e, riuniti tutti i candidati delle nostre liste, abbiamo avanzato una nostra proposta chiara: un accordo amministrativo e programmatico, non politico, da realizzare attraverso l’apparentamento di tutte le sei liste. In questo modo, si sarebbe formata una maggioranza nuova e Progetto Civico sarebbe entrato con pari diritti, come era giusto che fosse visti i 3mila voti presi, pochi meno di quelli di Bravi. Un accordo per l’attuazione del programma e per una buona amministrazione. Non ci interessavano poltrone, ma spazi istituzionali per fare le cose, per incidere realmente nell’azione di governo della città, rispettando così la volontà dei nostri elettori».
Francesco Fiordomo
La questione, andando a stringere, è tutta legata alle ripartizioni dei seggi con un apparentamento formale, quello per cui spinge Fiordomo, piuttosto che con un accordo extra-elettorale, come preferisce Bravi. Senza apparentamento, infatti, in caso di vittoria Bravi conquisterebbe 10 seggi, il Progetto Civico resterebbe coi suoi due e il centrodestra con quattro. In caso di vittoria di Pepa, la sua coalizione avrebbe 10 seggi, tre il Progetto civico e altrettanti il centrosinistra. Con l’apparentamento, Bravi, in caso di vittoria, si troverebbe una maggioranza con sei seggi dalla sua coalizione, quattro (con tre liste rappresentate oltre al candidato sindaco) andrebbero ai fiordomiani e tutti i sei di minoranza al centrodestra: l’apparentamento, infatti, tutela e garantisce la minoranza.
«Un accordo chiaro, trasparente e onesto, un accordo che davvero poteva consentire di tentare il miracolo, perché solo un miracolo può arrestare Pepa – rimarca il Progetto civico – questo il mandato ricevuto dai candidati riuniti in assemblea, un mandato condiviso da tutte le liste, per senso di responsabilità, nella convinzione di poter ragionare su contenuti, con un approccio squisitamente programmatico. Una linea che abbiamo voluto rendere nota con un comunicato, perché si sapesse che siamo responsabili e trasparenti, che non volevamo alcun inciucio, ma stavamo avanzando proposte serie, frutto di riflessioni condivise, ricercando non poltrone o sgabelli, ma accordi veri, per fare ciò di cui Recanati ha bisogno. Fiordomo non ha chiesto niente per sé stesso, nessun posto e nessun incarico, come non ha chiesto niente nessuno di 96 candidati».
Il sindaco Antonio Bravi e l’assessore Francesco Fiordomo quando ancora erano insieme in giunta
Dopo l’apertura, però, i fiordomiani si tolgono qualche sassolino dalle scarpe. «Progetto civico si è mosso unitariamente ed a niente è valsa la telefonata di Bravi per convincere un potenziale consigliere di una lista ad appoggiarlo in cambio di un assessorato – continua il gruppo – sulla proposta di apparentamento formale non abbiamo avuto una risposta positiva, si è preferito salvaguardare gli equilibri e gli interessi dei partiti, in particolare dei Cinque Stelle da quello che ci è stato detto, e immaginare e ragionare su assetti che, molto semplicemente, non ci saranno, su scenari che non si verificheranno. Con incredibile e incomprensibile miopia politica. Sei liste, 96 candidati, in modo unitario, resistendo alle molte pressioni individuali che arrivano da destra e sinistra, con telefonate e promesse sempre più insistenti, erano pronti in modo chiaro, pubblico e trasparente, con il simbolo sulla scheda, a dare una mano, con convinzione, impegno e passione, nonostante tutto, solo per Recanati. Non sarà così. Antonio Bravi, il buon Pd, il Movimento 5 Stelle e via dicendo consegnano la vittoria a Pepa, inserendo di fatto l’ultimo tassello mancante. E scrivono la parola fine. Progetto civico sarà in minoranza, con i suoi consiglieri che saranno attenti e propositivi, con un lavoro di squadra che proseguirà per dare forza programmatica a quella scelta, non maggioritaria ma comunque significativa, di 3mila recanatesi che ringraziamo per la fiducia e che non tradiremo nei contenuti e nell’impegno». Ma lo spiraglio c’è ancora: «C’e’ tempo fino a domani alle 12: Bravi e il Pd rivedano la loro posizione, rispettino l’unitarietà del Progetto Civico, pensino al futuro e non al passato».
Intanto, però, Bravi chiama in soccorso i big del Partito Democratico: martedì sera alle 21.30 nel cortile di Palazzo Venieri è infatti in programma l’incontro con l’ex segretario Pierluigi Bersani.
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Come mai a sinistra si fa di tutto per perdere.... invece a destra si fa di tutto e di più per vincere....??????? Questo in tutti i livelli di elezioni.
A breve una serie TV
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E daje Bravi,anche Fiordomo tiene famiglia!