L’incontro-confronto nella sede della Cgil
di Mauro Giustozzi
Welfare, immigrazione, ambiente, difesa comune, allargamento dell’Europa ad altre nazioni, riforma dei trattati sono stati i temi al centro di un incontro oggi alla Camera del lavoro di Macerata, promosso dal Movimento Europeo in Italia, per un confronto sull’Europa del futuro con la partecipazione dei candidati marchigiani alle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno.
È stata anche l’occasione per presentare il Libro Verde, un piccolo volume pieno di proposte e di idee per il futuro del nostro continente con al centro dieci punti su cui gli organizzatori hanno chiesto l’impegno ai candidati se verranno eletti al Parlamento europeo.
Rispetto agli inviti fatti si sono registrate le defezioni di Carlo Ciccioli (Fratelli d’Italia), Graziella Ciriaci (Forza Italia) e Mirella Emiliozzi (Movimento 5 Stelle) impossibilitati a partecipare per impegni legati alla campagna elettorale. Hanno aderito in presenza, invece, Michele Franchi (Partito Democratico), Agnese Santarelli (Alleanza Verdi Sinistra) in collegamento video, Tiziano Busca (Stati Uniti d’Europa) e Germano Craia (Azione).
Presenti anche i segretari provinciali di Cgil, Daniele Principi, e di Cisl, Rocco Gravina, oltre a rappresentanti di Movimento Federalista Europeo, Base Italia, Aiccre Marche, Centro Alti Studi Europei e Legacoop Marche.
Pier Virgilio Dastoli
«All’interno del Libro Verde c’è un autentico decalogo – ha esordito Pier Virgilio Dastoli che fu giovane assistente parlamentare a Strasburgo di Altiero Spinelli – che è fondato su due elementi. Il primo è che l’Europa che emerge da questa legislatura che volge al termine è un’Europa incompiuta. Penso all’ambiente, alla politica migratoria, al digitale, alla difesa e queste cose devono essere fatte nella prossima legislatura in quanto i cittadini si attendono che l’Europa decida, non su tutto, ma laddove gli stati non sono in grado di farlo. In questo decalogo mettiamo l’accento sui beni pubblici che devono essere garantiti a livello europeo e non solo nazionale. Il secondo elemento è che il trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, come ribadito più volte dal presidente della Repubblica Mattarella ha bisogno di essere superato e sostituito con un altro trattato. Riteniamo che questo compito spetti al nuovo Parlamento europeo. Chiediamo ai candidati marchigiani di firmare questo nostro decalogo, molti lo hanno già fatto, ed abbiamo dato appuntamento ai nuovi eletti il 9 luglio a Bruxelles. Questa Europa in parte rappresenta il pensiero di Altiero Spinelli ma non completamente: non c’è un governo europeo, non c’è una difesa comune, il Parlamento non ha ancora alcuni poteri essenziali come la politica fiscale.
Da sinistra Principi (Cgil) e Gravina (Cisl)
Alcuni passi sono stati fatti ma bisogna percorrere il cammino indicato da Spinelli non solo nel manifesto di Ventotene ma pure nel documento approvato nel 1984 che è il più bel testo di Costituzione europea che esiste».
Dal canto suo Marco Zecchinelli, coordinatore regionale della rete di associazioni del Movimento europeo, ha sottolineato come quello odierno sia stato «probabilmente l’unico evento di questa campagna elettorale aperto ai candidati indipendentemente dal loro posizionamento rispetto al tema europeo. Di temi europei si sta parlando davvero troppo poco in questa campagna elettorale. Crediamo che chi si candida a Strasburgo e Bruxelles debba dare risposte sull’idea di futuro che ha di Europa e questa è stata certamente un’occasione giusta per capire quali sono le proposte, le iniziative, le idee che i candidati marchigiani qualora eletti vorranno portare al Parlamento europeo».
Convergenze sono emerse, seppur con qualche sfumatura diversa, da parte dei candidati che hanno accolto l’invito al confronto sul decalogo del Libro Verde. In particolare la sollecitazione alla partecipazione al voto per questa tornata elettorale che può risultare decisiva per disegnare i contorni della nuova Europa. «L’Europa deve essere dei cittadini non delle banche o della finanza – ha sottolineato Tiziano Busca- è indispensabile un’unica politica sociale, ambientale e dell’immigrazione. Sulla difesa fondamentale una politica europea e non dei singoli Stati».
Mentre Germano Craia ha voluto ribadire che «l’allargamento dell’Europa è determinato dalla voglia di entrare di molti paesi ai quali non si può dire di no. E’ indispensabile rivedere i trattati europei che limitano la possibilità di agire, così come va eliminato il potere di veto sulle decisioni che possono invece essere prese a maggioranza».
Michele Franchi ha tenuto a sottolineare come «proprio perché stiamo assistendo ai cambiamenti climatici serve un’Europa più green e sostenibile così come la difesa e la tutela di lavoratori e delle persone fragili passi attraverso decisioni prese in Europa. Come quella del salario minimo, purtroppo poi non recepita in Italia. Dico sì all’allargamento della comunità europea agli Stati che tutelano i diritti delle persone».
Infine Agnese Santarelli ha puntato sull’ambiente: «Una priorità lo stop ai sussidi per il fossile a favore di energie rinnovabili. Bisogna lavorare ad un reddito minimo europeo per tutti i cittadini in difficoltà mentre sui migranti è necessario superare il trattato di Dublino e poi concedere lo status di rifugiati anche ai migranti climatici».
Il segretario Cgil, Daniele Principi, ha ospitato l’incontro nella sede del sindacato «perché crediamo che oggi più che mai si deciderà il futuro destino dell’Europa e quindi anche dell’Italia. Ci sono diverse visioni in campo, c’è bisogno di un’Europa che parli di lavoro e riduca le diseguaglianze sociali che sono esplose negli ultimi anni. Si lavori per la pace – ha concluso – perché è inaccettabile nel 2024 che nel nostro continente ci siano conflitti che mettono a rischio le vite umane ma anche il nostro sistema economico».
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…caspita, che paese meraviglioso…e dove sta!!? gv
la scarsa attenzione a queste tematiche è anche causata dalla contemporanea,massiccia consultazione amministrativa,con la poca consapevolezza che ormai anche la vita delle Istituzioni territoriali,Comuni e Regioni, è fortemente condizionata dalle politiche sovranazionali ed europee,e sicuramente in termini molto positivi,se il segno fondamentale di queste fosse una reale integrazione di marca federalista.
Dimostrano che salvo fare politica non hanno mai lavorato come imprenditori, o come operai e che sono lontani dai problemi imprenditoriali anni luce. Ormai tutto, compresi gli amministratori di Comuni, senza più le sezioni dei partiti in cui si discuteva, navigano a vista, inventandosi delle fantasia che sembrano loro realtà. E poichè non sanno che pesci pigliare, con le ricche prebende che temono di perdere, fanno cagnara tra di loro pubblicamente, allontanando così dalle urne un sempre maggior numero di persone. Non c’è alternativa a questo sfascio, almeno per il momento. Il futuro alternativo è “nero”, sia perchè siamo solo lacchè dei poteri finanziari anglo-americani (i soliti che con i loro finanziamenti hanno foraggiato Lenin, fino alla caduta del regime sovietico e che oggi tengono in pugno l’Europa con i vari multicolori leaders, specchietti per le nostre speranze. Con questo cattolicesimo non possiamo più rivolgerci neanche al padreterno. Quindi, evitateci queste sceneggiate alle quai non crediamo più.