“Chi l’ha visto? Il consiglio comunale”
La minoranza chiede di tornare in aula
«Sono passati 105 giorni dall’ultima seduta»

CIVITANOVA - I consiglieri Francesco Micucci, Mirella Paglialunga, Elisabetta Giorgini, Lidia Iezzi e Piero Gismondi, Letizia Murri e Yuri Rosati hanno chiesto la convocazione di un'assise. Nell'ultima erano state approvate le tanto contestate varianti che avevano provocato una spaccatura in FdI. «Ci sono troppi temi che sono stati bypassati e tenuti a bagnomaria»

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I consiglieri che hanno presentato la richiesta

di Laura Boccanera

«Oltre 100 giorni senza consigli comunali, eliminato ogni scambio democratico». I consiglieri di minoranza di Civitanova invocano l’articolo 36 del regolamento comunale, invitano il presidente Fausto Troiani a convocare un’assise entro 20 giorni dalla richiesta che è stata presentata oggi da Francesco Micucci, Mirella Paglialunga, Elisabetta Giorgini, Lidia Iezzi e Piero Gismondi, Letizia Murri e Yuri Rosati.

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Nella foto da sinistra Piero-Gismondi, Elisabetta Giorgini, Mirella Paglialunga, Lidia Iezzi, Francesco Micucci

All’ordine del giorno, nella richiesta dell’opposizione una serie di interrogazioni e mozioni accumulate e che riguardano temi caldi in città: dall’interrogazione sulla situazione del ponte sul Chienti al piano antenne, dalla nomina del consiglio di biblioteca ai chiarimenti sulla vicenda Gironacci e il ritiro bis della delega dell’assessora al turismo dopo la decisione del Tar.

Insomma tanta carne al fuoco, ma pochi Consigli che minano secondo l’opposizione i fondamenti del sistema democratico. L’ultimo consiglio comunale infatti è stato il 28 dicembre, quando in approvazione sono andate le varianti urbanistiche che hanno provocato la sollevazione popolare e la raccolta firme a sostegno del blocco dell’operazione.

«Ci sono troppi temi che sono stati bypassati e tenuti a bagnomaria – ricorda il consigliere Francesco Micucci – dal 28 dicembre non ci sono più stati consigli comunali, sono 105 giorni e anche le riunioni delle commissioni latitano».

«Ci sono temi urgenti di cui la politica non si sta occupando come ad esempio quello dello scolmatore che ogni anno provoca il divieto di balneazione, perché il sindaco non lo pone in agenda come un tema da affrontare e di cui discutere- chiede Elisabetta Giorgini di Dipende da noi – e poi il consiglio di biblioteca è fermo da due anni, andava rinnovato nel 2022».

Pone l’accento sulle mancante riunioni delle commissioni, servizi sociali, urbanistica e lavori pubblici Mirella Paglialunga: «Sono sparite da mesi le commissioni, noi consiglieri non veniamo interpellati, denunciamo la mancata attuazione di qualsivoglia forma democratica. Ci sono interrogazioni fondamentali per la vita della città come ad esempio quella sul ponte ciclopedonale sul Chienti e sull’ inquinamento dell’area. La rimodulazione del rischio richiesta a Taddei conferma le problematicità dell’ analisi di rischio del 2023 e non si capisce perché il sindaco non informi la cittadinanza per dichiarare quali siano le sue intenzioni. Per non parlare del piano antenne di cui ancora non si ha traccia».

Attribuisce lo stop a frizioni interne alla maggioranza Lidia Iezzi che dà una lettura politica dello stallo: «I consigli comunali guarda caso sono fermi ai voti sulle varianti urbanistiche. Basti pensare alla spaccatura che c’è stata in Fratelli d’Italia a Natale, e poi la vicenda Santini, tutto ha contribuito ad alimentare frizioni interne. Ma è ancora più grave che stiamo buttando soldi dei cittadini per pagare avocati per beghe esterne all’attività amministrativa, però al sindaco sta a cuore l’arredo della dependance al Lido Cluana». E in materia urbanistica Piero Gismondi sottolinea invece l’enormità del problema legato al piano casa e all’edilizia privata che sta soffocando sempre più Civitanova.

 

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