Posata simbolicamente la prima pietra del cantiere del convento del santuario del Santissimo Crocifisso a Treia. Oggi c’è stata una cerimonia per l’avvio delle opere che sono state finanziate per un importo di circa 7 milioni di euro. Presenti all’avvio dei lavori oltre al sindaco Franco Capponi, il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, i tecnici progettisti guidati da Enrico Cinciripini e il responsabile della ditta esecutrice dei lavori “Ricostruire” di Ascoli.
Dopo la comunicazione del finanziamento avvenuta fine anno 2023 da parte dell’ufficio speciale per la Ricostruzione, oggi è stato inaugurato l’inizio dei lavori della struttura del convento che ospitava la comunità dei frati francescani di Treia, gravemente danneggiata e resa inagibile dal terremoto del 2016. «Per noi si tratta di un intervento importantissimo che interessa un territorio molto più vasto visto che il santuario francescano è frequentato da tanti fedeli provenienti da tutta la provincia maceratese e non solo – dice il sindaco Franco Capponi -. Le funzioni religiose del convento e l’ospitalità dei frati, nel 2017 sono state trasferite in una nuova struttura temporanea in legno. È stato un piccolo miracolo realizzato in tre mesi, quando si era ancora in piena emergenza. Oggi – ha proseguito Capponi – sapere che i lavori di ricostruzione sono avviati, finanziati integralmente e che ci restituiranno il convento nella sua originaria bellezza ci riempie di gioia, mentre aspettiamo fiduciosi anche il finanziamento e l’approvazione del progetto esecutivo della bellissima chiesa del Santuario, anch’essa fortemente danneggiata. Se tutto il procedimento autorizzativo si concludesse entro l’estate rappresenterebbe davvero uno dei più bei regali che avremmo potuto desiderare per i fedeli e i tanti visitatori che ogni anno vengono anche per ammirare le rovine e i reperti archeologici della vecchia città romana di Treia». Il presidente Acquaroli e il commissario Castelli si sono detti favorevolmente sorpresi e contenti della celerità con cui i progettisti hanno saputo redigere il progetto definitivo per essere approvato. Saranno effettuati interventi di restauro e risanamento conservativo con miglioramento sismico. Il progetto di recupero prevede anche il restauro degli intonaci antichi, oltre i necessari interventi di miglioramento sismico ed altri lavori aggiunti per il superamento delle barriere architettoniche.
«Una giornata straordinaria per Treia che va anche oltre la gioia della sua comunità» dice il consigliere provinciale e comunale di Treia, Andrea Mozzoni dopo la posa della prima pietra del cantiere del convento del santuario del Santissimo Crocifisso a Treia. «Aver accompagnato il presidente Acquaroli e il commissario straordinario Castelli in questa visita riempie d’orgoglio da treiese per l’importanza che vanta come riferimento per i fedeli e anche storicamente tutto il complesso – ha aggiunto Mozzoni -, l’attenzione posta dalla Regione e dalla struttura commissariale segna da tempo il cambio di passo nella ricostruzione e, come in questo caso, c’è grande gioia e attesa grazie all’avvio dei lavori».
Mozzoni (Fdi), in odore di candidatura a sindaco, sottolinea che tra le azioni in programma, oltre al restauro pittorico e degli elementi decorativi, ci sono la demolizione dell’edificio mono-piano realizzato nella seconda metà del ‘900 nella zona est, la rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra, la conservazione ed il restauro dei pavimenti del porticato e del chiostro interno, la razionalizzazione degli spazi interni ed il superamento barriere architettoniche con implementazione del tessuto connettivo orizzontale e verticale.
L’intero complesso è costituito dal convento dei frati francescani e dalle sale dei servizi e per le attività religiose e sociali di cui il convento è ricchissimo.
L’impianto originario del convento, a pianta quadrata e su due livelli, sorse nel 1697 su un primitivo nucleo di alcune camere poste a fianco del Santuario. L’aspetto odierno è tuttavia frutto di una successiva sopraelevazione risalente al 1924 e alcuni ampliamenti. L’intero fabbricato sorge sulle rovine dell’antico insediamento pre-romano di Trea (nome romano dell’antica città) e a testimonianza dell’antichità dell’impianto originario risulta tuttora visibile la pianta di un anfiteatro nell’area adiacente al santuario, oltre ai frammenti ritrovati di epoca romana, alcuni dei quali inseriti nei muri del convento, a due pavimentazioni musive e a due preziose statue egizie, Iside e Serapide, rinvenute nel Settecento nel corso degli scavi successivi alla demolizione del campanile cinquecentesco e che ad oggi trovano posto sulla parete di quello attuale. All’insediamento dei francescani avvenuto nel 1673 il fabbricato originario del convento, risalente al XV secolo circa, era molto più piccolo di quello attuale, includeva solo alcune stanze verso levante, a fianco della chiesa. Le esigenze della vita religiosa richiedevano la costruzione di altri ambienti. Si decise quindi la realizzazione di un nuovo convento e sotto il coordinamento di Frate Leone da Montedinove, esperto ingegnere, si diede inizio ai lavori. Nel XVIII secolo fu realizzato a più riprese un ciclo pittorico di affreschi dedicati alla vita di S. Francesco che decorano il chiostro e negli anni successivi alla fine dei lavori (1743) verrà sistemato in questo primo stralcio finanziato il convento, anch’esso come la Chiesa a rischio crollo ed eseguiti anche importanti lavori di restauro, relativi a travature e tetti fino al 1748. Nel 1751 furono realizzate le mura di cinta, poi le condutture delle acque (1791), le vasche e cisterne (1815) e le scale e pavimentazioni (1853).
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