Ponte ciclabile sul Chienti, ritardi e revoca dell’incarico alla ditta per non aver rispettato il cronoprogramma. Ma secondo il centrosinistra civitanovese c’è di più rispetto a ciò che la politica tace. E’ notizia dei giorni scorsi il sopralluogo dell’assessore regionale nell’area in cui avrebbe dovuto sorgere la pista ciclabile che collega Porto Sant’Elpidio a Civitanova. Proprio quando più a sud, a Porto San Giorgio si inaugurava il nuovo ponte sull’Ete, nel versante maceratese piovevano le polemiche per la mancata realizzazione dell’infrastruttura che avrebbe dovuto essere pronta per maggio 2024. Ma i consiglieri di minoranza continuano a chiedere risposte sulla bonifica dell’area attualmente sottoposta ad ordinanza e inaccessibile e i legami fra bonifica e mancata realizzazione del ponte.
L’assessore regionale Francesco Baldelli (al centro) con a sinistra il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica e a destra quello di Porto Sant’Elpidio Massimiliano Ciarpella
«Continuiamo a ripetere che, prima delle prossime bandiere blu e verdi il sindaco debba rendere conto alla cittadinanza della bonifica dell’arenile e della pista ciclabile e debba anche informare la cittadinanza sui risultati delle analisi richieste dall’Ast per l’area del tiro a volo, su cui insiste un edificio di proprietà comunale dato in gestione e frequentato da cittadini e lavoratori. Attendiamo che il sindaco illustri la reale tempistica della realizzazione del ponte ciclopedonale sul fiume Chienti e, con documenti alla mano, testimoni che non ci siano effettive interferenze fra la realizzazione dell’opera. Da più di un anno i cittadini civitanovesi aspettano un’informazione trasparente e vera sull’esatta dimensione dell’inquinamento e chiedono certezze sulle prospettive e sui tempi della bonifica dell’arenile e della pista ciclabile».
I consiglieri di minoranza lo scorso 23 febbraio hanno depositato un’interrogazione sulla mancata realizzazione del ponte ciclopedonale sul Chienti: «sul lato fermano la ciclovia adriatica è terminata il 22 luglio scorso ed arriva all’innesto della rampa da costruire. A Civitanova invece è totalmente da realizzare il ponte ciclopedonale che dovrebbe insistere proprio sull’area inquinata. Abbiamo chiesto al sindaco Ciarapica quali siano le vere ragioni che stanno bloccando l’avvio dei lavori del ponte e se esistono connessioni fra i lavori programmati e le operazioni di bonifica del basso bacino del Chienti. La bonifica infatti compete, contrariamente alle affermazioni di Ciarapica, al Comune di Civitanova. A tal proposito infatti la dirigente Sandra Gennarettini ha dichiarato, in premessa della nota del gennaio 2024 con cui ha indetto la conferenza dei servizi decisoria, che la bonifica delle aree individuate all’interno dell’ex sito di interesse nazionale spetta ai Comuni nel cui territorio ricadono le rispettive aree. Ma dal sindaco solo tanto silenzio, mezze verità e comparsate a piedi lungo un’area per la quale lui stesso ha disposto l’ordinanza. Dimentica Ciarapica gli esiti della conferenza dei servizi convocata in modalità asincrona: nel mese di marzo gli enti coinvolti, per diverse e gravi ragioni, non hanno approvato la rimodulazione del rischio, rimodulazione chiesta dal comune di Civitanova che di fatto ha solo ottenuto l’effetto di prendere tempo ed allungare i tempi dell’auspicata ed urgente bonifica dell’area interessata. Insomma l’amministrazione Ciarapica è ancora in alto mare ed i tempi si stanno allungando, mentre la situazione dell’inquinamento non sembra essersi alleggerita o modificata».
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Sarebbe interessante sapere perché l’opposizione non parli mai dell’inquinamento del Basso Bacino del Chienti, che comprende cinque Comuni, è stato causato da sversamenti di solventi per le suole e per il quale, magicamente, la bonifica si è fermata.
Essa, invece, si concentra su di un quadrato di 750 metri di lato alla foce del Fiume (dove, a quel che sento, pare che insista una discarica abusiva tombata).