Un 8 marzo nel segno
del calcio femminile

MACERATA - La Provincia conferma per venerdì l'appuntamento con la "Partita della donna libera", in sinergia con la Maceratese femminile, e rilancia con "Un calcio allo stigma", che coinvolge la Cluentina e la struttura residenziale per adolescenti con disturbi psichici Beata Corte di Serrapetrona. Laura Sestili, consigliera provinciale: «Lo sport ci insegna che pensare alle ragazze come deboli, emotive e poco competitive è assolutamente sbagliato»

- caricamento letture
Avallone-Medei-Sestili-Marcolini-Savi

Da sinistra: Massimiliano Avallone, presidente della Maceratese Calcio Femminile; Daniela Medei, presidente di Soroptimist Macerata; Laura Sestili, consigliera provinciale con delega alle pari opportunità; Alessandro Savi, coordinatore di Beata Corte; Massimiliano Marcolini, presidente della Cluentina

di Marco Pagliariccio

Non solo Festa della donna. Sarà un 8 marzo di sport e inclusione a tutto tondo quello ideato quest’anno dalla Provincia attraverso l’azione della consigliera con delega alle Pari opportunità Laura Sestili.

Naturalmente, un tocco di “rosa” non poteva mancare e allora venerdì dalle 16,30 alle 22, lo stadio della Vittoria torna ad ospitare la “Partita della donna libera”, seconda edizione del torneo regionale categoria Under 12 che vede sfidarsi diverse realtà del calcio femminile: oltre alle “padrone di casa” della Maceratese, parteciperanno Filottranese, Jesina, Offagna, Polisportiva Mandolesi Porto San Giorgio, Ponte San Giusto e Villa Musone.

Avallone-Medei-Sestili-Marcolini-Savi-1-325x244

Un momento della presentazione delle due iniziative

«E’ stato un evento di grande successo lo scorso anno, era naturale riproporlo – ha confermato Sestili presentando l’iniziativa stamattina nella sala consiliare della Provincia – lo sport ci insegna che pensare alle donne come deboli, emotive e poco competitive è assolutamente sbagliato. E lo dico da figlia di un ex calciatore, cresciuta sui campi da calcio sin da piccolissima. Credo nello sport come fondamentale strumento educativo, che abitua i ragazzi al rispetto e all’organizzazione. Ogni passo che facciamo per avvicinare di più le donne a una parità con gli uomini anche su questo fronte è un passo in avanti».

La Maceratese calcio femminile è una realtà che, in sette anni di vita, ha raggiunto le 300 tesserate dalla prima squadra a tutte le categorie giovanili.

«Lavorare con ragazze dai 6 ai 28 anni è complesso ma per noi uomini è estremamente arricchente: ci insegnano quanto siano importanti gentilezza e sensibilità – ha spiegato Massimiliano Avallone, presidente del club – abbiamo notato inoltre che le donne, quando ricevono delle direttive tecnico-tattiche, sono molto più attente e ricettive degli uomini. Ci sono sempre meno pregiudizi nei confronti delle ragazze che iniziano a giocare a calcio, quando abbiamo iniziato e chiedevamo ai genitori se erano interessati a far provare le loro figlie ci guardavano come se fossimo degli alieni. Lo sport è uno strumento di rivincita per le donne, ma siamo ancora molto indietro: se ogni città ha anche 2-3 squadre di calcio, noi per fare delle partite dobbiamo sobbarcarci una media di 100 chilometri di trasferta ogni volta».

Anche la sezione maceratese di Soroptimist sostiene l’iniziativa. «Promuoviamo la donna in tanti modi, compreso lo sport, che è una palestra per tanti valori da coltivare – ha confermato Daniela Medei, presidente di Soroptimist Macerata – abbiamo sostenuto la scherma per ipovedenti e le Paralimpiadi invernali a Camerino: si possono fare tante cose insieme».

L’altro appuntamento sarà invece “uno e trino”. Sempre l’8 marzo, ma alla Beata Corte di Serrapetrona, si terrà “Un calcio allo stigma”, il primo dei tre appuntamenti organizzati in collaborazione con Cluentina Calcio e Beata Corte, struttura residenziale psichiatrica del gruppo Kos. Il pomeriggio prevede un incontro tra gli ospiti della struttura e allenatore e giocatori della Cluentina Calcio. Nel cortile antistante la struttura si svolgerà un allenamento che coinvolgerà i ragazzi e gli operatori finalizzato ad apprendere e replicare un percorso di avviamento calcistico. Seguiranno un rinfresco e un momento di approfondimento individuale con i pazienti e gli operatori della struttura. Si prosegue il 15 marzo con il secondo evento, durante il quale una selezione di giovani atleti della Accademia calcio Cluentina coetanei degli ospiti di Beata Corte, si recherà nella struttura dove verrà proiettato il docufilm “Pazzi per il calcio” che sarà visionato dagli atleti, dai pazienti e dagli operatori della struttura. Seguiranno un rinfresco e un incontro tra i ragazzi e Silvia Iesari (psicologa/coordinatrice degli psicologi della struttura), Alessandro Savi (coordinatore dei servizi), Francesco Sergi (psichiatra e direttore sanitario di Beata Corte) e Cosimo Argentieri (psichiatra, psicoterapeuta e direttore di struttura di Beata Corte). L’ultima iniziativa è prevista per il 22 marzo al campo “Tonino Seri” di Macerata dove i ragazzi e le ragazze di Beata Corte giocheranno un’amichevole insieme ai giovani atleti dell’Accademia calcio Cluentina.

«Abbiamo sempre cercato di coinvolgere chi è meno fortunato di noi – ha evidenziato Massimiliano Marcolini, presidente della Cluentina – per questo abbiamo deciso di creare un contatto tra i nostri ragazzi e altre realtà del territorio. L’idea è molto semplice: mettere i ragazzi a contatto per giocare e divertirsi insieme, abbattendo le barriere che li dividono». «Beata Corte è una realtà pressoché unica nelle Marche, siamo l’unica struttura residenziale incentrata sul disagio adolescenziale oltre a quella di Cagli – ha finito il coordinatore di Beata Corte Massimiliano Savi, che è anche collaboratore della Cluentina – accogliamo ragazzi dagli 8 ai 18 anni con i disturbi più disparati: dall’autismo alla depressione, passando per vittime di abusi e ragazzi che hanno tentato il suicidio. Una realtà “brutta” ma che per fortuna esiste. Col calcio siamo stati dei pionieri, avendo organizzato squadre di calcetto già anni fa: è uno strumento potente per abbattere i pregiudizi dei calciatori, dei ragazzini e dei loro genitori. Il film che andremo a far vedere il 15 marzo racconta una storia molto simile alla nostra: quella di una comunità romana che ha costituito una squadra di calcio poi diventata la Nazionale degli atleti con disturbi psichici, che ha raggiunto persino il terzo posto ai Mondiali».



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X