Luca Marconi, coordinatore provinciale dell’Udc
«Una fiera dell’ipocrisia». Gira il coltello nella piaga della faida in corso tra il sindaco Antonio Bravi e l’assessore (uscente?) Francesco Fiordomo il coordinatore provinciale dell’Udc Luca Marconi.
«Quello a cui stiamo assistendo è un ridicolo teatrino fra innamorati traditi – rincara la dose Marconi – vorrebbero far credere ai recanatesi che non si erano accorti delle laceranti divisioni che da più di due anni erano maturate all’interno della maggioranza. In verità lo dicono loro stessi, lo dice Fiordomo, mentre Bravi cade dal pero dopo aver compiuto una serie di atti nei quali, evidentemente, veniva in contrasto con il suo mentore e sindaco per 10 anni. Gli atti di cui si parla sono tutti legati a vicende di potere, niente di importante né di utile per la città: nomine mancate, incarichi revocati, nuove maggioranze col Pd e tanti piccoli dispettucci di patetico valore. La domanda politica che viene naturale è molto semplice: perché in presenza di tutto questo la maggioranza non si è sciolta quando evidenti contrasti si erano manifestati? Vien da pensare, ma devono dircelo loro: amore per il potere? Il fascino segreto delle indennità? Il collante poltronifero? Spiegatelo alla città evitando però la patetica motivazione del senso di responsabilità, che evidentemente non c’è stato, vista la sostanziale paralisi progettuale che ha caratterizzato l’amministrazione, più impegnata nell’ordinario che alla ricerca di una visione e di una progettualità più elevata. Ormai vi abbiamo conosciuto molto bene e sappiamo del “delicato amore” per gli incarichi e dell’evidente desiderio, dopo 15 anni di giunta, di prolungarsi fino al ventennio amministrativo. La nostra riflessione invece per il bene della città e per il vostro è che sia ora suonata di un necessario riposo per un altrettanto necessario ricambio».
Il ricambio è pronto e si chiama Emanuele Pepa per l’Udc, che si è spostato a destra rispetto al 2019, sostenne la candidatura di quel Massimiliano Grufi oggi tra gli assi portanti del gruppo Fiordomo. «Quanti a sinistra si illudevano che il centrodestra sarebbe arrivato col fiato corto alla fine di aprile senza candidato, ancora diviso e con liste raffazzonate all’ultimo, sono rimasti profondamente delusi – finisce Marconi – Pepa è autorevole e rispettato da tutti e con lui ci sono sei liste con tutti gli esponenti di maggior prestigio uniti e impegnati nella battaglia elettorale. Ai recanatesi faremo capire bene questa differenza: l’amore per la città con un fondamento etico e valoriale di tutto rispetto che il centrodestra porta in dote, contrapposto ad una stanca occupazione del potere da parte degli stessi personaggi da quindici anni ad oggi».
Ultimatum di Bravi a Fiordomo e Moretti: «Hanno scelto altre strade, ora devono lasciare la Giunta»
Fiordomo candidato sindaco, Bravi: «Cancellati 15 anni di reciproca fiducia»
Elezioni, telenovela Fiordomo: il Pd tenta l’approccio, lui frena e Taddei lo corteggia
Centrosinistra al lavoro con Bravi: «Sarà una sfida tra modelli di vita diversi»
Bilancio di fine anno, mezza giunta è con Bravi: «Al suo fianco per la ricandidatura»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Non entro nelle considerazioni finali di Luca Marconi, dato che non conosco le cose recanatesi. Ma concordo su ciò che dice in apertura dell’articolo. Ossia, che ormai la politica è diventata personalistica per brama di potere e per le ricche prebende che ne conseguono. Ma siamo senza più speranza. Non esistono più i partiti che erano il luogo interno del confronto, prima di andare all’aperto a parlare con gli elettori. Marconi viene dal passato che ben ricordo… A volte non sono compreso quando dico “magari si ritornasse ai tempi della DC (con la Sinistra, con i socialisti, i repubblicani i liberali e la Destra del MSI). E’ un sogno… Ma ciò che abbiamo davanti è una tragedia che ha stancato i cittadini, con tutte le cagnare alla luce del sole, con i cambi di casacca continui, senza dare risposte ai cittadini, che alla fine si stufano. Guardate la fine di Salvini: dalle stelle alle stalle.
E la Meloni crede che continueranno a votarla perchè è donna e che non finirà mai nelle stalle dalle stelle di oggi?
Ripeto sempre che questa confusione e visibile a Corridonia. Abbiamo mandato a casa Paolo Cartechini per cambiare in meglio, mentre oggi ci troviamo con un niente dopo un anno e mezzo di amministrazione. Non vorremmo che i cittadini rimpiangessero la gestione Cartechini. Pure se il PD e il gruppo di Sandro Scipioni sembrano ancora in catalessi a causa della sconfitta.