Il primario di Ortopedia di Macerata:
«Cosa cambia se investiti a 30 o 50 orari?
E’ come cadere da tre o dieci metri»

IL DIBATTITO - Il medico maceratese Roberto Procaccini guida da tre anni il reparto: «La differenza tra le due velocità aumenta le conseguenze in modo esponenziale. Il numero degli investimenti è cresciuto di molto, in particolare dei ciclisti. Ma è migliorata molto l’organizzazione dei soccorsi»

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Roberto Procaccini

di Luca Patrassi

Limiti di velocità nei centri abitati, 30 km orari, 50, 100? La battaglia si è aperta tra le varie posizioni, tutti parlano dei poblemi legati alla viabilità, al lavoro, all’ambiente, ma sembra dimenticata una componente basilare, quella dei pedoni. Reduce da una carriera ventennale, Roberto Procaccini , quando è arrivato tre anni fa alla guida del reparto di Ortopedia della Ast di Macerata, era il primario più giovane delle Marche, probabilmente lo è ancora oggi a 46 anni di età. Giovane e preparato, formazione universitaria e specialistica nelle Marche, lato Ancona Torrette, sempre con il massimo dei voti e con la lode. «Posso dire, con orgoglio, che guido – esordisce il medico maceratese Roberto Procaccini – un gruppo forte, professionalmente valido e molto motivato e credo che i risultati siano percepiti». Il motivo dell’incontro è però appunto legato all’eventuale introduzione del limite dei 30 chilometri orari nelle città, nei centri abitati. Si parte con una battuta: «se devo dire la verità, a 30 penso di non esserci mai andato, ma nemmeno a 100 km/h, sia chiaro, diciamo che il limite lo rispetto» ma la domanda è un’altra: che differenza c’è tra un investimento a 30 km/h e uno a 50? «La letteratura scientifica – osserva Procaccini – dice che un trauma provocato da un investimento a 30 km/h equivale a quello prodotto da una caduta di 3,6 metri di altezza mentre un trauma prodotto da un investimento a 50 km orari aumenta le conseguenze in modo esponenziale, equivale a una caduta da un’altezza di dieci metri». La differenza, in apparenza minima, può avere effetti tragici. Aggiunge Procaccini: «La differenza di velocità non è significativa per chi è dentro l’auto, la dinamica dell’impatto incide sui pedoni, su chi va in bici o in moto. Oltre alla velocità un altro elemento che rileva in maniera forte sulle conseguenze fisiche è ovviamente l’età dell’investito: la struttura di un ventenne non è evidentemente quella di un cinquantenne, di un anziano». Gli investimenti sono tanti, pochi? «Il numero degli investimenti è cresciuto di molto, in particolare quelli che vedono coinvolti i ciclisti. Sono cresciuti i numeri dei casi che andiamo a trattare, ma debbo sottolineare che, nei decenni, è migliorata molto l’organizzazione dei soccorsi che arrivano velocemente con personale professionale e mezzi attrezzati: ora arrivano in ospedale pazienti gravissimi che prima non avrebbero avuto speranza alcuna».

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