Castelsantangelo e Monte Cavallo,
sull’ingresso nell’Unione montana
deciderà il Consiglio di Stato

RICORSI - I due Comuni hanno deciso di impugnare la sentenza del Tar, che aveva dato loro ragione "a metà": era stato infatti annullato il no all'entrata nell'ente, ma senza imporre allo stesso di accoglierli con effetto immediato. Mossa analoga anche da parte del presidente Alessandro Gentilucci, che invece mira alla revisione in toto del pronunciamento

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consiglio-statodi Monia Orazi

Doppio ricorso al Consiglio di Stato per la vicenda dell’ingresso di Castelsantangelo e Monte Cavallo nell’Unione montana Marca di Camerino, richiesto nel 2018 e nel 2019, su cui il consiglio dell’Unione si è pronunciato per il no solamente nel dicembre 2021. A presentarlo i due Comuni e la stessa Unione montana di Camerino.

Una vicenda che si trascina da sei anni, per cui non si vede ancora la parola fine. A novembre scorso è stata depositata la sentenza del Tar di Ancona, che ha annullato la delibera con cui l’ente montano ha negato l’ingresso ai due Comuni, chiedendo all’Unione la rideterminazione della decisione. Rideterminazione della decisione che non significa, però, automatico ingresso dei due Comuni nell’Unione: semplicemente, quest’ultima dovrà esprimersi nuovamente sulle loro richieste di adesione. Nella sentenza, infatti, i giudici amministrativi di Ancona avevano respinto la richiesta dei due Comuni di accertare il loro diritto di partecipare all’Unione montana e da questo nasce la decisione di presentare ricorso al Consiglio di Stato, asserendo la violazione del terzo comma dell’articolo 31 del codice del processo amministrativo. Stessa decisione presa dalla giunta dell’Unione montana guidata da Alessandro Gentilucci, sia di resistere in giudizio assistita dagli avvocati Gennaro Marino e Massimo Ortenzi, ma anche di ricorrere al Consiglio di Stato, impugnando la sentenza con cui il Tar ha annullato la delibera di diniego all’ingresso dei Comuni.

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Alessandro Gentilucci, presidente dell’Unione montana Marca di Camerino

Inizialmente anche Valfornace aveva chiesto di entrare a far parte dell’ente montano, ma non ha presentato ricorso al Tar e tutto ora sembra essere caduto nel silenzio. Nel 2015 è stata sciolta la vecchia comunità montana e si è costituita l’Unione montana. Diversi Comuni non aderirono, tra questi Bolognola, Visso, Ussita, Valfornace e appunto Monte Cavallo e Castelsantangelo sul Nera. L’Unione montana si costituì con i soli comuni di Camerino, Fiastra, Muccia, Pieve Torina e Serravalle di Chienti, poi nel 2019 era stata accolta la richiesta di Ussita di entrare a farne parte. A cambiare la normativa regionale del 2013 sulle unioni montane, a partire dal primo gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova legge regionale di cui erano stati firmatari i consiglieri Renzo Marinelli, Jessica Marcozzi, Giacomo Rossi e Carlo Ciccioli, che aveva modificato la legge regionale, prevedendo che prima di 10 anni dalla costituzione dell’ente montano, che ricorrono nel 2025, non potessero entrare a farne parte nuovi Comuni.

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