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«Le scarpe ortopediche per mio figlio
sono diventate a pagamento:
questi sono i livelli di assistenza garantiti»

SANITA' - La protesta di una mamma maceratese che si è vista revocare il servizio, finora garantito dal Sistema sanitario nazionale, per il figlio di sei anni. Intanto l'approvazione da parte del Ministero della salute del nuovo tariffario Lea atteso da 7 anni, è slittata. Così nuovi servizi non trovano accesso mentre i vecchi vengono depennati

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Un bambino con scarpe ortopediche

di Alessandra Pierini

«Gli ausili su misura per le scarpe di mio figlio disabile sono diventate a pagamento, alla faccia dell’assistenza e del sostegno alla famiglia». A dirlo è una mamma maceratese che, come sempre, si è recata in un apposito centro, per la realizzazione delle cosiddette scarpe ortopediche per il suo bambino di sei anni. A causa delle sue problematiche e per potersi muovere ha bisogno di specifici ausili, o meglio di calzature di rivestimento a tutore per il bambino, che devono essere realizzati su misura.

Fino a qualche mese fa gli ausili rientravano nei Lea, Livelli essenziali di assistenza di cui si sta molto parlando in questi giorni. I Lea in sostanza stabiliscono prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Le prestazioni vengono fornite con risorse pubbliche quindi i cittadini, pagando le tasse, alimentano la disponibilità economica che poi dovrebbe essere restituita.

In questi giorni è stata delusa l’ennesima attesa per la ridefinizione dei Lea: il nuovo tariffario, fermo da 7 anni, doveva entrare in vigore il 1 gennaio ma è invece slittato ad aprile. Il Ministero della Salute ha infatti reso noto l’ennesimo rinvio: tra le prestazioni che dovranno attendere nuovi esami genetici per malattie rare alla diagnosi e al monitoraggio della celiachia, dai nuovi test in gravidanza per scoprire gravi malattie alle terapie oncologiche all’avanguardia come l’adroterapia fino alle nuove tecniche di procreazione assistita più utilizzate da garantire in tutta Italia. mentre nuove prestazioni fanno fatica ad entrare nel paniere, altre invece ne escono abbastanza in scioltezza. E’ ad esempio il caso degli ausili per le scarpe.

E’ in questo quadro che la mamma maceratese si vede costretta a pagare 170 euro per le scarpe di suo figlio. «Noi siamo fortunati e riusciamo comunque ad acquistarli. Mi hanno detto che le Marche hanno introdotto questa novità anche in ritardo rispetto ad altre regioni e che presto sarà in vigore in tutta Italia. Comunque si rimane allibiti davanti a questo tipo di decisioni».



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