Sicurezza, insorge il centrosinistra:
«Non basta tagliare le piante»

MACERATA - L'opposizione rincara la dose all'indirizzo dell'amministrazione comunale dopo i casi di cronaca dei giorni scorsi. Ninfa Contigiani (Pd): «Il problema non esiste? Ma se è stato Parcaroli a convocare il tavolo con Prefettura e forze dell'ordine...». Cavalletti (Sinistra Italiana): «La filiera governativa non può funzionare se non ci si chiede mai se le scelte fatte sono appropriate»

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Ninfa Contigiani, coordinatrice comunale del Pd e consigliera comunale

Continua a tenere banco il dibattito sulla sicurezza dopo i fattacci finiti sotto i riflettori nelle scorse settimane. Il centrosinistra insorge alle dichiarazioni dell’assessore Paolo Renna e la segretaria cittadina Pd Ninfa Contigiani e quella provinciale di Sinistra Italiana Serena Cavalletti rilanciano la palla nella metà campo del centrodestra accusando l’amministrazione di mettere «toppe peggiori del buco».

«Agli vari svarioni estivi la maggioranza adesso ha aggiunto anche l’arrampicata sugli specchi – tuona Contigiani – i numerosi episodi problematici avvenuti in città dimostrano tutta la loro faciloneria elettorale e l’incapacità a gestire il problema. Rispondono che metteranno più telecamere: bene, ma non benissimo, perché le telecamere servono a trovare chi ha commesso illeciti, ma a danno fatto, mentre la città chiede di star tranquilla. È l’attività di prevenzione che servirebbe e non ce n’è stata traccia. Dicono alcuni esponenti della maggioranza che il problema sicurezza non c’è, ma in verità a dire che c’è eccome: è stato proprio il loro sindaco a rimarcarlo, convocando in fretta e furia convocato il tavolo con Prefettura e forze dell’ordine. Il risultato è stato che hanno lasciato la palla al Comune perché i fatti di cronaca dimostrano che le forze dell’ordine fanno già la loro parte, mentre se c’è un problema nel territorio cittadino va risolto con i vigili urbani. A quel punto si sono inventati la soluzione del camper stabile che presidia piazza Pizzarello, idea assai problematica: il presidio rimane fisso o è itinerante? Perché ha poco senso barricarsi ed è del tutto inadeguato coprire solo un punto della città; perché non anche in corso Cavour o Cairoli? Perché abbandonare del tutto i quartieri? Peraltro, a tutela dei cittadini ed anche degli stessi vigili urbani, se a questi ultimi si chiedono attività più importanti è necessario che siano debitamente formati, che abbiano avuto modo di apprendere come si affrontano situazione di scontro personale e come evitare, fino all’estrema necessità, di arrivare a conflitti a fuoco che aumentano solo il pericolo per tutti. La dotazione di armi e taser per la polizia urbana doveva portare con sé la formazione per gli operatori ma al riguardo non è stato fatto proprio nulla. Se ne occupasse l’assessore competente invece di buttare la colpa su qualcun altro, perché tagliare le piante non basta, se ne sarà accorto pure lui».

serena-cavalletti«Sovrapporre il tema dell’immigrazione a quello dell’ordine pubblico è una correlazione del tutto arbitraria per non dire strumentale – fa eco Cavalletti – i freddi numeri dicono che, a Macerata come nel resto d’Italia, non esiste un’invasione e la sostituzione etnica è fantasociologia. Può piacere o meno, ma le migrazioni non sono un’emergenza, sono un fenomeno strutturale dei sistemi sociali, pretendere di fermarlo è impossibile oltre che ingiusto. Una politica seria non ricorre agli slogan che solleticano la pancia di un popolo impaurito, ma governa e gestisce il fenomeno affinché nessuna e nessuno rimanga indietro: casa e lavoro di cui parla Renna non vengono dal niente, sono prodotto di buona politica, non solo per le persone che arrivano da lontano, ma anche per tutti gli italiani e le italiane a cui è stato appena tolto il reddito di cittadinanza e gli inquilini morosi incolpevoli nei confronti dei quali proprio Macerata ha registrato un flop clamoroso. Gli approcci securitari rimangono sterili ed inutili se non sono corredati dall’adozione di politiche serie: l’ordine pubblico non è conseguenza solo della vigilanza, ma anche di cultura, di politiche sociali e perché no di progettazione urbanistica. I vantaggi che avremmo dovuto avere dal monocolore istituzionale che parte da Macerata, passa per Ancona ed arriva a Roma non si vedono e non si vedranno finché gli esponenti continuano a ripetere di aver fatto la loro parte senza chiedersi se hanno fatto le scelte appropriate».

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