Rosa Piermattei
«Il confronto e lo scambio di idee sulla questione della gestione del servizio idrico vanno bene, anzi, benissimo, ma non si deve perdere di vista l’obiettivo principale, quello di mantenere la gestione in house, quindi in mano pubblica, della risorsa idrica, che è di vitale importanza per la collettività». Il sindaco di San Severino Rosa Piermattei, interviene su di un argomento che da settimane, ormai, tiene banco a livello provinciale e che sta animando diverse assemblee dei sindaci dell’Ato 3 di Macerata: quello appunto della soluzione per arrivare ad unico gestore pubblico del servizio idrico in provincia.
«La politica – spiega in proposito la Piermattei – continua a dibattere, mentre il tempo scorre rischiando, seriamente, di perdere di vista l’obiettivo principale. Come sindaci abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri cittadini e del nostro territorio ma anche, e soprattutto, delle future generazioni. A salvaguardia di tutte queste situazioni, e del tessuto economico e sociale in generale, dobbiamo mantenere in house il servizio idrico. Diversamente le conseguenze di certe scelte potrebbero essere drammatiche. Gestire il servizio idrico integrato significa far restare sul territorio circa 60 milioni di euro, difendere e mantenere centinaia di posti di lavoro, creare investimenti nel tempo. Perdendo il controllo dell’acqua, all’inizio, forse, qualche società e qualche Comune incasserebbero qualcosa ma, in prospettiva, il danno economico e sociale sarebbe gravissimo. Siamo sicuri che il soggetto che subentrerà avrà la nostra stessa attenzione, che cercherà di fare sempre di più per migliorare la qualità dell’acqua e del servizio? Che fine faranno poi le dotazioni di personale di molte nostre municipalizzate? Davvero si può arrivare a credere che una multinazionale che verrebbe a gestire il servizio idrico da noi un domani, non sposterebbe l’amministrazione, la gestione, i suoi uffici altrove, semplicemente per avere riduzioni di costi? Siamo sicuri che soggetti gestori estranei alle nostre realtà, avranno per i nostri territori la nostra stessa attenzione? È allora assolutamente centrale e fondamentale in questo momento concentrarsi su un serio progetto di aggregazione – spiega ancora la Piermattei, che conclude – Occorre lavorare tutti insieme a un progetto che consenta di capire che cosa debba fare la società consortile, con quali risorse umane, economiche e finanziarie ci si dovrà muovere, e che cosa andranno a fare le società che rimarranno sul territorio. Una volta che si avrà in mano un progetto valido e condiviso da tutti, che consenta di guardare al futuro del servizio idrico in maniera positiva, con investimenti ancora maggiori di quelli attuali, allora ci si potrà concentrare su nuove prospettive che però, al momento, non mi sembra ancora di scorgere».
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Per l’acqua pubblica, l’unico progetto è ristabilire la verità che a quanto pare, la nostra becera politica non vuole. Certo l’acqua è di vitale importanza, ma soprattutto è un elemento naturale fondamentale per ogni forma di vita e per questo motivo non può avere padroni. quindi non si può né comprare né vendere e fra tutte le bollette che paghiamo per i servizi: quella dell’acqua, non ha proprio motivo di esistere. Certo: ci sono le spese per farla arrivare all’interno delle nostre case: ma acquedotti, fognature, depuratori e loro manutenzione sono servizi pubblici già pagati con la tassa sul reddito obbligatoria per tutti per le spese pubbliche come da art. 53 Cost. Allora credo che, i sindaci: prima di essere tali dovrebbero essere uomini invece di rinunciare anche alla loro dignità per essere servizievoli ad una politica di certi partiti che badano solo ad ingrandire i loro carrozzoni parassitari a spese dei contribuenti onesti.