Rifiuti, da settembre in emergenza:
più 5,8 milioni per tre anni
Il nodo Fosso Mabiglia

COSMARI - La chiusura della discarica a Cingoli causerà un aumento delle tariffe del 15-20%. Fermo accoglierà solo 30mila tonnellate di rifiuti da Macerata. I nodi dell'assemblea dei Comuni soci

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Il cda ed la direttorice Pellei

di Monia Orazi

Provincia di Macerata in emergenza rifiuti da fine settembre, costerà 5 milioni e 800mila euro in più per tre anni smaltire i rifiuti. Due le certezze uscite oggi pomeriggio dall’assemblea urgente dei comuni soci del Cosmari: la chiusura della discarica di Cingoli causerà un aumento delle tariffe di circa il 15-20 per cento, ma da spalmare su più anni, a colpi di circa il quattro, cinque per cento l’anno, con le tariffe che torneranno normali solo tra cinque anni come affermato dal presidente Giuseppe Giampaoli.

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Michele Vittori

Seconda certezza: Cingoli compirà gli atti ufficiali necessari ad ampliare la discarica di Fosso Mabiglia «solo quando ci saranno nero su bianco i cinque siti individuati per ospitare la futura discarica. L’impegno nostro c’è ma questa è una condizione irrinunciabile che poniamo», ha detto il sindaco Michele Vittori. Di certo c’è che Fermo accoglierà solo 30mila tonnellate di rifiuti da Macerata, a circa 90/95 euro a tonnellata, di cui ventimila quest’anno e diecimila l’anno prossimo, in cambio Macerata accoglierà circa 30mila tonnellate di rifiuti organici provenienti da Fermo.

Il resto, circa 40mila tonnellate, andrà alla cifra di duecento euro a tonnellata (40 euro per il trasporto/ 150 euro circa per lo smaltimento), che è il triplo dei costi di smaltimento attuale, direttamente a Marche Multiservizi (società che per il 46 per cento è di proprietà del gruppo Hera), che gestisce la discarica di Tavullia (Pesaro) in cui nel 2024 saranno conferiti obbligatoriamente i rifiuti, visto che ormai la discarica di Cingoli è esaurita e chiuderà a fine settembre e la politica ancora dibatte a colpi di assemblea territoriale d’ambito (Ata), per scendere dagli ottanta possibili siti attuali ai cinque definitivi. Di fatto tra pochi mesi la provincia di Macerata sarà in emergenza rifiuti e i maggiori costi ricadranno sugli aumenti delle tariffe per lo smaltimento. Due i punti in discussione, il primo è stato il piano triennale di emergenza per la gestione rifiuti, perché anche andando veloci con le autorizzazioni di Cingoli, ci vorranno almeno due anni per avere un ampliamento che permetterà di abbancare altre 250mila tonnellate di rifiuti, dando cinque anni di autonomia nel collocamento dei rifiuti in discarica. E’ in fase di determinazione l’eco-indennizzo per Cingoli, che dovrebbe essere di circa 36 euro a tonnellata, come già avvenuto per questi due anni di abbancamento straordinario, con un esborso complessivo di nove milioni di euro nei prossimi anni.
IMG_20230619_194904_999-650x488POSSIBILITA’ DEL TERMOVALORIZZATORE – «Per i prossimi tre anni affronteremo maggiori costi per 5 milioni 800mila euro – ha detto il presidente del cda Cosmari Giampaoli – fino ad oggi abbiamo sempre tenuto tariffe molto basse, presenteremo un’istanza all’Ata per chiedere di adeguare le tariffe per l’emergenza rifiuti. Cerchiamo una collaborazione preventiva dell’Ata, una strada da intraprendere senza particolari patemi d’animo, ma in modo da avere minor impatto possibile sui cittadini, che non arrivano a fine mese. Con questo piano potremo affrontare in sicurezza i problemi di abbancamento per i prossimi tre anni».

Al voto si sono astenuti solo i comuni di Morrovalle ed Urbisaglia. Nel dibattito è spuntata la possibilità di costruire il termovalorizzatore. Primo ad intervenire Franco Capponi, sindaco di Treia, che ha evidenziato come ormai i comuni abbiano inviato ai cittadini i bollettini per i pagamenti del 2023 e sarebbe complicato inviarli di nuovo: «Si sta concentrando il polo di riciclo e smaltimento rifiuti ad Ascoli, per il termovalorizzatore le Marche si dovrebbero unire con altre regioni, altrimenti è una pazzia farlo da soli, fallirà da solo perché non ci sarà immondizia sufficiente da bruciarvi. Noi presidente l’abbiamo sempre sostenuta, ma adesso occorrono programmi precisi, va alzata la voce nei tavoli che contano, sennò ci passano sopra».

Il sindaco di Montelupone Rolando Pecora ha detto: «Va formalizzata la richiesta alla Regione perché si pronunci se vuole o meno il termovalorizzatore, è ora di muoversi». Giampaoli: «Per ora la termovalorizzazione è solo una proposta della società incaricata della revisione del piano energetico ambientale regionale, ma non della Regione. Probabilmente ci saranno meno ambiti e di impianti di termovalorizzazzione uno o due in tutta la Regione, ma c’è la volontà di chiudere il Pear entro l’anno. Per la maggior parte la governance dei rifiuti è in mano ai privati, abbiamo ricevuto pressioni forti da regioni intorno a noi, ma la politica è stata compatta nel difendere il sistema Macerata».

LA POSIZIONE DI SANDRO PARCAROLI – Con parole pacate ha risposto il presidente della Provincia e dell’Ata Sandro Parcaroli: «Adesso sistemiamo la questione della discarica di Cingoli, quando avremo i cinque siti sceglieremo quello per la nuova discarica. La costruzione del termovalorizzatore sarà da programmare in base ai flussi di immondizia da conferirvi, tenendo conto dei costi. Pesaro ci costa molto più di Fermo, che però può accogliere pochi rifiuti. Abbiamo incontrato Asite insieme a Giampaoli, Fermo ci fa un favore grosso, se la Regione dovesse autorizzare l’ampliamento potrebbero accogliere le 40mila tonnellate. Prevedendo 140mila tonnellate aggiuntive da qui al 2025 staremmo abbastanza bene come abbancamento, l’assessore Aguzzi dovrebbe essere favorevole». Il sindaco di Fiuminata Vincenzo Felicioli ha detto di considerare prioritaria l’emergenza attuale, rispetto ai futuri scenari. Il secondo punto ha riguardato il piano di abbancamento nelle discariche ed è stato spiegato nel dettaglio da Giampaoli: «Come cda chiediamo di accelerare sull’ampliamento della discarica di Cingoli, per circa 260mila tonnellate e una durata di quattro, cinque anni ci permetterebbe di guadagnare molto tempo, altrimenti nel 2024 le tariffe saranno un problema, nel 2025 ancora peggio. I nostri punti fermi sono raggiungere l’accordo con Cingoli e l’accordo stipulato con Fermo». Su questo punto si è astenuto il Comune di Cingoli.



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