Suolificio Morrovallese
«Le suole non erano destinate a realizzare anfibi, ma scarpe eleganti e da passeggio», interviene così il legale del Suolificio Morrovallese, a distanza di due settimane dall’articolo in cui si faceva riferimento all’azienda e alle 300 paia di suole che la ditta aveva realizzato per una azienda sua cliente e destinate all’esercito russo.
Nell’articolo parlava Silena Staffolani, a nome dell’azienda morrovallese. La ditta era stata da noi contattata per parlare con titolari o responsabile dopo che era uscita un’inchiesta su The Insider, relativa ad aziende che avevano fornito prodotti alla Russia. Proprio perché l’azienda era finita nell’occhio del ciclone, avevamo sentito la ditta per avere la sua versione dei fatti. Ed è stata riporata.
Sulla questione era stata anche convocata una conferenza stampa la settimana dopo l’uscita dell’articolo, in cui si rispondeva a quanto pubblicato. Ma non siamo stati invitati a partecipare. Procedura singolare se si vuole smentire un articolo, inoltre invitare il giornale che l’articolo l’ha pubblicato sarebbe stato corretto per consentire, nel caso, di poter controbattere a certe affermazioni che sono state fatte in quella sede, e inoltre si sarebbe data la possibilità, doverosamente e come sempre abbiamo fatto, di fornire la versione data in quella sede dal legale dell’azienda, l’avvocato Paolo Giustozzi.
Il legale, sulla vicenda, dopo aver definito la notizia come «totalmente falsa» e i contenuti «meramente strumentali per creare un caso su fatti inesistenti e non rispondenti al vero», spiega: «Le suole in questione (in numero di 300 paia) sono state vendute dalla società di Morrovalle nel 2022 ad un proprio storico cliente russo che ormai da tantissimo tempo ogni anno si rifornisce del medesimo numero di suole, sempre dello stesso modello. Trattasi di suole in cuoio di 4,5 mm di spessore, munite di tacco e destinate alla realizzazione di scarpe eleganti e da passeggio; tali suole sono assolutamente inidonee a produrre anfibi i quali, al contrario, sono caratterizzati da una suola a carrarmato molto più resistente che li rende adatti ad essere utilizzati su terreni impervi». Il legale continua: «Il materiale ordinato è stato ritirato presso la sede dell’azienda e non rientra nei divieti di forniture sanciti dalle disposizioni nazionali ed internazionali previste all’indomani dell’inizio del conflitto in Ucraina ed ai quali il “Suolificio Morrovallese” si è sempre scrupolosamente attenuto».
Ribadiamo comunque che, sentita prima di redarre l’articolo, così ci aveva risposto Silena Staffolani: «Sono 300 paia di suole che abbiamo realizzato per un nostro cliente, il calzaturificio Faraday. Non avevamo idea che servissero per gli anfibi, se lo avessimo saputo non lo avremmo fatto».
Riteniamo dunque di non aver riportato o scopiazzato notizie lette in giro, non è mai stato il nostro stile. Abbiamo invece approfondito una notizia e dato voce ai diretti interessati della vicenda, sarebbe stato sufficiente smentire allora i fatti o contattarci nei giorni successivi per eventualmente integrare con nuove informazioni apprese.
(redazione CM)
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Non entro nel merito della situazione ma lo Stato Italiano o l’Europa sta risarcendo queste aziende che per colpa della guerra hanno perso milioni di euro di commesse dalla Russia?
Forse questa nota dell’ANSA aiuta a comprendere come stanno le cose:
https://www.ansa.it/marche/notizie/2022/04/27/ucraina-imprenditore-scarpe-marche-a-mosca-per-salvare-azienda_e033a417-7d38-4795-8773-bfb3e876344f.html