Lo stop alla Rete lirica delle Marche.
Monteverde: «Macerata rinuncia
al ruolo di leader culturale»

POLITICA - Secondo la consigliera comunale è un grande errore l'uscita dalla Fondazione che porta a una marginalizzazione del capoluogo

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Stefania Monteverde, consigliera comunale

La vicenda della revoca da parte del Comune di Macerata dell’adesione alla Fondazione Rete lirica delle Marche è al centro di un intervento della consigliera di Macerata Bene Comune ed ex assessora alla Cultura Stefania Monteverde . La premessa: «Uscire dalla Rete Lirica delle Marche significa per Macerata rinunciare a un ruolo da leader nello sviluppo  della cultura operistica  sul territorio regionale. La scelta  del sindaco Parcaroli e dell’assessora Cassetta è difficile da comprendere per una città come Macerata che dal 1921 ha fatto dell’opera lirica il centro di un’impresa culturale straordinaria, su cui investe quasi due terzi del bilancio comunale sulla cultura e che ogni anno dà lavoro a oltre 500 lavoratori dello spettacolo. Già lo scorso anno questa amministrazione ha messo lo Sferisterio fuori dalla rete dei teatri storici candidati a patrimonio Unesco. Ora lo Sferisterio è marginalizzato anche nel sistema regionale della lirica».

La Fondazione vista da Stefania Monteverde: «La Rete Lirica delle Marche in dieci anni ha messo  insieme città della Marche che investono sullo sviluppo a traino culturale, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, oltre che imprese culturali d’eccellenza come Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, la Fondazione Rossini Opera Festival e l’Associazione Sferisterio. Si è lavorato in sinergia per favorire la produzione lirica delle Marche, valorizzare le masse artistiche e le maestranze tecniche regionali, sviluppare economie di scale, razionalizzare le risorse, aumentare la ricaduta economica sul territorio favorendo l’impatto turistico e l’indotto».

Non poteva mancare il riferimento a Messi: «In questi anni lo Sferisterio di Macerata ha anche espresso il direttore artistico, il sovrintendente Luciano Messi, che ha tessuto relazioni importanti e proficue per il nostro territorio. Ora il Comune di Macerata rinuncia  a tutto questo, rinuncia ad essere socio fondatore e sostenitore,  riduce il ruolo dell’Associazione Sferisterio a solo membro partecipante senza poter essere nel consiglio d’amministrazione,  perde la capacità di governare lo sviluppo della lirica marchigiana,  taglia  opportunità di lavoro per le maestranze locali. La motivazione del risparmio di 20.000 euro, addotta da sindaco e assessora,  è davvero risibile per una città che ha l’ambizione di  essere capoluogo  e centro culturale, ancora più incomprensibile dopo che l’amministrazione in consiglio comunale ha dichiarato di avere un avanzo di bilancio di 1,5 milioni».

Le considerazioni finali dell’esponente di Macerata Bene Comune: « Con la solita ansia distruttiva questa scelta butta via 10 anni di sviluppo culturale in sinergia, in cui lo Sferisterio di Macerata ha svolto il ruolo di fulcro produttivo per le sue storiche competenze  maturate in cento anni storia. La Rete Lirica delle Marche nasce nel 2014 per intuizione dell’allora assessore regionale alla cultura Pietro Marcolini,  per creare un tessuto lirico coeso su tutto il territorio marchigiano, capace di essere competitivo a livello nazionale e internazionale, capace di creare nuovo lavoro per le masse artistiche del territorio, capace anche di attrarre nuovi finanziamenti pubblici e privati. Nel 2018 si è rafforzata con una natura giuridica riconoscibile, la Fondazione di Partecipazione, un modello di impresa culturale innovativa. Ed è un modello d’interesse per il Ministero perché è il primo progetto in Italia che mette insieme Teatri di Tradizione, le Ico, la Lirica ordinaria. Nel 2017 Macerata ha fornito la Bohème del 2012 proprio grazie a questo lavoro di fiducia e collaborazione. È un progetto che dovrebbe inorgoglire Macerata per il suo ruolo di baricentro dello sviluppo. E invece la politica della destra marginalizza la città di Macerata. Un grande errore».

Il Comune revoca l’adesione alla Rete lirica delle Marche La Fondazione è diretta da Luciano Messi

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