Francesca Meletani aiuta in una abitazione
di Alessandra Pierini
«La situazione è terribile ma l’idea di poter aiutare dà una bella sensazione». Francesca Meletani, 20 anni, di Corridonia, è studentessa fuori sede ad Architettura a Cesena. Ha deciso di non tornare a casa ma di fermarsi nelle zone colpite dall’alluvione per dare una mano. «Ieri pomeriggio io e le mie coinquiline siamo scese verso il fiume dove sembra un altro mondo, case distrutte, gente che ha perso tutto – racconta la giovane – Abbiamo spalato il fango. Questa mattina ci faceva male tutto e avevamo pensato per oggi di restare a casa a studiare, poi però pensare di fare le nostre cose mentre c’è tanto bisogno di aiuto ci è sembrato impossibile, così anche oggi siamo in strada».
La situazione vicino al fiume
Francesca era a Cesena già il giorno dell’alluvione: «Avevano chiuso l’università per l’allerta ma il tempo non sembrava pessimo tanto che una ragazza che abita con me aveva anche detto “Tutto chiuso e neanche piove” poi è venuto giù il finimondo. Noi abitiamo in centro e non abbiamo avuto grossi danni. Vicino al fiume sembra un’altra città».
Dopo lo choc dei primi giorni, i volontari si sono organizzati attraverso gruppi social e anche attraverso i gruppi universitari. «Le stazioni sono distrutte – racconta la studentessa – in casa nostra si poteva stare quindi abbiamo deciso di rimanere e dare una mano. Si può aiutare in tantissimi modi, turni di cucina e turni di consegna ad esempio per chi non ha la forza di spalare. La maggior parte dei volontari non ha guanti o stivali quindi ci sono punti di distribuzione. Noi li abbiamo cercati in ferramenta ma già il secondo giorno non c’era più nulla. C’è un forte spirito di solidarietà».
Francesca Meletani resta comunque in contatto anche con Corridonia dove è stata organizzata una raccolta di beni di prima necessità. I punti di raccolta sono Gelatomania, Dolce Idea e Gitano 55.
Francesca Meletani mentre spala il fango
Angeli con la pala nel fango dell’Emilia: «Tanta fatica ma torniamo col cuore sazio»
Siamo talmente abituati a vedere i giovani di oggi come persone che passano tutto il loro tempo sui social, che effettivamente diventa una notizia sentire che qualcuno di loro si dà da fare a fronteggiare dei problemi veri. Ma questa rimane un'eccezione, la loro regola (di vita) è un'altra. Una volta passata l'emergenza, anche l'eccezione scomparirà.
Marco Corsi dovremmo solo smetterla di etichettarli e giudicarli, chiedergli scusa per il mondo di m***a che gli abbiamo lasciato, siamo stati solo dei cannibali
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Questa è una risposta ai tanti di noi che pensiamo che i giovani siano una banda di debosciati, dediti allo spinello e alle direttive delle influencer. Grazie al Cielo, i giovani sentono puro lo spirito della solidarietà. Li trovammo in Polesine, quando ero bambino, in Firenze, quando ero giovane, li trovo oggi alla fine della mia esistenza terrena. Non tutto è perduto. Ci vogliono costringere ad essere una umanità senza anima. Chiusa in se stessa. Invece, lo spirito divino della solidarietà si esprime anche con l’esempio, di cui all’articolo della cara Cronache Maceratesi. Che ci dice dove portare aiuto qui a Corridonia. In appoggio alla iniziativa di quelli come Francesca, che stanno in mezzo al fango ad aiutare.
Splendida gioventù! Siete la speranza per il futuro dell’Italia.
Nobile gesto di una ragazza meravigliosa. Complimenti. Grazie