La mostra
di Francesca Marsili
Ai 31mila euro di costi di adeguamento iniziali se ne sono aggiunti altri 123mila di gestione (al 28 febbraio), a fronte di un incasso della biglietteria di poco più di 2300 euro. Questi i numeri della mostra “Il volto di una città” inaugurata dalla precedente amministrazione e che ha portato la giunta Sclavi, con un atto di indirizzo, a rivederne la location e trasferirla in locali di proprietà.
La mostra, aperta nel luglio del 2020 in alcuni locali presi in affitto in via Parisani, risulta «assai poco frequentata – si legge nella delibera – e ha comportato per le casse comunali un esborso notevole, senza un corrispondente ritorno in termini di turismo e indotto». Da qui la decisione della nuova Giunta. «A partire da questo gennaio, a seguito dell’adeguamento Istat, i canoni di locazione hanno subìto un aumento fino a raggiungere 3.467 euro al mese – si legge sempre nella delibera – In carico all’ente resta un costo medio annuale, non coperto da ricavi, di circa 40mila euro e questo onere è in aumento nel 2023 per effetto degli aumenti dei costi energetici». Quindi, «in un’ottica di razionalizzazione delle spese», il Comune ha deciso di prevedere la cessazione del contratto di locazione, per evitare «un rischio di squilibrio di bilancio».
Da contratto, la mostra di via Parisani sarà chiusa fra sei mesi; poi sarà trasferita in locali comunali. A tal proposito interviene, a sottolineare la decisione e le motivazioni, il gruppo di maggioranza Tolentino Popolare. «Il nostro intento è quello di informare la cittadinanza. Per questo, anziché rispondere a futili illazioni vogliamo porre l’attenzione su come sono state utilizzate le risorse pubbliche dalla passata amministrazione – premette il gruppo -. Ad inizio 2020, il Comune ha firmato il contratto di locazione per i locali destinati ad ospitare la mostra “Il Volto di una Città”, la cui gestione è stata affidata all’associazione Tolentino Arte e Cultura. L’ex vice sindaco Silvia Luconi e l’ex assessore alla cultura Silvia Tatò erano fortemente convinte dell’importanza di questa iniziativa. Allora vediamo bene i costi – aggiungono – di chi dice di aver lavorato sempre con competenza in nome di scelte lungimiranti per la città e i cittadini stessi. Costo per ogni anno tra affitto e mantenimento della struttura: 40.000 euro ai quali si aggiungono 30.000 euro di soldi pubblici spesi, anche se sarebbe meglio dire mal utilizzati, dall’amministrazione Pezzanesi-Luconi, per adeguare il locale di un privato. Totale uscite per 3 anni 150.000 euro. Totale entrate per 3 anni: meno di 2500 euro».
Tolentino Popolare evidenzia: «Non serve essere competenti in economia per vedere che il ritorno economico non è stato affatto significativo. Un’analisi approfondita della gestione della mostra e dei fattori che hanno contribuito alla scarsa frequentazione avrebbe potuto essere utile per capire come migliorare. Ad esempio, si sarebbero potuti utilizzare locali comunali per risparmiare i soldi degli affitti che avrebbero potuto essere impiegati per affrontare altre problematiche cittadine. Inoltre, la gestione museale dell’associazione avrebbe potuto essere rivista, tagliando anche qui spese non necessarie». Dal gruppo di maggioranza sottolineano che: «Dati alla mano, vediamo che chi parla tanto di competenze non ha fatto scelte oculate. Era una mostra con un destino segnato non essendo un luogo adatto ad ospitare arredi di cosi grande prestigio e non ascoltando tutte le osservazioni legittime della cittadinanza, si è andati avanti con una esposizione poco pubblicizzata, che ha esaurito la sua funzione in poco tempo e di sicuro non serviva arrivare al terzo anno per capirlo».
Si rivolgono poi alla consigliera di minoranza di centrodestra Silvia Luconi: «Dovrebbe comprendere che la competenza di un amministratore si basa sulla capacità di risolvere problemi e non di crearli. Non servono solo titoli, ma anche l’abilità di correggere errori e trovare soluzioni migliori per il bene dei cittadini. Le amministrazioni devono essere competenti e responsabili nella gestione delle risorse pubbliche. Quindi il sindaco in concerto con l’assessore Aloisi ed il supporto degli uffici competenti hanno valutato la possibilità di mantenere l’esposizione spostandola in spazi comunali. Pertanto, si invita la minoranza di destra ad evitare di diffondere continuamente articoli denigratori e a distorcere la realtà, ma mostrare nei fatti e non solo nelle parole un atteggiamento più umile e collaborativo».
A rispondere a Tolentino Popolare è l’ex assessore Silvia Tatò, anche a nome delle colleghe di Tolentino nel cuore Silvia Luconi e Monia Prioretti. «La mostra – dice – è nata con l’intento di tenere viva la memoria della storia di Tolentino in un periodo in cui tutti i beni artistici della città, a causa del terremoto, erano ad ammuffire in strutture comunali inagibili. Purtroppo la pandemia ha impedito che la mostra potesse essere visitata quanto avremmo voluto. Oggi ci potrebbe essere l’opportunità di farla conoscere pubblicizzandola a dovere. I soldi spesi (che comprendono anche un contributo regionale), riguardano non solo gli affitti e le utenze, ma restauri, anche molto costosi, di opere e arredi, oltre a comprendere il costo degli allestimenti, dell’impianto di allarme, antincendio e antiintrusione».
«L’intenzione – prosegue Tatò – era quella di portare persone a visitare il nostro centro in attesa dei lavori post sisma che avrebbero interessato le sedi originarie. La mostra ha ricevuto anche il plauso della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio e della Soprintendenza archivistica della Regione Marche. Vedete, cari colleghi consiglieri – conclude – avere cura del patrimonio artistico della città vuol dire anche investire del denaro pubblico che, speso in valorizzazione e tutela del patrimonio, costituisce un investimento e non può essere definito “denaro mal utilizzato”. I conti li faremo alla fine e attendiamo di vedere quali sono a questo punto le scelte dell’amministrazione Sclavi. Un trasferimento di certo comporterà ulteriori spese per il riallestimento e l’adeguamento dei nuovi locali ai numerosi vincoli dettati dalla normativa. Nessuno aveva mai pensato che i numeri e le entrate della mostra avrebbero coperto le spese anche perchè la cultura difficilmente si ripaga le spese. Avremmo potuto non spendere, ma sono e rimango orgogliosa di aver restituito, insieme a tutti i colleghi della vecchia amministrazione, un pezzo della nostra storia alla città».
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Questo odio fra amministratori ed ex amministratori é alquanto stucchevole e penoso. Tolentino merita altro. Poi se
proprio volete arrivare ad una resa dei conti, fra parenti e non, fatelo al di fuori.
Siete patetici.
“Maaa…..sono del mestiere questi?”