Ecco la “Trasfigurazione” del Lotto
in tutto il suo splendore
«Un restauro che dà lustro alla città»

RECANATI - Completato l'intervento, l'opera è stata ricollocata nella nuova sala museo Colloredo Mels. Un lavoro che è stato reso possibile grazie all'art bonus della Fondazione Carima. Il sindaco Bravi: «Siamo quasi commossi nel poter rivedere la luminosità e i colori»

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L’inaugurazione della Trasfigurazione di Lorenzo Lotto dopo il restauro

di Francesca Marchetti 

Un lavoro durato circa sei mesi quello che ha visto la restaurazione e la ricollocazione della celebre opera di Lorenzo Lotto “Trasfigurazione”, olio su tavola realizzato nel 1510-1512, che oggi è stata presentata nella nuova sala ad essa dedicata nel Museo civico di Villa Colloredo Mels a Recanati. L’intervento conservativo è stato reso possibile grazie all’art bonus della Fondazione Carima di Macerata e alle delicate operazioni di tutela messe in atto da due aziende del territorio marchigiano, la Maranesi Giacomo di Fermo e MastroT di San Severino. Un intervento che ha ridato vita e colore alla preziosa tavola.

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«Abbiamo proceduto a spostare la Trasfigurazione in una sala a parte dal Trittico, ora ogni opera ha il suo spazio e può essere inquadrata nel contesto storico-artistico in cui Lotto le ha concepite – ha spiegato Luigi Petruzzellis, responsabile di Sistema Museo -. Abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto durante il lockdown, facendo call con il sindaco, l’assessora, la Soprintendenza e tutte le persone che ci hanno aiutato. Mettere mano a opere di questo pregio richiede sempre un lungo tempo ma oggi possiamo dire che la “Trasfigurazione” è tornata al suo splendore grazie al team dei restauratori, che aveva lavorato anche al trittico; non è facile trovare professionisti in grado di approcciarsi a queste opere e realizzare certi interventi».

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Antonio Bravi

«Siamo quasi commossi nel poter rivedere la luminosità e i colori della “Trasfigurazione” – ha affermato il primo cittadino di Recanati, Antonio Bravi -. Possiamo riportare alla disponibilità dei visitatori quest’opera che come le altre del Lotto dà lustro al nostro museo e alla nostra città in un momento di rilancio della nostra capacità espositiva. Ci stiamo occupando della conservazione in collaborazione con il Sistema Museo che si occupa delle fasi operative e con la preziosa partecipazione della Fondazione Carima di Macerata. Grazie anche ai restauratori che hanno portando alla nostra attenzione dettagli ed aspetti che ai meno esperti possono sfuggire. Con questo intervento possiamo stare tranquilli per il futuro».

«Non è nel dettaglio dell’opera che voglio soffermarmi o sull’importanza del Lotto, artista rinascimentale che ha lavorato per tutte le Marche e a Recanati ha lasciato il suo catalogo, ma sull’operazione pubblico-privata, Comune e la Fondazione che hanno unito le forze, che ha restituito al territorio un pezzo di storia – ha dichiarato l’assessora alle Culture Rita Soccio -. Il restauro è stato aperto al pubblico, permettendo anche ai bambini di osservare come ci si approccia ad un’opera, quali tecniche vengono usate così da suscitare una fascinazione nelle generazioni più giovani. Questo è il primo step di un riallestimento di tutte le opere del Lotto qui nel museo che saranno raccontate insieme alla vita dell’artista e ogni opera avrà una sala dedicata. Vogliamo far innamorare il pubblico alla vita di Lorenzo Lotto e speriamo di utilizzare la tecnologia per vivere al meglio le opere e mostrare tutti i dettagli dei dipinti, paragonabili a ricami».

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Rita Soccio e Rosaria Del Balzo Ruiti

«Che dirvi? È un’emozione – ha esordito Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Fondazione Carima di Macerata –. È sempre emozionante quando si vede il risultato finale di un impegno che non vuole uscire dalle logiche economiche ma di programmazione e di visione di tutto quello che è il monitoraggio di richieste da parte di tutto il territorio, che negli ultimi anni ha avuto particolare bisogno di interventi importanti dopo il sisma. Quando si può restituire capolavori come questi alla piacevolezza dello sguardo, al sentimento che viene coinvolto e pensare a quanti potranno usufruire facendo un percorso che, do la mia parola già da adesso, cercheremo di rendere completo, è una gioia».

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Giacomo Maranesi

«Il danno all’opera non era generalizzato ma è stato comunque importante intervenire in tempo per scongiurare danni ben maggiori che sicuramente si sarebbero presentati in futuro – ha spiegato Giacomo Maranesi, restauratore -. La prima fase è stata di disinfestazione dai tarli, prima con l’anossia poi con il trattamento preventivo dell’antitarlo, poi siamo intervenuti a livello strutturale perché questa nello specifico è molto delicata in quanto Lorenzo Lotto non ha usato un buon legno, un po’ difettoso e ci sono delle caratteristiche costruttive che rendono l’insieme molto fragile. C’erano fenditure, sconnessioni tra le tavole che hanno determinato distacchi di colore, presentava bolle forse dovute all’esposizione ad alte temperature in passato. Nel Settecento usavano il metodo della bruciatura per la manutenzione delle opere: venivano cosparse di alcol e si dava letteralmente fuoco cercando di spegnerlo al momento giusto, qui forse qualche ritardo c’è stato».

Ma qual è stato il momento più delicato di tutta l’operazione secondo i restauratori? «Per noi, lo spostamento di opere come queste mette sempre un certo timore, la “Trasfigurazione” era molto fragile» hanno commentato Emanuele Ticà e Arnaldo Beltutti dell’azienda MastroT. Giacomo Maranesi: «La riadesione degli strati pittorici con la colla utilizzando delle piccole siringhe». Per Giulia Leggieri, restauratrice collaboratrice di Maranesi:  «Intervenire con il ritocco pittorico soprattutto nel caso delle lacune di colore più estese, che non possono essere ricostruite ma vanno integrate scomponendo i colori e riapplicandoli a strati sottilissimi».

 

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Trasfigurazione, Lorenzo Lotto, Museo civico Colloredo Mels, Recanati

 

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Beltutti, Maranesi, Leggieri, Del Balzo Ruiti, Soccio, Pallotta, Ticà

 

 

 

Trasfigurazione di Lorenzo Lotto, cantiere aperto per il restauro

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