L’ex questore Pignataro rilancia:
«La cannabis light è pericolosa,
da Macerata un messaggio all’Italia»

PROTAGONISTA oggi pomeriggio al convegno patrocinato dal Comune e voluto dall'avvocato Giuseppe Bommarito («La normativa è una intelligentissima operazione di marketing per guadagnare soldi e far sì che arrivi la legalizzazione della cannabis»). L'assessore regionale Filippo Saltamartini: «Siamo la Regione con più alto numero di morti per droga». Gianni Giuli, direttore del Dipartimento di dipendenze patologiche: «La distinzione tra droghe leggere e pesanti non si fa più»
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Il convegno “Cannabis light, il grande inganno”. Da sinistra l’avvocato Giuseppe Bommarito, l’ex questore Antonio Pignataro, la vice sindaca Francesca D’Alessandro e Gaetano Angeletti de La rondinella

di Alessandra Pierini (foto di Fabio Falcioni)

Macerata rivendica il suo ruolo nella lotta alla cannabis light. Lo fa con un coro unanime di tecnici, politici e rappresentanti del mondo dell’associazionismo. In prima linea l’ex questore Antonio Pignataro, ora dirigente generale della Pubblica Sicurezza e consulente del Consiglio dei ministri, tornato a Macerata come ospite d’onore di un convegno patrocinato dal comune di Macerata che si è svolto nella sala Cesanelli dello Sferisterio.

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L’ex questore Antonio Pignataro

«Tornare a Macerata – ha detto – è tornare a casa, questa città ha avuto l’onore e la forza di dare un messaggio di operosità e forza a tutta Italia. Quello di dire che la cannabis light non è una droga leggera ma è molto pericolosa. Questo ha fatto grande scalpore e ha messo il dito in un vuoto normativo sollevando il problema». E’ stato il moderatore Paolo Nanni, responsabile della comunicazione del Dipartimento di dipendenze patologiche ha ricordare come Pignataro a Macerata avesse sospeso le autorizzazioni a quattro negozi di cannabis.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

Ha sottolineato le azioni in tal senso di Pignataro anche l’avvocato Giuseppe Bommarito, presidente dell’associazione “Con Nicola oltre il deserto dell’indifferenza”, promotore del convegno: «Dobbiamo dire che è stato allontanato da Macerata perché primo in Italia ha avuto l’intelligenza di capire la pericolosità della situazione e si è buttata con coraggio nella lotta nell’indifferenza di tutti. Benché premiato pochi mesi mesi prima  da San Patrignano, la polizia non ha trovato di meglio da fare che tenerlo in una posizione che non gli consentiva operatività. Ora per fortuna è stato riconosciuto il suo ruolo».

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In platea consiglieri comunali e diversi esponenti politici tra cui la senatrice Elena Leonardi

E, mentre sullo sfondo scorrono le parole con cui il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha aderito alla lotta contro la cannabis light, Pignataro continua ad andare giù duro: «Il titolare del negozio e lo spacciatore sono la medesima figura. Noi dobbiamo ragionare da genitori e proteggere i nostri figli. Dove entra il soldo, non guardiamo più neanche la vita. Dobbiamo reagire».

Rafforza il suo pensiero Bommarito che non fa sconti a nessuno, richiamando al loro dovere politici e istituzioni: «Studiando la normativa relativa alla cannabis light – aggiunge – si capisce come sia una intelligentissima operazione di marketing fatta per guadagnare soldi ma anche per banalizzare il pericolo e far sì che arrivi in conto la legalizzazione della cannabis. La droga è il problema dei problemi eppure viene sottovalutato».

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Gianni Giuli, direttori del Dipartimento Dipendenze patologiche

Al tavolo anche Gianni Giuli, direttore del Dipartimento di dipendenze patologiche: «La distinzione tra droghe leggere e pesanti non si fa più, le istituzioni non la fanno. Il mondo delle dipendenze è cambiato, ci sono meno eroinomani ma più consumatori di droghe leggere. La strategia è sviluppare senso critico perché diminuisca la domanda attraverso pair education, formazione insegnanti, formazione dei media. Si parte dalle elementari potenziando le soft skills».

E’ intervenuto poi anche l’assessore regionale Filippo Saltamartini: «Siamo la Regione con più alto numero di decessi, forse perché abbiamo diversi centri di recupero e molti giovani arrivano da altre regioni. Stiamo approvando il nuovo piano socio sanitario e ci impegneremo ad inserire maggiori risorse per la prevenzione. Ma il tema dei temi è il disagio sociale».

CannabisLight_FF-11-325x217Chiamato ad intervenire anche Filippo Scapellato, magistrato di Sorveglianza del tribunale di Ancona: «Un terzo dei reati sono reati di spaccio – ha detto – Tra chi sta in carcere il curriculum inizia sempre con il consumo di droga fin da giovanissimi. Chi ha qualche imperfezione latente che sarebbe rimasta tale per tutta la vita, con la cannabis che è stata negli anni molto potenziata, sviluppa la malattia mentale».

A fare gli onori di casa per il Comune, presente anche con molti consiglieri, la vice sindaca Francesca D’Alessandro («Questa è una sfida educativa di fronte alla quale nessuno deve tirarsi indietro») e l’assessore alla Sicurezza Paolo Renna («Dobbiamo discutere serenamente di un problema che c’è e va affrontato in maniera non ideologica»).

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“Cannabis light: il grande inganno”, Antonio Pignataro torna in città

 



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