Massimiliano Sport Bianchini
di Luca Patrassi
Massimiliano Bianchini, maceratese, consigliere di amministrazione di Erap Marche, ha qualcosa da dire sui riflessi, anche per gli Enti pubblici, dello stop al Superbonus: «La cosa terrificante, e che mi immagino possa essere chiarita a breve termine è che di questo decreto non sapeva nulla nessuno. Certo, il superbonus va regolamentato e va messo uno stop ma questo decreto di tutta l’erba un fascio ed è stato calato su una realtà esistente suscitando peraltro la contrarietà degli ordini professionali ed anche di larga parte dell’elettorato di centrodestra, il Governo non ha ascoltato le parti sociali». Il risvolto locale secondo Bianchini: «L’Erap Marche ha già fatto bandi per eseguire lavori del valore di 500 milioni di euro, divisi in 26 lotti in tutta la regione. La macchina è partita, alcuni lavori stanno finendo come a Jesi, altri hanno firmato i contratti. Il bando Erap prevedeva la modalità di cessione del credito: oggi il si rischia il default, è chiaro che le società chiameranno in causa l’Erap».
Non fosse un problema già serio, quello del contenzioso con rischio di risarcimenti imponenti, si pone un altro problema non secondario: «Senza questa opportunità, questi alloggi popolari non avranno mai i lavori di manutenzione straordinaria: lo Stato non li finanzia da 40 anni, dobbiamo risalire a Fanfani. Gli unici, pochi, lavori fatti sono stati quelli finanziati con le magre risorse Erap: nelle Marche questi interventi si sono resi possibili grazie al basso indice di morosità degli inquilini e comunque non si riescono a realizzare grandi investimenti. Peraltro è cronaca di questi giorni la posizione dell’Europa sull’efficientamento del patrimonio immobiliare italiano, anche pubblico. Ci sono appunto interventi chiesti dall’Europa, il rischio di controversie legali con chi sta agendo dopo aver vinto i bandi: si apre uno scenario preoccupante per le imprese, inoltre si aprirà uno scontro tremendo sul fatto che non si può equiparare la famosa villetta con le case popolari che peraltro mancano. Nelle Marche ci sono17mila abitazioni popolari, gli interventi in corso da un anno e mezzo, se Federcasa non avrà una posizione chiara, io chiederò l’uscita di Erap Marche da Federcasa: quello della carenza di manutenzioni è un problema che diventerà drammatico tra due o tre anni, con case ai limiti della decenza».
Aggiunge Bianchini: «Dei 26 lotti, 20 sono stati già assegnati: il superbonus è una risorsa importante, certamente poteva essere concretizzato meglio ma l’aumento dei costi si sta verificando in tutta Europa e dunque non deriva da questa misura». Dal bonus al malus, Bianchini ricorda di paggio un problema locale: «Siamo indietro di nove mesi nelle nomine dei dirigenti delle sezioni provinciali Erap per lo scontro tra il consiglio di amministrazione e la giunta con riflessi negativi anche sulla qualità del lavoro». Nel caso qualcuno si sia posto una domanda su quali siano i pochi bandi non partiti per il mezzo miliardo di investimenti, basta andarsi a guardare le procedure di gara: l’Erap messa peggio è quella di Macerata che ha atteso quasi un anno per veder sostituita la dirigente tecnica.
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