«Incomprensibile lo stop sui bonus edilizia»

NODO - Confartigianato sulla decisione del governo: «Doccia fredda per imprese e famiglie»

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Enzo Mengoni, presidente Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo

 

«Bonus edilizia, stop incomprensibile: che fine faranno gli accolli della ricostruzione?». Se lo chiede Confartigianato Macerata, Ascoli e Fermo, dopo il repentino blocco dei bonus voluto dal Governo, che ha stoppato la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti (tranne in limitati casi), «è un provvedimento incomprensibile. Noi speravamo in una risoluzione circa il problema dei crediti incagliati e invece è arrivata una doccia fredda per imprese e famiglie. Le aziende si sono mosse seguendo le norme sinora vigenti, effettuando in prospettiva investimenti ed assunzioni e prendendo accordi con i committenti per operare garantendo lo sconto in fattura. Ma ora si ritrovano sul groppone un macigno, che rischia di affossarli. Dall’altro ci sono le preoccupazioni delle famiglie, che avevano fatto progetti economici e investito, chiedendo prestiti bancari con la convinzione di cedere in futuro questi crediti. Che fine faranno?» domandano Enzo Mengoni, presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, e i vice presidenti Natascia Troli e Lorenzo Totò. Confartigianato aggiunge: «Siamo consapevoli delle lacune iniziali dei Bonus edilizi, misure che sono partite sì con buoni intenti (dare linfa al mercato edile, rigenerale le città), ma con vuoti di metodo e di merito da colmare. Certamente l’attuale misura avrà un importante riflesso sui conti pubblici, ma è innegabile il fondamentale contributo che la stessa ha apportato in termini occupazionali, di crescita del Pil e di investimenti. Ci aspettavamo una risoluzione sulla problematica dei crediti incagliati, come la possibilità di acquisto da parte degli enti pubblici, o comunque una rimodulazione dei Bonus. Non questo stop pressoché totale. Stop che impatta gravemente anche sul piano di riqualificazione urbana e dello sviluppo sostenibile che inevitabilmente resterà incompiuto. E altre grandi questioni riguardano la ricostruzione. In questo caso, cosa succederà agli accolli, che sono in media il 20-30% degli appalti? I committenti non hanno possibilità di pagarli e le aziende come potranno compensare tali crediti? Ci sono infatti tantissime domande da fare, ma le risposte all’orizzonte non sembrano essere rassicuranti.  Lunedì iniziano le consultazioni e speriamo che stavolta il Governo ascolti le istanze delle categorie. Le imprese ormai sono esasperate». 

 

 



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