Don Claudio Burgio
“Non esistono ragazzi cattivi”. E’ il titolo dell’incontro organizzato dalla Caritas diocesana di Fermo alle 15 di sabato 11 febbraio al cineteatro Conti Civitanova. Ospite sarà don Claudio Burgio, che affronterà il tema del disagio giovanile e della fatica di vivere a partire dalla sua esperienza sia all’interno del Carcere minorile Beccaria di Milano in qualità di cappellano, sia nelle attività nella pastorale giovanile e nell’attività dell’associazione Kayrós che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti. Accanto all’attività pedagogica, che lo vede impegnato quotidianamente con i ragazzi delle comunità, don Claudio è impegnato in dibattiti ed incontri pubblici su temi sociali di attualità, su spiritualità, educazione, famiglia, tossicodipendenza, emarginazione e devianza giovanile.
«Li chiamano ragazzi a rischio, bulli, delinquenti, ragazzi di strada, giovani devianti, mostri – dice don Claudio – per me sono ragazzi e basta, che, abbandonati a se stessi, sconfinano in comportamenti antisociali e perdono il controllo della loro impulsività fino a diventare pericolosamente violenti; minori che tentano di soffocare dentro il dolore che li accompagna da quando sono nati». Gli organizzatori sottolineano che «l’incontro con don Claudio, si inserisce nel percorso di riflessione e scambi di esperienze avviato dalla rete sociale “Oltre” per affrontare il tema del disagio giovanile: un tema di grande interesse e di grande attualità le nostre comunità locali alla luce dei forti cambiamenti sociali e culturali che abbiamo vissuto negli ultimi anni».
È vero....
Esistono e come....
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Secondo me e’ tutta colpa della televisione violenta che ogni giorno trasmette o sono figli dei divorziati.
…beato lui che ci crede e che, probabilmente, non ne ha mai conosciuti; gli auguro di non incontrarne, ma anche di rendersi conto che non è proprio così, anche se si dovrebbe o potrebbe fare qualcosa di più efficace per i “ragazzi cattivi”. “Oltre”, c’è anche il fatto che molti di questi “ragazzi cattivi” (che ci sono, di certo), non sono “abbandonati a se stessi” e non tentano di “soffocare il dolore che li accompagna da quando sono nati”, no no, sono “cattivi”, e oltre, e basta, ma, ripeto, si potrebbe o dovrebbe fare qualcosa in più, certo, ma qualcosa che ha ben poco di evangelico. gv
È la normalissima evoluzione della specie, in questo caso rappresentato da giovani che hanno a che fare con tutto ciò che può peggiorare certi comportamenti che nulla hanno di straordinario. Anni fa si usava andare a ballare, di solito la sera non troppo tardi ma anche nel pomeriggio e senza drogarsi con eccitanti, non c’era la possibilità e anche senza ubriacarsi si era soliti menar le mani. Allora bastava una qualsiasi occasione che poteva avere nel campanilismo una motivazione più che sufficiente. Da sempre ci si picchia tra tifosi, ecco lì non c’è ancora traccia di evoluzione tranne quando ci si spara o accoltella. Ha ragione il prete, parzialmente certo e i mostri li incontriamo ogni giorno basta uscire di casa se non si ha la possibilità di averli direttamente in casa. Se poi andiamo più indietro, quando persino l’evoluzione era impossibile troviamo anche di peggio. E anche oggi….
E’ vero, sono ragazzi abbandonati a se stessi (dai genitori), quindi male educati.
… una generazione che si mette la mascherina in macchina…