Il corteo del Capodanno cinese a Macerata
La pioggia bagna il Capodanno cinese a Macerata. Nel pomeriggio, nel centro storico, tante persone hanno sfidato un tempo gelido che attende la neve per seguire la tradizionale festa popolare, con la quale prende il via l’“Anno del coniglio”.
La tradizione del Capodanno cinese è stata introdotta in città undici anni fa dall’Istituto Confucio dell’Università di Macerata, che l’ha riproposta anche quest’anno grazie alla collaborazione del Comune. Un appuntamento che mancava da tre anni, a causa dello stop dovuto alla pandemia.
Sfilate in costume, spettacoli, arti marziali e cibo cinese con the hanno animato le vie di Macerata, trasformata in un piccolo angolo di Cina. Scenografico l’allestimento di tutto il centro storico del direttore artistico Daniele Montenovo.
Un corteo di tamburini, leoni e draghi danzanti, alternando animazioni, è partito da piazza Annessione per attraversare le vie cittadine, fino ad arrivare in piazza Mazzini, fulcro della festa.
Lì è stato allestito un piccolo borgo cinese, con templi, botteghe e locande, introdotto da un imponente arco gonfiabile con draghi e leoni giunto direttamente dal paese di cui si è celebrata la cultura millenaria.
Tanti i visitatori, che sono stati riscaldati non solo da cibo e bevande calde, ma soprattutto dalla meraviglia suscitata da tradizioni e arti affascinanti come la calligrafia, il ritaglio della carta, l’intreccio dei nodi, poesie, canti e danze, kung fu. Al centro un palco, dove si sono esibite danzatrici e figuranti di arti marziali.
Suonatori e danzatori erano studenti di Unimc e i giovanissimi allievi dell’Accademia di lingua cinese delle Marche, che a Porto Sant’Elpidio tramanda l’insegnamento della lingua paterna ai cinesi nati in Italia che frequentano le scuole elementari e medie.
Il rettore John McCourt (a sinistra) con il sindaco Sandro Parcaroli
Le arti marziali e le coreografiche danze dei leoni e del dragone sono stati invece eseguiti dall’ultratrentennale Accademia di arti marziali “Giuseppe Giosuè, sempre sotto la guida di Daniele Montenovo, che quest’anno ha curato la direzione artistica della manifestazione.
La danza del dragone, luminescente nel buio della tarda serata, ha segnato la fine della festa, proprio mentre iniziava a cadere qualche fiocco di neve. I bambini hanno potuto divertirsi truccandosi con le maschere tradizionali o cimentarsi in diversi laboratori, osservare da vicino costumi e strumenti antichi. La data esatta di quella che viene chiamata anche festa di primavera è variabile e cadeva quest’anno il 22 gennaio, ma in Cina i festeggiamenti partono dalla vigilia e proseguono per svariati giorni.
Nel pomeriggio alle 17 con replica alle 18 a Villa Lauri si è svolto il concerto degli allievi cinesi del conservatorio “Pergolesi” di Fermo organizzato in collaborazione con Appassionata.
«Il tempo avverso non ci ha fermato e sono molto contento di vedere che c’è stata una buona risposta di pubblico – ha commentato il rettore dell’ateneo e neo presidente dell’Istituto John McCourt -. E’ un evento che rinsalda il legame con la città e che evidenzia l’importanza delle nostre relazioni con la Cina, nella città di padre Matteo Ricci». Insieme a lui anche il direttore Giorgio Trentin: «E’ il segno di un cammino che riprende», ha detto il sindaco Sandro Parcaroli prensente con l’assessore alla Cultura e all’istruzione Katiuscia Cassetta.
(Foto di Fabio Falcioni)
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In questo momento in cui l’Italia è in guerra contro la Russia, la quale ha un patto politico militare con la Cina, l’evento del carnevale cinese, a cui ha partecipato la città, dimostra che l’amicizia supera le incomprensioni create ad arte dagli psicotici. Solo gli psicotici creano le guerre realmente ingiuste come l’attuale in Ucraina.
Ho visto un documentario che dimostra il grado di maturità artistica in Pechino, Shangai, Hong Kong con l’allestimento di grandi mostre e creazione di grandi musei, bellissimi, non solo dell’arte antica e moderna cinese, ma pure di artisti occidentali. Per me questo aspetto artistico e culturale della Cina, oltre alla sorpresa, mi fa sperare in una amicizia duratura con il popolo cinese, e da questi ricambiata. Come non dimentico l’amicizia con il popolo russo che ci ammirava, malgrado l’invasione fascista dell’Armir, e che continua ad ammirarci, pure in presenza di una nostra politica guerrafondaia, impostaci e subita. Non dimentichiamoci che abbiamo con i russi cinquecento anni di contatti, soprattutto artistici. E non dimentichiamo che i Russi sono capaci di enormi sofferenze, come la resistenza di Leningrado all’accerchiamento dell’esercito nazista ha dimostrato. Quindi, attenzione agli errori politici che il governo sta facendo, che il popolo italiano non vorrà pagare.
Speriamo abbiano fatto tutti il test rinofaringeo per la Kraken
Non vi preoccupate sta arrivando una nuova variante qui non se ne esce più.
Nella foto il sindaco di Macerata sembra un Leopardi ‘maturo’.
Carissimo STEFANO VALERY SR ha perfettamente ragione.
la sagra del covid
…”e non dimentichiamo che i russi sono capaci di enormi sofferenze” (scive qualcuno!). Certamente, ma soprattutto di darne, come ben sa chi di Storia ha letto anche solo un pochino di più!!! gv
Piena condivisione su quanto scritto da Giorgio Rapanelli ! Piu’ esauriennti di cosi’ non si puo ! Bravissimo