La mancanza di neve in alta quota rischia di mettere in ginocchio gli operatori turistici dell’Appennino, pronti a chiedere lo stato di emergenza economica in caso di perduranza delle attuali condizioni climatiche. L’inverno caldo impone ancora la chiusura degli impianti sciistici, come ad esempio quello di Frontignano di Ussita, di recente recuperato in seguito ai danni del terremoto. «Se la neve non arriverà entro pochi giorni avremo la stagione completamente compromessa con gravi perdite economiche- spiega all’Ansa Francesco Cangiotti, l’amministratore della Società funivie Bolognolaski, che gestisce anche gli impianti -. Le temperature restano per tutto l’arco della giornata sopra lo zero e questo non consente di attivare l’innevamento programmato, nonostante quest’anno abbiamo acquistato un nuovo cannone sparaneve. Se continuerà a non nevicare saremo costretti a chiedere lo stato di emergenza e quindi degli aiuti economici».
vi è il sole.
Ma ddài.... Siamo seri x favore...
È una maledizione che prima o poi finirà.
Jete sulle alpi. Qui ce jemo in moto
Pensiamo che la regione investirà milioni di euro
È finita l'epoca d'oro anni '70 dello sci nel nostro Appennino. Con i cambiamenti climatici già in atto da anni questa situazione si verificherà sempre più spesso
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Potrebbero usare i cannoni spara-neve artificiale come si usa nelle DOLOMOTI quando non c’e’ la neve cosi’ diventa un paesaggio sciitico.
Oramai il clima è definitivamente compromesso
Non è una emergenza di quest’anno. Sarà la situazione prevalente per molti decenni. Poca neve e poco freddo. Investire adesso sugli impianti sciistici nell’appennino e una scelta miope e senza futuro. Pensate piuttosto a come riconvertire in attività turistiche cha valorizzi o la montagna a prescindere dalla presenza della neve.
Carissimo PAOLO PASSARETTI, hai xfettamente ragione che lo abbiamo compromesso x sempre.
Invece di chiedere lo stato di emergenza, non vi è venuto in mente che forse sarebbe meglio sfruttare gli impianti per altri sport, d’altronde la stagione sciistica da noi è da anni che non decolla, direi che organizzare eventi, passeggiate, vie ciclabili con noleggio, discese con slittini da erba o addirittura piste con slittini tipo “ferrovia”.
Insomma le nostre montagne possono offrire tanto altro.
Ingegnatevi
La mancanza di neve purtroppo è e sarà una costante per il futuro che ci aspetta, mi chiedo quindi se la scelta di finanziare una cabinovia a dieci posti in sostituzione delle due vetuste seggiovie, sia stata una scelta oculata. Credo che rimpiazzarle con una sola seggiovia a 4 posti che arrivi fino in cima, con stazione intermedia alla base de canalone, forse era la scelta migliore. Una cabinovia che verrà utilizzata prevalentemente in estate vista la cronica mancanza di neve, ha costi di gestione e manutenzione ben più elevati rispetto a una seggiovia veloce. Le stazioni di partenza e arrivo sono meno impattanti di quelle di una cabinovia, inoltre i costi di realizzazione credo siano minori. Con la seggiovia puoi tranquillamente caricare mountain bike appendendole e resta comunque un tipo di impianto con costi di gestione e manutenzione più sostenibili, la cabinovia rischia un degrado maggiore se non si spendono soldi per mantenerla…e chi sarà in grado di investire così tanti soldi in futuro? Il Comune di Ussita? Il gestore privato? Mah qualche dubbio ce l’ho…
Ormai la parola emergenza è diventata prassi normale tutti i giorni, tutto l’anno e per tutte le cose. Invece di rimboccarsi le maniche hanno scoperto un popolo di fessi più povero di loro che hanno condannato a pagare sempre e comunque.