La presidente della Fondazione Rosaria Del Balzo con il sindaco di Petriolo Matteo Santinelli
di Alessandra Pierini (Foto Fabio Falcioni)
Diego De Minicis, un artista del Ventennio morto a soli 29 anni da solo sul fronte russo, nella Battaglia del Don che nella sua pur breve vita ha segnato l’arte del Novecento. Molte delle sue opere sono andate perse, molte altre sono state a lungo dimenticate.
Da sinistra l’architetto Mario Montalboddi, la presidente Rosaria Del Balzo, il sindaco Matteo Santinelli e il professor Roberto Cresti
Petriolo, il suo comune di origine, ha deciso di onorare lui e il Novecento marchigiano con l’apertura del museo Mddm 900. L’impresa è stata portata a termine dal Comune di Petriolo, in collaborazione con la Fondazione Carima, e grazie ad finanziamento del fondo europeo. Un’opera di rigenerazione urbana, pensata e portata avanti molto prima che si iniziasse a parlare di Pnrr.
L’inaugurazione del museo Ddm che sorgerà in centro storico, nell’ex chiesa del suffragio, si svolgerà sabato 12 novembre alle 17, dopo una presentazione in teatro dell’opera. Questa mattina l’annuncio a Palazzo Ricci che ha ospitato la mostra Quattro nel Novecento e De Minicis era uno dei protagonisti
«Contiamo di fare da apripista per l’ avvio della ripartenza del territorio. La ricostruzione passa inevitabilmente attraverso la cultura» – ha detto la presidente della Fondazione Rosaria Del Balzo per poi annunciare le ripaerture programmate del museo di Palazzo Ricci dl 3 dicembre a ridosso delle festività natalizie.
«Petriolo è un gioiellino – ha detto il sindaco Matteo Santinelli – e De Minicis è quella chicca che ci consentirà di continuare a stupirci. Il museo non sarà un progetto isolato ma sarà all’interno di un progetto complessivo per valorizzare il centro storico sia dal punto di vista culturale sia perché inserito nella rete museale del territorio. Una leva alla ripartenza dopo il sisma». Ha poi ricordato il museo dei legni processionali e altri artisti che saranno valorizzati quali Giovanni Ginobili e Ugo Caggiano, recentemente scomparso.
Progettista e allestitore del museo che contiene 15 sculture e disegni donati dagli eredi di De Minicis è l’architetto Mario Montalboddi. «L’obiettivo è quello di raccontare la parabola di un artista tanto particolare e di leggerne la complessità ma al tempo stesso consente di ricostruire il periodo storico, la prima metà del 900 ancora poco esplorato ma così importante per le Marche». Il finanziamento di 350mila euro arriva dal Por Fesr 2014-2020, un bando europeo regionale orientato alla connessione tra il progetto architettonico edilizio e l’attività immaterialeal suo interno. «E’ un passo verso la riapertura del centro storico alla vita della comunità».
Roberto Cresti, direttore artistico del museo di Palazzo Ricci, si era già occupato di De Minicis 15 anni fa e in questa partnership tra Comune e Fondazione Carima è protagonista. «Con questo museo Petriolo diventerà come Spoon River – ha detto – perché la capacità di caratterizzare i volti di De Minicis fa sì che essi parlino, come se queste teste fossero pompeiane. Quella di De Minicis è una presenza molto speciale, è stato artista capace di proporre un tipo d’arte quando era già passato. Forse per questo motivo non gli affidarono il monumento a Corridoni. Per quanto riguarda la sua adesione al Fascismo, non siamo qui a rispettare il politicamente corretto. Ma probabilmente andò in guerra senza condividere l’ideologia che muoveva la guerra stessa. Negli ultimi anni ci hanno impedito di pensare e queste opere invece ci stimolano a farlo».
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